Elettroforesi Flashcards
(95 cards)
Che cos’è l’elettroforesi?
E’ il TRASPORTO di MOLECOLE CARICHE sotto l’azione di un CAMPO ELETTRICO.
Le MOLECOLE CARICHE POSITIVAMENTE si muovono verso il CATODO e gli ANIONI CARICHI NEGATIVAMENTE si muovono verso l’ANODO.
La MIGRAZIONE delle molecole avviene secondo il RAPPORTO CARICA/MASSA
Apparecchiatura per elettroforesi
E’ costituita da un ALIMENTATORE e da una CELLA ELETTROFORETICA.
L’ALIMENTATORE applica una DIFFERENZA DI POTENZIALE fra gli ELETTRODI della CELLULA ELETTROFORETICA così da generare un CAMPO ELETTRICO e consentire alle MOLECOLE CARICHE di MUOVERSI sotto l’azione del campo elettrico
Come viene condotta la corrente
Affinché venga condotta la corrente devono essere presenti degli IONI in SOLUZIONE.
Il CAMPIONE deve essere SCIOLTO in un TAMPONE con il quale deve essere SATURATO il SUPPORTO che si utilizza per la SEPARAZIONE ELETTROFORETICA. Il TAMPONE ha una SPECIFICA FORZA IONICA che è un parametro importante per il CONTROLLO della MIGRAZIONE in quanto gli IONI del TAMPONE vanno a competere con gli IONI del CAMPIONE per il trasporto della CORRENTE agli elettrodi.
Gli IONI del TAMPONE sono molto più NUMEROSI rispetto agli ioni del campione quindi è a carico di questi ioni che avviene il TRASPORTO della CORRENTE ELETTRICA.
Il TAMPONE mantiene COSTANTE lo STATO DI IONIZZAZIONE delle MOLECOLE che si devono SEPARARE dal momento che la CARICA ELETTRICA delle PROTEINE è in funzione del pH. Questo importante perché altrimenti si avrebbero risultati non affidabili.
La CORRENTE è mantenuta lungo il circuito dal processo di ELETTROLISI (scissione) nell’ACQUA che ha luogo agli ELETTRODI che sono immersi nella soluzione tampone.
Al CATODO avviene un processo di RIDUZIONE che porta alla formazione di IDROGENO GASSOSO e al RILASCIO di OH-.
All’ANODO avviene un processo di OSSIDAZIONE con LIBERAZIONE di OSSIGENO e IONI H+ e il RILASCIO di ELETTRONI che consentono il TRASPORTO della CORRENTE.
Gli IONI OH- prodotti al catodo AUMENTANO la DISSOCIAZIONE dell’ACIDO DEBOLO della MISCELA TAMPONE che determina un AUMENTO della formazione di A- (ione coniugato) che andrà a CONDURRE la CORRENTE all’ANODO.
All’ANODO gli IONI A- si combinano con gli IONI H+ per riformare HA e a questa OSSIDAZIONE vengono forniti ELETTRONI al CIRCUITO ELETTRICO
Regolazione del sistema elettroforetico
E’ regolato da una serie di LEGGI che mettono in relazione il VOLTAGGIO applicato con la CORRENTE e la RESISTENZA
Legge di Ohm
Il VOLTAGGIO è UGUALE alla RESISTENZA PER l’INTENSITA’
V= R X I
I= V/R
La CORRENTE è DIRETTAMENTE PROPORZIONALE a V e INVERSAMENTE PROPORZIONALE a R.
Per cui si può ACCELERARE una SEPARAZIONE ELETTROFORETICA andando ad AUMENTARE la CORRENTE quindi V.
La MIGRAZIONE del CAMPIONE è influenzata dalla RESISTENZA del SUPPORTO nel quale si sta realizzando la separazione elettroforetica e dalla RESISTENZA del TAMPONE (viscosità e forza ionica)
Legge di Joule
In un sistema elettrico caratterizzato da R e in cui viene fatta passare una CORRENTE I si sviluppa una POTENZA W (watt) CHE è pari all’INTENSITA’ AL QUADRATO PER LA RESISTENZA.
