astrocitomi Flashcards

1
Q

classificazione

A

Gli astrocitomi sono tumori con vari gradi di anaplasia, e comprendono:
- ASTROCITOMA PILOCITICO (GRADO 1)
- ASTROCITOMA INFILTRANTE (GRADO 2-3)
- ASTOCITOMA ANAPLASTICO (GRADO )
- GLIOBLASTOMA (GRADO 4)

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2
Q

tipi principali

A
  • Astrocitomi infiltranti
  • Astrocitomi non infiltranti
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3
Q

forma più comune astrocitomi

A

Astrocitoma pilocitico,

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4
Q

astrocitomi infiltranti, definizione

A

Gli astrocitomi infiltranti sono dei tumori dotati di maggior grado di malignità (GRADO 2-3) rispetto agli astrocitomi pilocitici

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5
Q

epidemiologia, astrocitomi infiltranti

A

rappresentano circa 80% dei tumori cerebrali primitivi adulto, colpiscono in genere in età più avanzata (IV-VI decade) Rappresentano l’80% dei casi di tumori cerebrali primitivi

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6
Q

localizzazione astrocitomi infiltranti

A
  • Principalmente in emisferi cerebrali,
  • Possono anche svilupparsi in cervelletto , tronco encefalico e midollo spinale
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7
Q

segni e sintomi, astrocitomi infiltranti

A
  • Crisi epilettiche,
  • Cefalea
  • Deficit neurologici focali,
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8
Q

astrocitomi infiltranti , spettro di differenziazione istologica

A

la differenziazione correla con la prognosi, il glioblastoma è del iv stadio,

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9
Q

macroscopia astrocitomi infiltranti

A

Massa mal definita di consistenza molle, con aree di degenerazioe cistica e colore grigiastro, tende ad infiltrare il parenchima circostante distorcendolo.

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10
Q

dimensioni astrocitomi infiltranti

A

Presenta dimensioni variabili da pochi cm sino ad occupare un intero emisfero. Distorsione del parenchima

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11
Q

microscopia astrocitomi infiltranti

A

Presenta una certa eterogeneità nell’organizzazione istologica, con cellularità
moderata o marcata e atipie cellulari variabili (dipende dal grado 2 o 3). Possiamo avere la proliferazione di astrociti fibrillari (variante fibrillare), con spazi microcistici, o di cellule definite gemistociti, con nucleo eccentrico e citoplasma intensamente eosinofilo. Astrociti fibrillari o gemistocitici, con moderato o marcato aumento cellularità
Atipia nucleare, attività mitotica, necrosi e proliferazione dei vasi quai assente,
In base al grado possiamo anche avere maggiore o minore proliferazione dei vasi e un attività mitotica più o meno importante (indice di proliferazione del 5-10%).

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12
Q

astrocitoma diffuso, aspetto macroscopico

A
  • Tumore infiltrante mal definito, grigiastro,
  • Espansione e distorsione area cerebrale invasa,
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13
Q

grandezza astrocitoma diffuso,

A

variano da grandezza di pochi centimetri ad enormi lesioni che occupano anche intero emisfero

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14
Q

superficie di sezione astrocitoma diffuso

A
  • Tumore molle o consistente, gelatinosa
  • Aree di degenerazione cistica,
  • Tumore può risultare particolarmente delimitato rispetto al circostante tessuto cerebrale
  • Infiltrazione oltre i margini sempre presnti,
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15
Q

MICROSCOPIA ASTROCITOMA DIFFUSO

A

astrocitomi diffusi caratterizzati da un incremento da lieve a moderato della cellularità gliale,
- Passaggio tra tessuto neoplastico e tessuto normale non è facilmente distinguibile

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16
Q

ASTROCITOMI ANAPLASTICI, MORFOLOGIA

A
  • Regioni più densamente cellulate,
  • Presentano pleomorfismi nucleare maggiore,
  • Frequenti figure mitotiche,
  • caratterizzata a livello microscopico da notevole atipia cellulare, con grossi nuclei pleomorfici e ipercromici, evidenti mitosi, e variabile presenza di componente fibrillare (fibre di Rosenthal)
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17
Q

DEFINIZIONE ASTROCITOMA ANAPLASTICO

A

L’astrocitoma anaplastico è massa solida a principale localizzazione emisferica,

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18
Q

ASTROCITOMA GEMISTOCITICO, DEFINIZIOEN

A

neoplasie in cui l’astrocita è il tipo cellulare predominante,

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19
Q

GLIOBLASTOMA, MALIGNITA’

A

Tra i tumori di origine neuro-ectodermica, il glioblastoma è quello dotato di maggiore malignità (GRADO 4),come testimonia l’importante eterogeneità istologica che può presentare, con aree di variabile differenziazione sarcomatosa

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20
Q

GLIOBLASTOMA, EPIDEMIOLOGIA

A

Rappresenta il 60-75% di tutti i tumori astrocitari, interessa l’età adulta,

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21
Q

PROGNOSI GLIOBLASTOMA

A

neoplasia che ha una prognosi terrificante. Si tratta di una neoplasia estremamente maligna, molto aggressiva,

