Sport - Cap. 9 - Attività fisica e processi di invecchiamento Flashcards

(8 cards)

1
Q

Quali sono i principali cambiamenti demografici ai quali sta andando incontro l’Europa negli ultimi anni, e quali sono i principali problemi sul piano della salute che verranno resi più impellenti da questi cambiamenti?

A

Aumento generalizzato della popolazione anziana over 60 (35% nel 2050), e anziana anziana (maggiori di 80).
Si prevede dunque un aumento del numero di persone, sia assoluto che percentuale, afflitte da patologie croniche e debilitanti.
E’ in questa cornice che si inseriscono i programmi come il “Global Movement for Active Aging”.

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2
Q

Secondo le linee guida dell’American College of Sports Medicine, quale dovrebbe essere l’intensità dell’attività motoria sufficiente per ottenere benefici significativi sul piano della salute nei soggetti anziani?

A

L’attività motoria sufficiente per ottenere benefici significativi non deve essere necessariamente aerobica o vigorosa, tant’è che si parla di “rendere mobili le persone”, senza fare riferimento a particolari livelli di fitness. Nelle linee guida citate, si sottolinea l’importanza di svolgere anche solo 30 minuti di attività motoria giornaliera nella maggior parte dei giorni della settimana, includendo nell’attività ogni azione che comprenda un sostanziale dispendio energetico (camminare, fare le scale)

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3
Q

Quali sono i principali risultati degli studi che hanno valutato gli effetti dell’attività fisica sui livelli di funzionalità motoria negli anziani e quali sono le misure utilizzate nei principali studi epidemiologici per stimare questa variabile?

A

Le misure usate principalmente in studi epidemiologici su larga scala sono:
- misure self-report (possono risentire del deterioramento cognitivo) come le ADL (Activities of Daily Living: vestirsi, mangiare, camminare, prendersi cura di sé) e IADL (Instrumental Activities of Daily Living: uso del telefono, cucinare, uso di auto o mezzi pubblici, …) e della mobilità (intesa come capacità di muoversi autonomamente - variabile cruciale nel mantenimento dell’indipendenza e della qualità della vita)

I risultati sono coerenti:

  • l’attività motoria è un fattore di protezione rispetto al declino funzionale
  • l’attività motoria è correlata positivamente sia con prestazioni fisiche di base che con abilità funzionali superiori (ADL, IADL, mobilità generale)
  • attività differenti (camminare, fare giardinaggio, attività fisica vigorosa) non sembrano avere effetti differenziati (rispetto al mantenimento della mobilità)
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4
Q

Quali sono i principali problemi degli studi condotti per valutare gli effetti dell’attività fisica sul funzionamento cognitivo negli anziani?

A

In genere ci sono pochi studi longitudinali (in maggioranza trasversali e non sperimentali) che hanno affrontato l’argomento, e i risultati di questi sono comunque poco chiari poiché:

  1. gli strumenti utilizzati erano poco sensibili
  2. è stata spesso trascurata l’importanza di adeguati gruppi di controllo
  3. è molto alto il rischio di sottostimare la variabile “scolarizzazione” (positivamente correlata sia con l’attività fisica che con un ridotto declino cognitivo)
  4. sembra che l’attività fisica influenzi la prestazione cognitiva solo in compiti caratterizzati da novità e notevoli richieste attentive

In ogni caso, le conclusioni più chiare sono:
- in caso di anziani con compromissioni del funzionamento cognitivo l’attività fisica ha un effetto positivo (ma questo effetto è meno chiaro in individuo con un funzionamento cognitivo ancora adeguato)

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5
Q

Quali sono i dati sulla diffusione nei differenti paesi dell’attività fisico-sportiva in soggetti che hanno superato il 65* anno di età?

A

Considerazioni generali:

  • l’attività fisica decresce con l’età (brusco crollo in concomitanza dell’inizio del lavoro e della formazione della famiglia)
  • attività fisica maggiore nei maschi (non in Gran Bretagna, in cui non c’è differenza in base al genere)
  • attività fisica maggiore in funzione di scolarizzazione e SES

Considerazioni specifiche:

  • in Canada e in Finlandia si riscontra un incremento di AF negli over 65 rispetto alle fasce d’età immediatamente precedenti
  • In Svezia, l’AF moderata nel tempo libero è più frequente negli over 65 che in tutte le altre fasce d’età
  • Negli USA, se si tiene conto dell’intensità dell’AF, si osserva comunque un aumento negli over 65
  • In Italia, al 1998, gli over 65 che praticano AF con frequenza costante sono il 3,1% (leggermente maggiori i maschi se il dato viene disaggregato)
  • In Italia: Nord Italia (3,3%), Centro (1,9%), Sud e Isole (1,2%)
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6
Q

Quali sono le variabili che, secondo la teoria del comportamento pianificato, sono alla base del comportamento degli individui? Gli studi che hanno investigato i comportamenti di pratica sportiva nei soggetti anziani, quale rilevanza attribuiscono a queste variabili?

A

Teoria del comportamento pianificato:
Intenzione (maggior predittore del comportamento) in funzione di:
- norme soggettive (derivate da credenze normative)
- atteggiamenti (derivati da credenze comportamentali)
- Controllo comportamentale percepito (derivato da credenze sul controllo); può avere un effetto diretto sul comportamento (bypassando l’intenzione)

Che rilevanza viene attribuita alle singole variabili per spiegare l’AF negli anziani?
1. atteggiamenti: in genere viene confermata l’influenza sul comportamento specifico (AF). Si rileva una diminuzione degli atteggiamenti positivi verso l’AF in funzione dell’invecchiamento

  1. norme soggettive: dati contraddittori. Sembra comunque che un incoraggiamento da parte dell’ambiente (medico, amici, famiglia con tradizioni sportive) sia determinante
  2. controllo comportamentale percepito: sembra la componente più importante nel determinare l’AF regolare e l’intenzione di svolgerla
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7
Q

Quali variabili disposizionali sono state messe in relazione con la pratica sportiva negli anziani? Con quali risultati?

A

Le variabili più studiate sono:

  • autoefficacia
  • ottimismo
  • locus of control
  • motivazione verso la propria salute
  • consapevolezza del proprio stato di salute

Vista la forte correlazione interna fra queste variabili, alcuni autori (Lauriola et al., 2000) le hanno raggruppate in due fattori generali:
1. “gestione generale della propria salute”: correlato con percezione di responsabilità in merito al proprio stato di salute, motivazione alla preservazione della stessa, percezione di autoefficacia (so come posso farlo)

  1. “aspettative negative”: correlato positivamente con valutazioni negative del proprio stato di salute, sentimenti di vulnerabilità davanti alla malattia, elevati livelli di ansia e preoccupazione di fronte ad essa

Studi sulla popolazione anziana italiana mettono in luce la correlazione tra il primo fattore e l’AF (e in generale comportamenti di promozione della propria salute), ma non con il secondo

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8
Q

Quali sono le variabili che influenzano il comportamento nella teoria social-cognitiva (ad es. Bandura)?

A

Comportamento influenzato da tre meccanismi di autoregolazione:
1. Autoefficacia percepita: dovrebbe mediare l’intenzione, l’impegno e la persistenza del comportamento. Alcuni studi ne hanno confermato la rilevanza.

  1. Aspettative del risultato
  2. Obiettivi personali
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