lezione 12 Flashcards
(25 cards)
particolarità della reduplicazione
uno dei pochissimi temi che sono stati affrontati in profondità nella linguistica tipologica. nella semantica di molte lingue indica intensificazione.
cosa può veicolare la reduplicazione
sia intensificazione sia approssimazione, sia con reduplicazione continua che discontinua a dipendenza della lingua
come funziona la reduplicazione per le lingue europee?
per molte di queste si dice che non è un processo produttivo
c’è la reduplicazione in italiano?
se lo intendiamo come processo strettamente morfologico no, ma in un’ottica più ampia se si rinuncia a una rigida divisione tra “reduplicazione” (morfologica) e “ripetizione” (sintattica) notiamo che ci sono una serie di pattern meritevoli di indagine
dove si riscontrano i valori approssimanti nella reduplicazione?
Valori approssimanti si riscontrano sia nella reduplicazione ‘canonica’ sia in quella ‘non-canonica’ (Stolz 2018), compresa la cosiddetta ‘reduplicazione discontinua’ (Mattiola & Masini 2022), che si configura come una reduplicazione “where other morphological material may appear between the reduplicant and the base”
pattern di approssimazione con reduplicazine in italiano
N-non-N, formato da un nome reduplicato con l’avverbio di negazione non interposto che dà luogo a un nominale complesso. viene identificato tramite lo studio sui corpora
caratteristiche del pattern N-non-N
è un pattern produttivo in italiano:
Ci sono moltissime neo-formazioni, anche estemporanee
N-non-N seleziona preferibilmente nomi ‘corti’ (bi/trisillabici)
Le proprietà formali e semantiche del pattern non sono del tutto predicibili
ci sono alcuni item con frequenza molto elevata ma molti a bassa frequenza, nuove formazioni che non si consolidano. per il resto non ha grandi restrizioni, è produttivo sia con nomi concreti che astratti
caratteristiche della semantica di N-non-N
complessa e non predicibile, la lettura non è letterale anche sommando le varie parti del pattern. l’interpretazione non è mai letterale e dipende fortemente dal contesto.
In generale, il pattern N-non-N opera una ‘approssimazione’ del concetto veicolato da N, producendo una semantica non strettamente composizionale
cosa si intende per proprietà semantiche non predicibili del pattern N-non-N
Il significato che emerge in queste espressioni può essere molto complesso e specifico: Questo innesca un’interpretazione non letterale, non sempre facile da prevedere e fortemente dipendente dal contesto
che tipo di valore veicola il pattern N-non-N
un valore di non-prototipicità: Costruisce un concetto (basato su N) che è un’istanza (molto) periferica della categoria
N, per qualche motivo che deve essere ricostruito dal lettore/interlocutore. Il tipo di ‘deviazione’ dal prototipo messa in atto dal pattern non è sempre di facile definizione e può cambiare da contesto a contesto
cosa succede quando costruisco un pattern N-non-N
viene costruito un concetto che è un esemplar periferico della categoria, ma il motivo per cui il concetto è periferico va interpretato dall’interlocutore in base al contesto di riferimento.
cosa si intende per linee di deviazioni?
quando uso il pattern N-non-N il range del contesto è molto ampio, ma ci sono delle linee di deviazioni dallo standard che sembrano essere una tendenza
quali sono le principali linee di deviazione dallo standard
-la mancanza di una o più proprietà salienti/definitorie di N
- la mancanza di uno o più parti/ingredienti salienti di N
- la mancanza di una funzione/scopo condiviso con N
- la mancanza dei processi/fattori che creano N, pur avendo magari una funzione simile
cosa ci ricordano queste deviazioni?
I qualia di Pustejovsky (1995)
altro tipo di reduplicazione nominale
reduplicazione semplice per cui semplicemente ripeto il nome in questione
che rapporto c’è tra questi due pattern di reduplicazione?
sono due strutture semanticamente opposte: il primo pattern (N-non-N) indica approssimazione, il secondo prototipicità.
qual è il valore della reduplicazione nominale semplice?
se ne parla come se indicasse intensificazione, ma indica anche l’essere prototipo stesso. Se l’approssimazione e l’intensificazione sono espresse in molte lingue da un’enorme varietà di mezzi (morfologici, lessicali, sintattici, prosodici), la prototipicità sembra essere meno espressa e quindi viene studiata meno
si indica il prototipo nel sistema lingua?
Normalmente, nella modulazione della referenza si attenua/approssima da un lato, e si intensifica dall’altro, mentre il prototipo (o «norma» o «standard» o «default») viene dato per scontato
in quale quadrante dovrebbe trovarsi la prototipicità?
se si trattasse di una funzione valutativa a sé stante, apparterrebbe al quadrante qualitativo positivo come l’intensificazione perché percepita come qualcosa di opposto all’approssimazione.
come distinguo prototipicità e intensificazione?
non sempre metto il focus sul prototipo intensificandolo, anche se sono due operazioni che si accavallano e sono entrambe positive. restano difficili da distinguere.
come si marca la prototipicità?
Nel Grandi & Körtvélyessy (2015) sono poche le lingue per le quali viene identificata una costruzione morfologica che veicola il valore di autenticità/prototipicità, che può però essere espressa attraverso vari altri mezzi
come si esprime la prototipicità in italiano?
Una primissima esplorazione rivela che la prototipicità può essere espressa attraverso vari mezzi:
- Tra quelli morfologici troviamo la già citata reduplicazione nominale
- Sempre in ambito morfologico, il caso del suffisso -issimo aggiunto a nomi pare avere una funzione simile, anche se non identica
- Tra i mezzi lessicali troviamo, ad esempio, gli aggettivi vero e vero e proprio che in alcune lingue diventano anche marche morfologiche
- strategie che fanno appello al concetto di completezza
- strategie che fanno appello al concetto di giusto
- strutture che fanno appello a concetti metalinguistici come “con la X maiuscola”
differenza tra reduplicazione nominale e suffisso -issimo
il secondo ha un effetto più intensificante, anche se nel nome questa funzione è molto meno marcata che nell’aggettivo
rapporto marche di approssimazione da un lato e di prototipicità dall’altro
i dominii sorgenti sono concettualmente opposti: per esempio usiamo falso per la prima e vero per la seconda, o quantità piena contro quantità parziale.