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22
Q

GLIOBLASTOMA, TIPI

A
  • Primitivo
  • Secondario
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23
Q

macroscopia, glioblastoma

A
  • caratteristiche variazioni dell’aspetto macroscopico del tumore da una regione all’altra
  • alcune zone sono dure e di colore biancastro, altre sono molli e giallastre come conseguenza della necrosi tissutale,
  • altre regioni mostrano degenerazione cistica ed emorragica
  • Massa scarsamente delimitata, di colorito grigiastro spesso ampiamente necrotico (aree giallognole), invade rapidamente il parenchima cerebrale, passando anche da un emisfero all’altro (aspetto caratteristico “a farfalla”), mentre è difficile che vada nello spazio subaracnoideo
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24
Q

microscopia, glioblastoma

A
  • simile ad astrocitoma anaplastico
  • Aree periferiche ipercellulate soffici
  • Presenta, nella forma classia, astrociti pleomorfi marcatamente atipici che si dispongono a palizzata attorno a molteplici aree necrotiche.
  • Cellule astrocitarie anaplastiche, pleomorfe. Moltissime sono le mitosi (indice di
    proliferazione 15-20%). C’è anche grande proliferazione vascolare, con i vasi che presentano caratteristico endotelio rigonfio, tant’è che vengono “vasi glomeruloidi” perché si assomigliano quasi al glomerulo renale. Il glioblastoma può presentare estrema eterogeneità istologica, con strutture epiteliali, cellule dell’oligodendroglioma, differenziazione sarcomatosa, gemistociti, ecc.
  • necrosi e proliferazione vascolare
  • spesso necrosi del glioblastoma si dispone in aree serpiginose nelle zone di ipercellularità
  • cellule tumorali si raccolgono lungo i margini nelle regioni necrotiche, con un aspetto definito a pseudo palizzata,
  • proliferazione delle cellule vasali caratterizzata da ciuffi di elementi vascolari impilati che protrudono nel lume vasale,
  • Proliferazione delle cellule vascolari può essere marcataa formare una struttura simile al gomitolo, il corpo glomeruloide,
  • Nella condizione conosciuta come gliomatosi cerebrali molte aree cerebrali, talora intero cervello, infiltrate da astrociti neoplastici,
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25
Q

genetica glioblastoma

A
  • Alterazioni frequenti astrocitomi, colpiscono p53, iperespressione pdgfa ed il suo recettore,
  • Rb, p16
  • Amplificazione mdm2
  • Egfr
  • Attivazione via di ras e chinasi pi 3
  • Colorazione immunoistochimica. Può essere utile quando il quadro non è totalmente chiaro. Si valutano il mib-1, ci dà l’indice di proliferazione cellulare, il marcatore per le strutture vascolari, cd34.
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26
Q

quadri clinici possibili glioblastoma

A
  • Glioblastoma primitivo, malattia di nuova insorgenza, tipicamente negli individui più anziani,
  • Glioblastoma secondario, progressione di un astrocitoma di basso grado,
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27
Q

localizzazione glioblastoma

A
  • presenta tipica localizzazione agli emisferi cerebrali (soprattutto in sede fronto-temporale).
  • Intraparenchimale con rapida invasione strutture ma non lo spazio subaracnoideo
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28
Q

caratteristiche cliniche glioblastoma

A

Sintomi e segni di aumentata pressione intracranica ( cefalea, nausea, vomito) e crisi epilettiche, talora alterazioni della personalità

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29
Q

sintomi di esordio, da che cosa dipendono

A
  • Localizzazione
  • Velocità di crescita tumorale
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30
Q

andamento glioblastoma

A
  • Possono rimanere stabili o progredire lentamente nel corso degli anni
  • Alla fine si verifica un peggioramento clinico, dovuto solitamente alla comparsa di un tumore a crescita più rapida, di maggiore grado istologico,
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31
Q

sopravvivenza media glioblastoma

A

superiore a 5 aa, sopravvivenza al momento della diagnosi è circa 15 mesi, 25% pz vivo a 2 aa, sopravvivena più breve in pz piu’ anziani

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32
Q

immagini radiologiche glioblastoma

A
  • Effetto massa,
  • Edema parenchima adiacente alla neoplasia,
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33
Q

prognosi glioblastoma

A

molto sfavorevole,

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34
Q

fattori predittivi e prognostici, glioblastoma

A
  • Età
  • Istopatologia
  • Alterazioni genetiche
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35
Q

fattori importanti nella definizione della prognosi, glioblastoma

A

Per la prognosi è importante l’età, il tipo (la variante con sarcoma è molto più aggressiva rispetto a quella classica). Sono importanti le alterazioni genetiche per capire se è primitivo o secondario: la p53 in genere è mutata negli astrocitomi secondari; c’è un’amplificazione di bm2in quelli primitivi, si cerca anche l’amplificazione delle EGFR nel 40% dei glioblastomi primitivi? responsabile della stimolazione della crescita delle cellule neoplastiche tumorali. Poi anche la metilazione delle MGMT: un promotore di un gene che
codifica per un enzima che serve per riparare in DNA, quando è metilato conferisce maggiore risposta alla chemio. Per cui per la terapia è importante: la resezione chirurgica, la radioterapia (se si può fare), la chemioterapia.