Visto che lo sviluppo della POTENZA determina un AUMENTO della T del sistema questo è un altro fattore da tenere in considerazione.
L’AUMENTO della T è correlato ad una PARZIALE EVAPORAZIONE del SOLVENTE e ad un AUMENTO della FORZA IONICA del TAMPONE e quindi si ha un AUMENTO della RESISTENZA alla MIGRAZIONE del campione
Settaggio parametri
Se si sta realizzando un’elettroforesi a VOLTAGGIO FISSO, se R AUMENTA, I deve DIMINUIRE per mantenere COSTANTE V.
Se si lavora a I COSTANTE, se R AUMENTA deve AUMENTARE anche V (I= V/R).
Per cui durante il processo elettroforetico c’è la possibilità di SETTARE un PARAMETRO (I o V), quindi si può condurre la separazione a V costante o a I costante.
Gli altri parametri varieranno di conseguenza perché se R AUMENTA durante il processo:
- V costante= DIMINUZIONE CORRENTE
- I costante= AUMENTO VOLTAGGIO
Fattori che influenzano la velocità di migrazione
- INTENSITA’ DEL CAMPO ELETTRICO APPLICATO: d.d.p fra gli elettrodi
- NATURA DEL SUPPORTO che si utilizza per realizzare la separazione elettroforetica: forza che si può opporre al movimento della molecola carica
- VALORE DI pH e FORZA IONICA del TAMPONE: il pH influenza lo stato di ionizzazione delle molecole e quindi anche la migrazione (rapporto carica/massa). Un’eccessiva forza ionica del tampone può causare un rallentamento della migrazione dal momento che il tampone e il campione competono per il trasporto della corrente
- CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE della PARTICELLA: massa, carica e forma
F= E x q
La FORZA (F) a cui è sottoposta una particella in un campo elettrico dipende dalla CARICA (q) della particella e dall’INTENSITA’ del campo elettrico applicato (E).
Il campo elettrico applicato si misura come il voltaggio applicato diviso la distanza in cm fra gli elettrodi e viene espresso in Volt per cm-1.
Un AUMENTO del CAMPO ELETTRICO provoca un AUMENTO PROPORZIONALE della FORZA ELETTROMOTRICE che spinge la particella verso l’elettrodo di carica opposta
Velocità di migrazione di una particella
La FORZA FRIZIONALE si OPPONE alla FORZA che spinge la PARTICELLA verso l’ELETTRODO di CARICA OPPOSTA.
La FORZA FRIZIONALE dipende da:
- DIMENSIONI della MOLECOLA
- FORMA
- VISCOSITA’ del MEZZO
- STRUTTURA del SUPPORTO
Spesso si utilizzano dei SUPPORTI SETACCIANTI (supporti a maglie). Se queste MAGLIE sono particolarmente STRETTE possono porre una MAGGIORE FORZA D’ATTRITO alla migrazione del campione. Di conseguenza la VELOCITA’ DI MIGRAZIONE della particella sarà data dal RAPPORTO fra la FORZA fratto f che rappresenta il COEFFICIENTE FRIZIONALE.
f è UGUALE a 6∏ηr dove η è la VISCOSITA’ DEL MEZZO e r è in relazione alle DIMENSIONI della particella
Mobilità elettroforetica
Rappresenta la VELOCITA’ PER UNITA’ DI CAMPO ELETTRICO
μ= q/f
E’ indipendente dalla d.d.p. del campo elettrico applicato, quindi consente un confronto diretto fra molecole diverse perché è una caratteristica intrinseca della molecola stessa (come peso molecolare e punto isoelettrico).
Quando si applica una D.D.P. fra due elettrodi, MOLECOLE con DIFFERENTE CARICA ELETTRICA iniziano a SEPARARSI in funzione della loro MOBILITA’ ELETTROFORETICA.
MOLECOLE con CARICA UGUALE ma con FORMA e DIMENSIONI DIFFERENTI si SEPARANO con FORZE FRIZIONALI DIVERSE.
