lezione 6 Flashcards
(29 cards)
quando si applica la competizione?
si applica a tutte quelle situazioni in cui c’è più di un modo per veicolare un determinato tipo di funzione, situazioni in cui ci sono più modi che competono per esprimere uno stesso significato o lessema. Le due costruzioni possono essere unità linguistiche di molti tipi diversi.
chi è il principale studioso di competizione linguistica?
Il concetto di competizione in linguistica è stato studiato principalmente in morfologia teorica, soprattutto a partire da Aronoff (1976), che introduce la nozione di blocco (blocking)
cosa si intende per blocco
la non-occorrenza di una forma per la presenza di un’altra forma che assolve già la stessa funzione. C’è un’azione di blocco nel sistema linguistico quando per esempio potrei verbalizzare un nome ma non lo faccio perché esiste già un termine che ne assolve la funzione nominale nel sistema lessicale di quella lingua
qual è la causa del blocco?
la sinonimia, Il conio di una nuova parola viene bloccato se nella lingua esiste già una parola con lo stesso significato (per evitare ridondanze)
come avviene il blocco a livello morfologico?
È un fenomeno che riguarda in grandissima parte la derivazione, ma in minima parte anche la flessione (es. formazione del participio perfetto in italiano).
chi parla di blocco prima di Aronoff?
Paul, che afferma che la competizione tra espressioni linguistiche sinonimiche è un fattore essenziale nello sviluppo storico delle lingue: due sinonimi quasi mai sono tali in ogni contesto discorsivo, ma lo applica all’asse diacronico e osserva che forme sinonimiche emergono e possono coesistere anche se si nota una differenziazione.
cos’è il Loi de répartition?
fenomeno coniato da Bréal che nota che nota che la sinonimia quasi mai è totale ma parole diverse devono avere uno scope diverso dal punto di vista semantico. i parlanti avvertono intuitivamente che parole diverse debbano avere significati diversi, quindi la sinonimia tra forme diventa in realtà parasinonimia
cosa dice McCawley sulla sinonimia
Fa appello al principio del minimo sforzo e alla nozione di implicatura conversazionale, Se un parlante vuole riferirsi al concetto ROSA, mi aspetto che usi pink (minimo sforzo); se usa pale
red allora probabilmente si sta riferendo a un’entità diversa da pink (implicatura conversazionale)
in generale, cosa afferma la semantica lessicale sulla sinonimia?
In semantica lessicale si parla di quasi-sinonimi (near-synonyms), poiché si ritiene che la sinonimia perfetta tra lessemi non esista a livello di denotazione, connotazione e distribuzione.
che ruolo ha la distribuzione con la sinonimia?
. In ottica moderna si parla anche di distribuzione in riferimento alla sinonimia totale: devo tenere conto dell’uso non solo nella situazione comunicativa ma anche la sua distribuzione e quanto viene usata nei vari contesti. Due termini che sono vicini a nei termini di denotazione e connotazione, nell’uso possono essere usati in contesti tipicamente diversi
quanti e quali tipi di blocco esistono?
Si possono identificare due diversi tipi di blocco: lexical blocking (competizione tra parole) e type blocking (competizione tra affissi o regole morfologiche)
cosa si intende per parole possibili?
sono parole che si oppongono a quelle esistenti, precedute da º e non da * perché non sono malformate, semplicemente non esistono, è un altro tipo di formalismo).
cosa sono le parole potenziali
sono quelle parole che, data l’occasione giusta, si possono attualizzare. In questo momento non esistono ma potrebbero essere coniate e stabilizzarsi nel lessico. L’occasione giusta può essere dettata da molti fattori diversi. Possono essere base intermedia per la formazione di nuove parole che vengono a loro volta attualizzate.
caratteristiche delle parole potenziali
Le parole potenziali possono…
* diventare esistenti (actual) in qualsiasi momento, data l’occasione giusta (bisogno comunicativo,
contesto adeguato, ecc.; es. melonizzare)
* servire da base intermedia per la formazione di nuove parole (es. posso coniare sul momento
melonizzabile anche senza che “esista” melonizzare)
come si dividono le parole possibili e chi effettua questa distinzione
Rainer nel 2012 afferma che parole possibili in realtà sono di due tipi diversi: possiamo parlare di parole potenziali e di parole virtuali.
parole virtuali
sono parole che sono possibili e non esistenti non per una questione di occasione ma perché sono state bloccate da qualcos’altro e non possono servire da base intermedia per la formazione di nuove parole.
cos’altro afferma Reiner che contribuisce alle teorie della competizione?
il blocco è una nozione non assoluta ma è una questione di frequenza, che lo influenza con più o meno forza: più una parola è frequente, più è radicata nel nostro lessico mentale, più effetto bloccante avrà su eventuali competitori.
cosa si intende per relatività del blocco
Se il blocco è condizionato da fattori di frequenza, allora anche la nostra teoria morfologica o del lessico mentale dovrà tenere conto in qualche modo di
frequenza e uso: il meccanismo stesso del blocco è relativo e non assoluto
cosa afferma Paul rispetto al rapporto blocco-frequenza
Più la parola bloccante è frequente e più sarà forte il suo potere bloccante nei confronti della parola da coniare. I bambini tendono a “bloccare” di meno perché il loro lessico non è ancora ricco, completo e stabile.
quando si complica la questione della competizione?
Il quadro si complica quando le possibili alternative sono molte più di due: in italiano, per esempio, abbiamo un quadro derivazionale abbastanza ricco per la creazione di nomi deverbali, non tutti hanno però la stessa spinta dal punto di vista della produttività: -zione e -mento sono i più produttivi.
cosa si intende per forza del blocco
La forza del blocco è il risultato della tensione tra la produttività dell’affisso/pattern concorrente e la
frequenza/radicamento della parola bloccante
perché -zione e -mento sono in competizione?
Gaeta fa un’analisi di questi due suffissi perché sono i due che sono più in competizione anche perché entrambi spingono molto dal punto di vista della produttività. Si vedono delle tendenze ma non delle regole rigide su chi derivi cosa.
cos’è la teoria della competizione
redatta da Aronoff, è una teoria quasi evoluzionistica che viene proposta in ambito morfologico. come in ecologia abbiamo una lotta per l’esistenza tra le singole specie, così nel linguaggio naturale abbiamo espressioni che competono per conquistare la stessa nicchia semantica.
da dove deriva la teoria della competizione
si ispira all’assioma dell’esclusione competitiva di Gause che afferma che due specie che hanno esigenza di una stessa nicchia ecologica non possono co-esistere in uno stesso ambiente stabile per molto tempo. Una delle due specie col tempo diventerà meno efficiente e perderà terreno nei confronti dell’altra.