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36
Q

riassunto immunoistochimica glioblastoma

A
  • EGFR : frequentemente amplificato nel glioblastoma
  • 40% Glioblastomi Primitivi
  • Ruolo MGMT: essenziale per la riparazione delle alterazioni del DNA
    Metilazione del promotore di MGMT : fattore prognostico favorevole
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37
Q

trattamento glioblastoma

A

resezione seguita da radio e chemioterapia, Metilazione MGMT
Inibitori della tirosin chinasi

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38
Q

IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI DIFFERENZIALE GLIOBLASTOMA

A

DIFFERENZIALE È importante stabilire se è un glioblastoma primitivo (cioè nato come ganglioblastoma), perché se è primitivo presenta rapida crescita e la prognosi è pessima, mentre si rispondono molto di più alla chemioterapia quelli che nascono come evoluzione di un astrocitoma.

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39
Q

ASTROCITOMA PILOCITICO, CARATTERISTICHE PECULIARI

A

Aspetto istopatologico e comportamento benigno, è il meglio differenziato, grado I

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40
Q

ASTROCITOMA PILOCITICO, EPIDEMIOLOGIA

A

bambini, giovani adulti, più comune nelle persone giovani, con uguale distribuzione nei maschi e nelle femmine.

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41
Q

localizzazione astrocitoma pilocitico

A

cervelletto, può comparire nel pavimento e nelle pareti del terzo ventricolo, nei nervi ottivi e negli emisferi cerebrali
MORFOLOGIA,

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42
Q

morfologia astrocitoma pilocitico

A

generalmente cistico, se solido può essere ben circoscritto, o più di rado, infiltrante.
Massa cistica, di consistenza soffice, può presentare al taglio depositi di calcio ed emosiderina

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43
Q

microscopia astrocitoma pilocitico

A

Composto da cc bipolari con processi lunghi e sottili a capello, spesso tumori sono bifasici, struttura microcistica lassa,
- Parete sanguigna o proliferazione vascolare
- Necrosi e mitosi sono rare,
- L’astrocitoma pilocitico ha un aspetto bifasico:
1 COMPONENTE CELLULARE rappresentata dalle “cellule piloidi” (bipolari, compatte, con piccoli prolungamenti simili a dei capelli), frammisti a componente fibrosa
2 COMPONENTE FIBROSA, rappresentata dalle “fibre di Rosenthal” (piccole fibre eosinofile che si
colorano intensamente di rosso). Ci possono essere microcisti, ci può essere una proliferazione di vasi, mentre è difficile trovare necrosi (è un tumore con un grado molto basso di malignità), necrosi e mitosi rare

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44
Q

sintomatologia astrocitoma pilocitico e cause

A
  • Aumento della pressione intracranica
  • cefalea, nausea e vomito + sintomi legati alle strutture coinvolte,
  • perdita della vista (NERVO OTTICO),
  • emiparesi (compressione della capsula interna quando coinvolge il TALAMO), ecc.
  • Macrocefalia,
  • Emiicranie
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45
Q

crescita astrocitoma pilocitico

A

tumori si accrescono molto lentamente, soprattutto nel cervelletto
- tumori che si estendono nella regione ipotalamica del tratto ottico possono avere un decorso piu’ sfavorevole, a causa della localizzazione

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46
Q

terapia astrocitoma pilocitico

A

chirurgica,

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47
Q

recidive astrocitoma pilocitico

A

recidiva sintomatica delle lesioni non completamente resecate si associa spesso ad ingrossamento cistico piuttosto a sviluppo della componente solida,

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48
Q

IMMUNOISTOCHIMICA ASTROCITOMA PILOCITICO

A

Positività per la proteina miofibrillare.

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49
Q

XANTOMA PLEOMORFO, LOCLAIZZAZIONE

A

LOBO TEMPORALE

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50
Q

XANTOMA PLEOMORFO, EPIDEMIOLOGIA

A

bambini e giovani adulti, di solito con storia di epilessia.

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51
Q

COSTITUZIONE TUMORE, XANTOMA PLEOMORFO

A
  • astrociti neoplastici
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52
Q

CARATTERISTICHE ASTROCITI NEOPLASTICI, XANTOMA PLEOMORFO

A

talvolta lipidizzati e con forma bizzarra;
- Spesso esprimono marcatori neuronali e gliali.
- grado di atipia nucleare può essere marcato

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53
Q

DIAGNOSI DIFFERENZIALE XANTOMA PLEOMORFO

A

astrocitoma di alto grado,

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54
Q

DIFFERENZA CON ASTROCITOMA DI ALTO GRADO , XANTOMA

A

presenza di abbondanti depositi di reticolina, relativamente circoscritti, e di infiltrati infiammatori cronici associati all`assenza di necrosi e di attività mitotica

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55
Q

XANTOMA PILOCITICO, SOPRAVVIVENZA E CARATTERITICHE

A

GRADO, Generalmente tumore a basso grado (grado OMS II su IV),
SOPRAVVIVENZA A 5 AA prossima all’80%.
COSA INDICA EVENTUALE PRESENZA DI NECROSI ED ATTIVITA’ MITOTICA, sono indicative di un grado tumorale più elevato e predicono un decorso più aggressivo.