Una stessa molecola se sottoposta ad elettroforesi in un campo elettrico di 500 V x cm alla -1 avrà una certa velocità, ma se viene sottoposta ad un campo elettrico di 1000 V x cm alla -1 avrà velocità doppia (essendo la stessa molecola q e f sono uguali quindi dipende da E).
Quindi se l’INTENSITA’ del CAMPO ELETTRICO RADDOPPIA, la particella avrà una VELOCITA’ uguale al DOPPIO.
Ma la mobilità elettroforetica è identica perché non dipende dalla d.d.p. del campo elettrico applicato
Elettroforesi di proteine
Consente di determinare
- NUMERO DI PROTEINE presenti in una MISCELA dal momento che si ottiene la separazione delle proteine in base al rapporto carica/massa
- GRADO DI PUREZZA: si possono realizzare veloci corse elettroforetiche in cui si assiste ad una progressiva diminuzione del numero di proteine che sono insieme alla proteina di interesse
- PUNTO ISOELETTRICO (valore di pH al quale la proteina ha carica netta nulla)
- PESO MOLECOLARE
Elettroforesi in fase libera
Prima metodica elettroforetica detta in fase libera perché NON c’era un SUPPORTO SOLIDO nel quale le PROTEINE venivano fatte MUOVERE.
Con questo sistema si ottiene la SEPARAZIONE di PROTEINE con CARICHE DIVERSE tramite un APPARECCHIO formato da un TUBO AD U con un BRACCIO CATODICO COLLEGATO al POLO NEGATIVO e un BRACCIO ANODICO collegato al POLO POSITIVO.
Il BRACCIO CATODICO e il FONDO del TUBO AD U vengono RIEMPITI con la SOLUZIONE PROTEICA e il BRACCIO ANODICO viene RIEMPITO con la SOLUZIONE TAMPONE.
Viene applicata la CORRENTE agli ELETTRODI e si assiste ad una sorta di FRONTE ASCENDENTE e DISCENDENTE dovuto al MOVIMENTO delle PROTEINE all’interno della SOLUZIONE TAMPONE.
Si immagina di avere una MISCELA costituita da TRE PROTEINE di cui una CARICA POSITIVAMENTE (c), una CARICA NEGATIVAMENTE (a) e una CARICA INTERMEDIA tra le due (b).
Al TERMINE del processo elettroforetico si vede una sorta di SEPARAZIONE di queste PROTEINE anche se non è netta: la PROTEINA CARICA NEGATIVAMENTE è quella che si è MOSSA PIU’ VELOCEMENTE all’interno della soluzione e si è SPOSTATA MAGGIORMENTE verso il POLO POSITIVO.
Al di SOTTO si ha una SOLUZIONE che contiene una MISCELA della PROTEINA a insieme alla PROTEINA b che ha una CARICA MENO FORTE.
In una PORZIONE del TUBO si vede su ENTRAMBI i LATI una MISCELA delle TRE PROTEINE a, b e c.
Nel BRACCIO CATODICO le PROTEINE che si trovano sono quelle CARICHE POSITIVAMENTE quindi c’è una MISCELA di b e c e la PROTEINA c è quella PIU’ VICINA al POLO NEGATIVO.
In un’elettroforesi in fase libera NON si ha una SEPARAZIONE NETTA delle MOLECOLE ma con una DIVERSA CONCENTRAZIONE delle MOLECOLE in DIVERSE ZONE della SOLUZIONE.
Non è un metodo risolutivo. Il fatto che si sviluppi calore durante il processo elettroforetico porta ad una diffusione termica e le correnti convettive nella soluzione portano ad un maggiore miscelamento dei fronti di separazione
Elettroforesi zonale
Si utilizzano SUPPORTI SOLIDI che vengono SATURATI con il TAMPONE con cui avviene la separazione elettroforetica.
L’utilizzo di SUPPORTI SOLIDI consente di CONCENTRARE le DIVERSE PROTEINE in ZONE MOLTO RISTRETTE e DISTINTE tra loro EVITANDO così il MESCOLAMENTO delle proteine.
