lezione 3 Flashcards
(31 cards)
cosa sono le relazioni semantiche?
Con relazioni semantiche si intendono le strutture associative (Saussure) e poi paradigmatiche. Sono relazioni che collegano parole ad altre parole in assenza, all’interno del lessico mentale.
caratteristiche delle relazioni semantiche
Sono relazioni in absentia che contribuiscono alla scelta, da parte del parlante, di una parola piuttosto che un’altra in un dato contesto, sono studiate soprattutto nella semantica lessicale
cos’è l’antonimia
è una relazione di incompatibilità semantica di due parole relativamente a una determinata dimensione, che può essere anche molto specifica e che va specificata.
problema principale legato all’antonimia
Non tutte le parole hanno però degli antonimi “ovvi”: Ci sono delle dimensioni di contrasto in alcuni sistemi linguistici che non sono chiaramente identificabili o sono termini non lessicalizzati (es. qual è l’antonimo di biblioteca?)
cos’è l’enantiosemia?
tipo particolare di antonimia per cui alcune parole possono veicolare dentro lo stesso lessema due significati opposti (ospite, affittare)
principale distinzione di antonimi
La distinzione maggiore è quella tra antonimi gradabili e non gradabili: in un caso abbiamo un’esclusione netta, nell’altro tra i due poli trovo un continuum, una gradazione.
- Non gradabili: o contraddittori, un termine si definisce escludendo l’altro.
- Gradabili: o contrari (in alcune proposte antonimi), istituiscono una scala tra due punti intermedi e consentono così tutta una serie di operazioni.
cosa si intende per neutralità
Nelle coppie di antonimi gradabili, a volte uno dei due termini agisce da termine ‘neutro’ (uncommitted) in alcune costruzioni. i due termini sono asimmetrici, uno dei due può essere usato in situazioni specifiche per coprire l’intera scala.
altri tipi di antonimia
Converse opposition
Directional opposition: stesso termine da posizioni opposte
Reversive opposition: applicato specialmente a verbi in quanto tiene conto della dimensione temporale, in cui un termine indica il ritorno di uno stato precedente all’effettuare un’azione.
che forma hanno gli antonimi?
Il caso canonico è quello di due lessemi differenti che indicano opposizione, alcune lingue hanno anche dei mezzi morfologici per indicare questi fenomeni, tra cui anche l’italiano, lingua che utilizza un’ampia gamma di pressi di negazione.
che differenza c’è tra antonimi morfologici e antonimi lessicali?
tra i due termini si creano dei rapporti quasi di sinonimia, in alcuni casi non è ovvio decidere quale sia l’antonimo di qualcosa in quanto semanticamente i due termini coprono gradi di specificità diversi. Inoltre, in diversi casi c’è anche un surplus semantico diverso, come se ci fossero vari sensi attivati dall’una o dall’altra parola senza che questi entrino in contrapposizione. Non si ha ancora rispetto a questa questione una risposta definitiva.
antonimia in rapporti sintagmatici
gli antonimi nei testi tendono a comparire nello stesso contesto in tutta una serie di strutture, in un certo senso quasi ad attrarsi, per esempio ella formazione di locuzioni con significato idiomatico o nella formazioni di ossimori
cos’è la meronimia
relazione che codifica il concetto di parte, la relazione parte-tutto per cui ad esempio dito è meronimo di mano e mano è olonimo di dito.
cos’è il meronimo
termine che indica la parte
cos’è l’olonimo
termine che indica il tutto
perché la meronimia è una relazione importante?
È una relazione semantica fondamentale anche perché sembra essere la relazione responsabile per tutta una serie di pattern di polisemia nelle lingue. È stato riscontrato che ci sono molte lingue in cui abbiamo un termine solo per indicare meronimo e olonimo.
cos’è la colessificazione?
il fatto che un solo termine copra due concetti che in almeno un’altra lingua sono codificati con due sistemi differenti.
i primi studi di questo fenomeno vengono fatti riguardo le parti del corpo
cos’è l’iponimia?
rapporto che codifica le relazioni di tipo, quando parlo di iponimo e iperonimo sto costruendo delle tassonomie andando ad agire su un asse specifico di generalità. L’iponimia si basa sulla nozione di inclusione in una classe
caratteristiche dei rapporti di iponimia
La particolarità è che si tratta di relazioni gerarchiche per cui chi sta sopra è iperonimo di chi sta sotto. Il rapporto tra i due termini può essere diretto o indiretto. Non è una gerarchia transitiva, la tassonomia che sto costruendo ha una direzionalità.
cosa sono i co-iponimi?
caso in cui mi trovo davanti a due termini che si trovano nello stesso gradino della scala per quanto riguarda il livello di genericità.
iponimo e iperonimo
- Iponimo: termine più specifico, su un gradino più basso della scala
- Iperonimo: termine più generico rispetto al suo iponimo, su un gradino più alto della scala
iponimia e funzione comunicativa
la pressione nel produrre può portare il parlante a non riuscire a recuperare velocemente una parola precisa dal lessico, oppure non è così conveniente essere precisi, può essere più efficace dal punto di vista comunicativo rimanere un po’ più vaghi (dipende dalla situazione comunicativa). In questi casi sfrutto le mie conoscenze di iponimia e vado ad utilizzare un iperonimo in base, per esempio, alla persona con cui sto parlando.
strutture grammaticali di iponimia
La relazione di iponimia è sfruttata in maniera sistemica dalle lingue con i classificatori
In queste lingue, gli elementi nominali contengono obbligatoriamente una marca morfologica che riconduce quel nominale a una classe di oggetti più ampia caratterizzata da determinate proprietà
problemi di terminologia
, molte lingue non hanno termini per dei concetti tipicamente iperonomici: quello di iperonimo è un concetto relazionale e non assoluto, ci sono lingue in cui l’informazione concettuale non viene codificato come lessema ma come tipo di classificatore. I classificatori sono più delle espressioni grammaticali della relazione di iperonimia, non hanno valore solo all’interno del lessico.