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56
Q

GLIOMI DEL TRONCO ENCEFALICO, DEFINIZIONE

A

sottogruppo clinico degli astrocitomi,

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57
Q

EPIDEMIOLOGIA GLIOMI DEL TRONCO ENCEFALICO

A

prime due decadi di vita,

58
Q

GLIOMI DEL TRONCO ENCEFALICO, QUADRI ANATOMOPATOLOGICI TIPICI DEI PZ PEDIATRICI

A

1 glioma pontino intrinseco (il più comune, con un decorso clinico aggressivo e una breve sopravvivenza);
2 tumori, spesso esofitici, che insorgono nella regione di giunzione cervicomidollare (con un decorso meno aggressivo);
2 gliomi del tetto (con un decorso clinico ancora più benigno).

59
Q

GLIOMI CHE COLPISCONO GLI ADULTI

A

maggior’ parte è rappresentata dai gliomi pontini, molto piu’ rari

60
Q

GLIOMI PONTINI, TIPI ISTOLOGICI

A
  • astrocitomi fibrillari diffusi di basso grado
  • glioblastomi
61
Q

OLIGODENDROGLIOMA EPIDEMIOLOGIA

A
  • 5-15% dei gliomi
  • 4 e 5 decade di vita.
  • Oligodendroglioma è un tumore abbastanza frequente (5-15% dei gliomi)
  • colpisce prevalentemente in IV-V decade e in genere si tratta di pazienti con storia di crisi epilettiche.
62
Q

oligodendroglioma , origine

A

deriva dagli oligodendrociti,

63
Q

oligodendroglioma, associazione clinica

A

storia di crisi epilettiche

64
Q

manifestazione oligodendroglioma,

A
  • vari disturbi neurologici per diversi anni
  • crisi epilettiche.
65
Q

localizzazione oligodendroglioma

A
  • emisferi cerebrali,
  • predilezione per la sostanza bianca.
66
Q

oligodendrocitoma, varianti

A

Riconosciamo:
- una VARIANTE CLASSICA di oligodendroglioma, meno aggressività
- una VARIANTE ANAPLASTICA (GRADO 3), estremamente aggressiva.

67
Q

macroscopia oligodendroglioma

A
  • masse ben circoscritte, gelatinose, grigiastre,
  • spesso con cisti, emorragie focali e calcificazioni.
  • VARIANTE CLASSICA, meno aggressiva presenta piccole cellule regolari, con nucleo tondeggiante a cromatina granulare e si caratterizzano per la presenza di un alone chiaro citoplasmatico tutto intorno al nucleo, che conferisce alle aree di proliferazione neoplastica un aspetto a “nido d’ape”. In genere si accompagnano a proliferazione vascolare e calcificazioni. Tipicamente le cellule neoplastiche si dispongono intorno ai neuroni creando la “satelittosi perineuronale”.
  • Nella VARIANTE ANAPLASTICA abbiamo una maggiore cellularità e anaplasia cellulare, elevata necrosi, c’è più attività mitotica, c’è un’alterazione dei cromosomi 1p e 19q e si è visto che quando sono presenti queste alterazioni dei cromosomi c’è una risposta alla terapia, mentre invece qualora queste alterazioni non fossero presenti, pare che vi sia resistenza alla terapia
68
Q

MICROSCOPIA OLIGODENDROGLIOMA

A
  • cellule regolari con nuclei tondeggianti contenenti cromatina finemente granulare
    (simile ai normali oligodendrociti) circondati da un chiaro alone di citoplasma
  • il tumore contiene una delicata struttura reticolare di capillari anastomizzati.
  • calcificazioni, presenti nel 90% di questi tumori, varia da focolai microscopici a depositi massivi.
  • attività mitotica è solitamente molto difficile da individuare e gli indici di proliferazione sono bassi. Gli oligodendrogliomi
69
Q

TIPO DI LESIONI OLIGODENDROGLIOMI

A

sono considerati lesioni di grado OMS Il su IV

70
Q

INFILTRAZINE OLIGODENDROGLIOMA

A

cellule tumorali infiltrano la corteccia cerebrale, spesso vi è la formazione di strutture secondarie, in molti casi con cellule tumorali disposte intorno ai neuroni (satellitosi perineuronale).

71
Q

OLIGODENDROGLIOMI ANAPLASTICI CARATTERISTICHE

A
  • maggiore densità cellulare,
  • anaplasia nucleare,
  • attività mitotica elevata e necrosi.
72
Q

MICROSCOPIA OLIGODENDROGLIOMI ANAPLASTICI

A
  • Cellule rotonde con citoplasma GFAPpositivo e nuclei che assomigliano agli altri elementi del tumore.
  • cellule definite microgemistociti differiscono dagli astrociti gemistocitici perla mancanza di abbondanti processi;
  • filamenti intermedi sono ristretti a una piccola protuberanza citoplasmatica. Alcuni di questi tumori olidendrogliali di alto grado mostrano anche una struttura indistinguibile da quella
  • Maggiore cellularità, anaplasia, attività mitotica elevata e necrosi
    del glioblastoma.
73
Q

FILAMENTI INTERMEDI, OLIGODENDROGLIOMI ANAPLASTICI , ASPETTO E PROGNOSI

A

tale aspetto correla con un comportamento più aggressivo,
questi tumori vengono raggruppati con i glioblastomi.