I SUPPORTI utilizzati sono la CARTA, l’ACETATO DI CELLULOSA e una serie di GEL che possono essere di AGAROSIO per la SEPARAZIONE di ACIDI NUCLEICI, DI POLIACRILAMIDE per la SEPARAZIONE di PROTEINE
Elettroforesi su carta
E’ un supporto semplice. E’ un FOGLIO DI CARTA DA FILTRO che viene IMMERSO in DUE VASCHETTE contenenti il TAMPONE.
Il TAMPONE per capillarità IMBEVE il FOGLIO DI CARTA e quando è COMPLETAMENTE SATURATO con il tampone si può CARICARE il CAMPIONE.
Il campione può essere caricato anche al centro del foglio di carta dal momento che applicando la CORRENTE ali ELETTRODI che sono IMMERSI nelle VASCHETTE contenenti il tampone si può avere la SEPARAZIONE delle PROTEINE che migreranno verso l’ANODO o il CATODO a seconda della carica.
Non è un metodo risolutivo. La migrazione del campione non è molto precisa in quanto la presenza dei gruppi ossidrilici della cellulosa può determinare l’assorbimento di alcune macromolecole biologiche. Il surriscaldamento del sistema può provocare delle bruciature sulla carta stessa
Elettroforesi su acetato di cellulosa
Usato nei laboratori di analisi cliniche per la SEPARAZIONE di PROTEINE PLASMATICHE.
L’ACETATO DI CELLULOSA è un ESTERE ACETICO della CELLULOSA e dato che la maggior parte dei GRUPPI OSSIDRILICI della CELLULOSA e dato che la maggior parte dei GRUPPI OSSIDRILICI della cellulosa sono ACETATI, questo SUPPORTO ha SCARSA CAPACITA’ DI ASSORBIMENTO.
Il TAMPONE utilizzato è un tampone a pH 8.7 che determina una CARICA NEGATIVA su tutte le PROTEINE PLASMATICHE.
Il CAMPIONE viene CARICATO in prossimità del POLO NEGATIVO in modo tale che le PROTEINE possano MUOVERSI e SEPARARSI in direzione del POLO POSITIVO.
La CORSA avviene a 200 V COSTANTI per 30 MINUTI.
Viene realizzato il FISSAGGIO del CAMPIONE in ACIDO TRICLOROACETICO e le PROTEINE vengono COLORATE con ROSSO o con AMIDO BLACK.
Per avere un’analisi quantitativa percentuale la striscia viene analizzata in un densitometro a scansione che consente per ogni BANDA PROTEICA la formazione di un PICCO. L’INTENSITA’, l’AMPIEZZA e l’ALTEZZA del PICCO sono PROPORZIONALI alla DIMENSIONE della BANDA relativa a una specifica proteina.
E’ importante realizzare un protidogramma quindi l’analisi delle proteine plasmatiche perché è diagnostica di patologie: ci possono essere delle alterazioni del tracciato normale in funzione di particolari tipi di patologie
Elettroforesi su gel di poliacrilamide (PAGE)
Consente di SEPARARE PROTEINE in un RANGE di PESO MOLECOLARE da 5 a 2000 KDa.
Il SUPPORTO di POLIACRILAMIDE può essere utilizzato anche per SEPARARE delle MOLECOLE di DNA di PICCOLE DIMENSIONI (fino a 2000 pb).
Questo tipo di supporto risulta essere risolutivo per SEPARARE FRAMMENTI di DNA che differiscono anche di 1 solo nucleotide.
Sono utilizzati per i GEL DI SEQUENZA
Acrilamide
E’ una molecola pericolosa, è nociva per le vie respiratorie e gli organi interni. E’ una neurotossina pericolosa nello stato di polvere perché può essere dispersa nell’aria e inalata.
Per questo bisogna pesarla in una zona confinata se possibile sotto una cappa chimica utilizzando guanti, mascherina, occhiali.
Quando viene solubilizzata in acqua (stato liquido) è meno pericolosa perché è possibile controllarla meglio.