74
Q

genetica molecolare oligodendrogliomi anaplastici

A
  • perdita dell’eterozigosi nei cromosomi lp e 19q,
  • specifici loci dei geni oncosoppressori coinvolti nell`origine di questi tumori restano ignoti. Ulteriori alterazioni genetiche tendono ad accumularsi con la progressione verso l’oligodendroglioma
    anaplastico.
  • perdita di 9p, la perdita di 10q e la mutazione di CDKNZA. A differenza dei tumori astrocitari di grado elevato,
  • amplificazione del gene EGFR non viene osservata in questi tumori,
  • proporzione significativa di essi mostra un aumento dei livelli della proteina EGFR.
75
Q

ALTERAZIONI GENETICHE E TERAPIA, IMPORTANZA, oligodendroglioma

A

Alterazioni dei cromosomi 1p e 19q ( risposta alla terapia ) ; no alterazioni ( resistenza alla terapia )

76
Q

importanza modificazioni tumorali, oligodendroglioma

A
  • implicazioni nella biologia tumorale,
  • influenzano il trattamento.
  • tumori con perdita di lp e 19q, ma senza altre modificazioni,presentano risposte costanti e di lunga durata alla chemio- e radioterapia
  • Tumori con modificazioni genetiche aggiuntive determinano risposte con sopravvivenze più brevi, mentre quelli senza perdita di lp e 19q sembrano essere resistenti alla terapia.
77
Q

caratteristiche cliniche prognosi, oligodendroglioma

A
  • pazienti con oligodendrogliomi hanno una prognosi migliore rispetto a quelli con astrocitomi
  • pazienti con oligodendroglioma anaplastico presentano una prognosi globale
  • peggiore.
    SOPRAVVIVENZA attuali trattamenti chirurgici, chemioterapici e radioterapici consentono una sopravvivenza media di 5-10 anni.
    PROGRESSIONE LESIONI, TEMPI La progressione delle lesioni da basso ad alto grado si
    verifica, tipicamente, nel corso di circa 6 anni.
78
Q

DIFFERENZE OLIGOASTROCITOMA ED OLIGOASTROCITOMA

A

termini olígoastrocitoma e oligoastrocitoma anaplastico si riferiscono a neoplasie formate da una combinazione di aree distinte di oligodendroglioma e di astrocitoma.

79
Q

mutazioni oligodendroglioma

A

Nonostante la loro natura bifasica, questi tumori sono monoclonali e mostrano o delezione di lp/19q
o mutazioni di p53.

80
Q

ependimomi localizzazione

A
  • insorgono spesso in prossimità del sistema ventricolare rivestito da ependima, compreso
    il canale centrale, spesso obliterato, del midollo spinale, variante mixopapillare che si localizza nel filum terminale,
  • Nelle prime due decadi di vita, l’insorgenza tipica è in vicinanza del quarto ventricolo; tali tumori costituiscono il 5-10% dei tumori cerebrali primitivi in questo gruppo di età.
  • Negli adulti, il midollo spinale è la localizzazione più comune; i tumori in questa sede sono
    particolarmente frequenti nel quadro della neurofibromatosi di tipo 2 (NF2).
81
Q

epidemiologia ependimomi

A

colpiscono i giovanissimi (I-II decade)

82
Q

morfologia ependimomi

A
  • quarto ventricolo,
  • masse solide o papillari
  • ependimomi moderatamente ben demarcati dall’encefalo adiacente,
83
Q

TERAPIA CHIRURGICA EPENDIMOMI

A
  • vicinanza ai nuclei vitali pontini e bulbari generalmente rende impossibile la completa escissione chirurgica
  • Nei tumori intraspinali, la netta demarcazione rende talvolta possibile l’asportazione totale
84
Q

ORIGINE EPENDIMOMI

A

PAVIMENTO VENTRICOLARE,

85
Q

MICROSCOPIA, EPENDIMOMI

A
  • ependimomi sono composti da cellule con nuclei regolari,rotondeggianti o ovalari con abbondante cromatina granulosa.
  • tra i nuclei, si osserva un sottile tappeto fibrillare di densità variabile.
  • Talora strutture simil ghiandolari ( rosette,canali ); pseudorosette perivascolari più frequenti
  • Caratteristica morfologica è la tendenza a formare strutture simil-ghiandolari (“rosette” o dei “canali”) intorno a cui si dispongono le cellule; oppure più frequentemente delle pseudorosette perivascolari;
  • cellule tumorali possono formare strutture allungate o simil-ghiandolari (rosette, canali) che ricordano
    il canale ependimale embrionale, con processi lunghi, delicati che si estendono nel lume
  • più frequentemente presenti sono le pseudorosette perivascolari in cui le cellule tumorali si dispongono intorno ai vasi con una zona interposta costituita da sottili processi ependimali diretti verso la parete dei vasi
86
Q

GENETICA EPENDIMOMI

A

Nella maggior parte degli ependimomi è presente l’espressione di GFAP.

87
Q

ANDAMENTO CLINICO EPENDIMOMI

A
  • La maggior parte degli ependimomi è ben differenziata e si comporta come un tumore di grado OMS ll,
  • ependimomi anaplastici possono presentarsi con un’aumentata densità cellulare, alto indice mitotico, aree di necrosi e differenziazione ependimale meno evidente.
  • si può trovare nel contesto di sdr come la neurofibromatosi di tipo ii
88
Q

VARIANTE E PROGNOSI EPENDIMOMI

A

Esiste anche una variante anaplastica, con prognosi assolutamente infausta,
che presenta cellule estremamente atipiche e molte mitosi.

89
Q

SINTOMATOLOGIA EPENDIMOMI

A

Idrocefalo, cefalea, nausea vomito

90
Q

PINEOCITOMA, DEFINIZIONE

A

tumori epiteliali, tumore di grado 1

91
Q

crescita pineocitoma,

A

lenta crescita, che si sviluppa a livello della ghiandola pineale

92
Q

complicanze pineocitoma

A

crescendo comprime le strutture adiacenti (III ventricolo, acquedotto cerebrale, per cui in genere la sintomatologia è legata all’aumento della pressione intracranica).

93
Q

prognosi pienocitoma

A

La sopravvivenza del pinecocitoma è elevatissima (85-100% a 5 anni) e la resezione chirurgica in genere è risolutiva.

94
Q

epidemiologia pineocitoma

A

1 Età media 38 aa.
2 No predilezione di sesso

95
Q

manifestazioni e cause pineocitoma

A

Compressione strutture adiacenti ( acquedotto cerebrale, cervelletto, terzo ventricolo ) Aumento pressione intracranica, disfunzioni neuroftalmologiche

96
Q

macroscopia e pineocitoma

A

Aspetto macroscopico. Massa ben circoscritta, di colorito grigiastro,
TAGLIO in sezione presenta aspetto granulare, con formazioni cistiche e aree emorragiche

97
Q

microscopia pineocitoma

A

Aspetto microscopico. Presenta cellule ben differenziate, di piccole dimensioni, con citoplasma eosinofilo e nucleo tondeggiante a cromatina finemente dispersa, che si dispongono in lembi o lobuli ben definiti.

98
Q

colorazione immunoistochimica

A

In genere presenta positività per i marcatori neuroendocrini (sinaptofisina, nse e cromogranina).

99
Q

ependimomi mixopapillari, definizione

A

neoplasie distinte ma correlate agli altri ependimomi

100
Q

ependimomi mixopapillari, morfologia

A
  • contengono elementi papillari in un fondo mixoide, frammisti a cellule simili a quelle degli ependimomi
  • Elementi cuboidali, talvolta con citoplasma chiaro, sono disposti attorno a un asse fibrovascolare.
  • zone mixoidi contengono mucopolisaccaridi neutri e acidi
101
Q

ependimomi mixopapillari , prognosi, da cosa dipende

A

dipende dalla radicalità dell’exeresi chirurgica; se il tumore si è esteso nello spazio subaracnoideo e ha circondato le radici della cauda equina, la recidiva è probabile.

102
Q

genetica molecolare ependimomi mixopapillari

A

spinale, ma non in quelli che insorgono in altre sedi
- lesioni sopratentoriali molto più probabilmente mostrano alterazioni del cromosoma 9.
- Gli ependimomi non sembrano condividere le alterazioni genetiche riscontrate in altri gliomi, come le mutazioni di p53.

103
Q

ependimomi mixopapillari caratteristiche cliniche

A
  • ependimomi della fossa cranica posteriore spesso si manifestano con idrocefalo secondario alla
    progressiva ostruzione del quarto ventricolo piuttosto che all’ invasione del ponte o del bulbo.
104
Q

disseminazione e prognosi ependimomi

A
  • presenza relazioni col sistema ventricolare consente una disseminazione liquorale importante
  • disseminazione liquorale è una evenienza frequente
  • Disseminazione liquorale preannuncia una prognosi sfavorevole.
105
Q

localizzazione e prognosi ependimomi

A
  • lesioni della fossa cranica posteriore hanno il peggior esito globale, soprattutto nei bambini
    più piccoli,
    SOPRAVVIVENZA ASSOCIATA A LESIONI DELLA FOSSA CRANICA POSTERIORE, sopravvivenza a 5 anni di circa il 50%.
    ASSOCIAZIONE E RESECAZIONE La prognosi degli ependimomi midollari e sopratentoriali completamente
    resecati è migliore.
106
Q

subependimomi, caratteristiche e loclaizzazione

A

noduli solidi, talvolta calcifici, a crescita molto lenta
LOCALIZZAZIONE
- attaccati al rivestimento ventricolare e protrudenti nel ventricolo
- più frequentemente nei ventricoli laterali e nel quarto ventricolo