Quando il gel è polimerizzato (stato solido) l’acrilamide perde tossicità.
La POROSITA’ di questo GEL può essere regolata VARIANDO la PERCENTUALE di ACRILAMIDE che lo costituisce e la PERCENTUALE di BISACRILAMIDE che consente di formare dei LEGAMI CROCIATI all’interno del GEL
Polimerizzazione
Avviene facendo COPOLIMERIZZARE MONOMERI di ACRILAMIDE in presenza di PICCOLE QUANTITA’ di BISACRILAMIDE (N,N’-METILENBISACRILAMIDE).
La BISACRILAMIDE è costituita da DUE MOLECOLE di ACRILAMIDE che sono LEGATE da un PONTE METILENICO.
La BISACRILAMIDE consente di formare LEGAMI CROCIATI fra MOLECOLE LINEARI di ACRILAMIDE grazie alla presenza dei DUE DOPPI LEGAMI all’ESTREMITA’ della MOLECOLA.
Il processo di POLIMERIZZAZIONE dell’ACRILAMIDE è RADICALICO. Servono DUE ELEMENTI nella MISCELA DI REAZIONE: oltre all’acrilamide e alla bisacrilamide, si necessita di AMMONIO PERSOLFATO (APS) che è il CATALIZZATORE della reazione di polimerizzazione e di TEMED conosciuto come N,N,N’,N’-TETRAMETILETILENDIAMINA (4 gruppi metilici legati a due gruppi amminici) che ha la funzione di INIZIATORE della reazione di polimerizzazione.
Essendo la reazione radicalica, c’è bisogno di un RADICALE che INNESCHI la REAZIONE.
Il RADICALE è il RADICALE SOLFORICO che viene formato dal TEMED a partire dall’AMMONIO PERSOLFATO.
Il TEMED CATALIZZA la reazione di SCISSIONE dello IONE PERSOLFATO in DUE RADICALI SOLFORICI. I radicali sono reattivi perché l’elettrone spaiato li rende instabili e tendono ad attaccare altre molecole.
Un INIZIATORE RADICALICO va ad ATTACCARE il DOPPIO LEGAME della molecola determinando la formazione di un ALTRO RADICALE che attaccherà il RADICALE di un’altra molecola di ACRILAMIDE generando una REAZIONE RADICALICA A CATENA dove tante molecole di ACRILAMIDE sono UNITE fra loro a formare una CATENA LINEARE.
Si deve formare un GEL A MAGLIE per cui si utilizza la BISACRILAMIDE che è caratterizzata dalla presenza di DUE DOPPI LEGAMI alle ESTREMITA’ e quindi può formare dei LEGAMI CROCIATI TRASVERSALI tra le CATENE LINEARI di ACRILAMIDE.
Finché all’interno della miscela di reazione non viene inserito il temed, la reazione non parte
Fotopolimerizzazione
La RIBOFLAVINA consente la fotopolimerizzazione dal momento che per ATTIVARE la RIBOFLAVINA la SOLUZIONE deve essere ILLUMINATA con una LUCE MOLTO INTENSA per qualche ORA (2 o 3 ore).
Questo porta alla formazione di un RADICALE RIBITOLO con la SCISSIONE della molecola di RIBOFLAVINA.
Questo RADICALE è l’INIZIATORE della REAZIONE DI POLIMERIZZAZIONE.
La riboflavina si utilizza per elettroforesi condotte a pH ACIDO, mentre per le elettroforesi condotte a pH NEUTRO o BASICO si usa l’accoppiata TEMED/APS
Porosità del mezzo di supporto
La DIMENSIONE delle MAGLIE del GEL può essere regolata VARIANDO il RAPPORTO ACRILAMIDE/BISACRILAMIDE all’interno del gel.
Ci sono DUE PARAMETRI che consentono di REGOLARE la DIMENSIONE delle MAGLIE del gel.
Si può VARIARE la QUANTITA’ di ACRILAMIDE in relazione ad un PARAMETRO chiamato %T oppure si può VARIARE la QUANTITA’ di LEGAMI CROCIATI all’interno del gel e questo PARAMETRO è CONTROLLATO dalla %C.