107
Q

subependimomi, sintomi e caratteristiche micro

A
  • solitamente asintomatici
  • costituiscono reperti autoptici occasionali
  • quando sono suflìcientemente grandi o localizzati in sedi critiche, possono causare idrocefalo.
    ASPETTO MICROSCOPICO
  • aspetto microscopico caratteristico,
  • aggregati di nuclei simil-ependimali sparsi in un tessuto denso,finemente gliofibrillare.
108
Q

papillomi plessi coroidei, localizzazione e caratteristiche

A
  • possono insorgere in tutte le sedi ove sono presenti i plessi corioidei
  • sono più comuni nel bambino, in cui si ritrovano più frequentemente nei ventricoli laterali.
  • Negli adulti, molto più spesso interessano il quarto ventricolo.
    STRUTTURE
  • neoplasie marcatamente papillari riassumono quasi esattamente la struttura di un normale plesso corioideo.
  • papille hanno un asse connettivale ricoperto da epitelio cubico o talvolta colonnare.
109
Q

clinica papillomi dei plessi coroidei

A
  • papillomi dei plessi corioidei si presentano in genere con idrocefalo dovuto a ostruzione del sistema ventricolare
    oppure a iperproduzione del liquor.
110
Q

EPIDEMIOLOGIA PAPILLOMI DEI PLESSI COROIDEI

A
  • Questi tumori solitamente insorgono nei bambini;
  • negli adulti devono essere dilferenziati dai molto più comuni carcinomi metastatici.
111
Q

TUMORI NEURONALI, GANGLIONEUROAM

A

Il tumore del SNC che più comunemente contiene neuroni di aspetto
maturo (cellule gangliari) è il gaiiglioglioma, così chiamato perché solitamente presenta una commistione con una neoplasia gliale.

112
Q

CRESCITA GANGLIONEUROMA

A

La maggior parte di questi tumori è a crescita lenta, ma a volte la componente
gliale diventa francamente anaplastica e la malattia progredisce quindi rapidamente.

113
Q

CLINICA TUMORI NEURONALI

A

I tumori contenenti commistioni di cellule neuronali e gliali spesso si manifestano con crisi epilettiche;

114
Q

TUMORI NEURONALI, GANGLIONEUROMI TERAPIA

A

la resezione chirurgica del tumore è in genere efficace nel controllare le crisi epilettiche.

115
Q

LOCALIZZAZIONE , TUMORI NEURONALI

A

I gangliogliomi vengono riscontrati con maggiore frequenza nel lobo temporale

116
Q

TUMORI NEURONALI, COMPONENTI

A

spesso possiedono una componente cistica

117
Q

MICROSCOPIA TUMORI NEURONALI

A

Le cellule gangliari neoplastiche sono aggregate in maniera irregolare e hanno un orientamento
apparentemente casuale dei neuriti.
- Le forme binucleate sono frequenti.
- La componente gliale di queste lesioni solitamente assomiglia a un astrocitoma di basso grado, essendo
privo di attività mitotica e di necrosi.

118
Q

TUMORE DISEMBRIOPLASTICO, ANDAMENTO

A

tumore disembrioplastico neuroepiteliale è un raro tumore di basso grado

119
Q

MEDULLOBLASTOMA , DEFINIZIONE

A

DEFINIZIONE Medulloblastoma è un raro tumore (ma il più frequente tra i tumori embrionali del SNC)

EPIDEMIOLOGIA prevalentemente nei bambini
LOCALIZZAZIONE esclusivamente nel cervelletto.
MARCATORI Può esprimere marcatori neuronali o gliali,
TIPOLOGIA TUMORALE generalmente è un tumore largamente indifferenziato.
LOCALIZZAZIONE
- Nei bambini, i medulloblastomi sono posizionati sulla linea mediana del cervelletto,
- le localizzazioni laterali sono di solito peculiarità degli adulti.
- può estendersi alla superficie delle circonvoluzioni cerebellari,fino a interessare le leptomeningi

120
Q

MORFOLOGIA MEDULLOBLASTOMA

A
  • medulloblastoma è di solito estremamente cellulato, con un tappeto di cellule anaplastiche
  • singole cellule tumorali sono di piccole dimensioni, con scarso citoplasma e nuclei ipercromici frequentemente allungati o di forma semilunare.
  • Figure mitotiche sono abbondanti
  • alto grado di anaplasia, con cellule atipiche piccole con scarso citoplasma e nuclei ipercromici (ricordano le cellule di un tessuto embriobale), talvolta presenta aree con deposizione di collagene. A differenza della maggior parte dei tumori cerebrali può anche attraversare lo spazio sub aracnoideo, per cui può disseminare.
121
Q

MARCATORI MEDULLOBLASTOMA

A
  • marcatori di proliferazione cellulare, come Ki-67, sono positivi in un’alta percentuale di cellule.
  • tumore potrebbe presentare fenotipi neuronali (granuli di neurosecrezione o rosette di HomerWright, come
    nel neuroblastoma;
  • fenotipi gliali (GFAP+).
  • La più comune alterazione genetica è la perdita di materiale genetico dal braccio corto del cromosoma 17, con la formazione di un cromosoma anomalo derivante dalla duplicazione
    del braccio lungo di questo cromosoma (isocromosoma 17q o i(17q)).
  • perdita del 17p è indice di una prognosi infausta.
  • Può essere riscontrata anche un`amplificazione di MYC, anch’essa associata a un decorso clinico più aggressivo.
  • Diverse altre vie di segnalazione coinvolte nel normale sviluppo cerebellare risultano alterate
    nei sottotipi di medulloblastoma. Queste includono la via della proteina SHH (coinvolta nel controllo della normale proliferazione delle cellule granulari cerebellari), la via di segnalazione di WNT (comprendente APC e la ß-catenina) e la via di segnalazione di Notch.
  • Le neoplasie con aumentati livelli di recettore della neurotropina TRKC presentano uifevoluzione clinica migliore, al pari di quelli che mostrano un accumulo nucleare di B-catenina.
122
Q