La %T è quella che dà la QUANTITA’ di GRAMMI di ACRILAMIDE e BISACRILAMIDE riferita a 100 ml di SOLUZIONE. Di norma la quantità di ACRILAMIDE è SUPERIORE rispetto a quella della bisacrilamide.
La %C è quella che dà la QUANTITA’ di BISACRILAMIDE in GRAMMI per 100 ml rispetto alla QUANTITA’ TOTALE di ACRILAMIDE e BISACRILAMIDE sempre calcolata in g/100 ml. Il RAPPORTO viene MOLTIPLICATO per 100
Soluzioni convenzionali di acrilamide e bisacrilamide
Disponibili in commercio.
Viene indicato il RAPPORTO ACRILAMIDE/BISACRILAMIDE in g/100 ml di SOLUZIONE, per esempio 37.5:1 che significa che ci sono 37.5 g di ACRILAMIDE e 1 g di BISACRILAMIDE su una SOLUZIONE di 100 ml.
Di conseguenza VARIA la %T e la %C.
Per la SEPARAZIONE di PROTEINE ad ALTO PESO MOLECOLARE si usa un RAPPORTO di ACRILAMIDE/BISACRILAMIDE 37.5:1 con un NUMERO di LEGAMI CROCIATI che NON è ELEVATO quindi NON si possono fare MAGLIE del gel troppo STRETTE altrimenti si impedirebbe un movimento di queste proteine.
Se le PROTEINE sono di più PICCOLO PESO MOLECOLARE il NUMERO dei LEGAMI CROCIATI tende ad AUMENTARE quindi le MAGLIE del GEL sono più STRETTE
Ottenere gel a porosità differente
In genere si VARIA la %T mentre il NUMERO di LEGAMI TRASVERSALI rimane COSTANTE perché si PARTE da una SOLUZIONE STOCK che si ha in laboratorio (es. 29:1 quindi uno stock al 30% di T).
Questo STOCK viene DILUITO.
Immaginando di voler realizzare un gel al 15% di acrilamide, partendo da uno stock al 30% si deve diluire 1:2.
In questo modo si DILUISCE la QUANTITA’ di ACRILAMIDE e BISACRILAMIDE, ma la %C rimane UGUALE perché facendo il calcolo 1/30 si ottiene 3.3%. Se di questa soluzione stock si fa una diluizione 1:2 e si ottiene una soluzione al 15% di acrilamide, è stata diluita 1:2 anche la quantità di acrilamide/bisacrilamide.
Quindi si hanno 14.5 g di acrilamide e 0.5 g di bisacrilamide.
Alla fine si deve fare 0.5/15 e come %C si ottiene 3.3%.
Gel per separare proteine di diverse dimensioni
- PROTEINE DI ELEVATO PESO MOLECOLARE (fino a 150000 Da): GEL 5-12% T
- PROTEINE DI DIMENSIONI INTERMEDIE (10000-80000 Da): GEL 10-15% T
- PROTEINE PICCOLE (PM< 15000 Da): GEL %T ELEVATE
Gel in gradiente
Si può preparare se si ha DIFFICOLTA’ a SCEGLIERE una %T perché il CAMPIONE PROTEICO è complesso e caratterizzato da PROTEINE AD ALTO e BASSO PM.
Si prepara un GEL la cui POROSITA’ VARIA: si hanno MAGLIE PIU’ STRETTE sul FONDO del GEL e MAGLIE PIU’ LARGHE man mano che ci si SPOSTA verso la SOMMITA’ del GEL.
Questo consente di SEPARARE PROTEINE che hanno PM DIVERSI fra loro.
Con un gel a maglie piccole le proteine più grandi non si separerebbero e si vedrebbero in un’unica banda mentre le proteine a basso PM sarebbero separate.
Con un gel a maglie più grandi sarebbe possibile separare solo le proteine a alto PM.
Il GRADIENTE è DECRESCENTE DAL BASSO VERSO L’ALTO