LOCALIZZAZIONE E METASTASI MEDULLOBLATOMA

A

Ai margini della massa tumorale principale, le cellule del medulloblastoma hanno una propensione alla formazione di cerebellare fino a formare aggregati subpiali che possono attraversare
le meningi e disseminarsi nello spazio subaracnoideo.
COMPLICANZE La disseminazione attraverso il liquor rappresenta una comune
complicanza, presentandosi come masse nodulari in altre sedi del SNC, comprese metastasi alla cauda equina
che talvolta vengono definite “a goccia”.

123
Q

CARATTERISTICHE CLINICHE E SOPRAVVIVENZA MEDULLOBLASTOMA

A

altamente aggressivo, con crescita estremamente rapida,

PROGNOSI prognosi per i pazienti non trattati è infausta; . Si applica la chirurgia associata a radioterapia e si ha un 75% di sopravvivenza a 5 anni.
TERAPIA, chiururgia e radioterapia, 75% di sopravvivenza a 5 aa
RESPONSIVITA ALLA TERAPIA neoplasia estremamente radiosensibile.
SOPRAVVIVENZA Con la totale escissione seguita da radioterapia, la sopravvivenza a 5 anni può arrivare al 75%.

124
Q

TUMORE TERATOIDE O RABDOIDE TIPICO, DEFINIZIONE

A

tumore altamente maligno

125
Q

TUMORE TERATOIDE O RABDOIDE ATIPICO, EPIDEMIOLOGIA E LOCALIZZAZIONE

A

prima infanzia
LOCALIZZAZIONE insorge nella fossa cranica posteriore e nelle strutture sopratentoriali quasi in
eguale proporzione.

126
Q

tumore teratoide o rabdoide atipico, definizione, epidemiologia, localizzazione

A

prima infanzia
LOCALIZZAZIONE insorge nella fossa cranica posteriore e nelle strutture sopratentoriali quasi in
eguale proporzione.

127
Q

tumore teratoide, morfologia

A

ISTOLOGIA Le caratteristiche istologiche delle cellule rabdoidi,simili a quelle di un rabdomiosarcoma, definiscono caratteristicamente la lesione.
MORFOLOGIA
- tumori teratoidi/rabdoidi atipici tendono ad avere grandi dimensioni,
- consistenza molle
- disseminazione Iungo tutta la superficie del cervello.
- Cellule rabdoidi hanno un citoplasma eosinofilo con bordi cellulari distinti e nuclei localizzati eccentricamente.
- Quando queste cellule sono più piccole, il citoplasma può assumere un aspetto allungato che simula la cellula di un rabdomiosarcoma.

128
Q

marcatori tumore teratoidi

A
  • citoplasma delle cellule rabdoidi contiene filamenti intermedi ed è immunoreattivo per l’antigene epiteliale
    di membrana e perla vimentina.
  • Possono essere positivi altri marcatori come l’actina del muscolo liscio ela cheratina.
  • Altri marcatori muscolari come la desmina e la mioglobina sono assenti
129
Q

caratteristiche tumore rabdoide

A

CELLULE PIU’ FREQUENTI DEL TUMORE,
- Rabdoidi raramente rappresentano la maggioranza del tumore;
- al contrario, isole tumorali con questo pattern di differenziazione si combinano con unacomponente a piccole cellule, cosi come ad altri tipi istologici (compresi quello mesenchimale ed epiteliale).
ATTIVITA’ MITOTICA particolarmente prominente.
GENETICA MOLECOLARE
- caratteristica distintiva del tumore rabdoide è data dalle costanti alterazioni genetiche nel cromosoma
22 (>90% dei casi).
- Il gene interessato è /1SNF5/INI1, che codifica per una proteina che è parte di un grande complesso coinvolto nel rimodellamento della cromatina; delezioni funzionali del locus e la immunonegatività nucleare per la proteina INII sono osservabili in gran parte dei tumori.
CARATTERISTICHE CLINICHE
- tumori altamente aggressivi dell`infanzia.
- Quasi tutti i tumori si verificano prima dei 5 anni di vita
SOPRAVVIVENZA la maggior parte dei pazienti sopravvive meno di un anno dalla diagnosi

130
Q

tumore a cellule germinali localizzazione

A

LOCALIZZAZIONE
- insorgono lungo la linea mediana, generalmente nelle regioni pineale e soprasellare.
EPIDEMIOLOGIA
- Sono responsabili dello 0,2-1% dei tumori cerebrali nelle persone di razza caucasica e di circa il 10% nei giapponesi.
- lnsorgono in età giovanile e circa il 90% si manifesta nelle prime due decadi.
- Tumori a cellule germinali, soprattutto i teratomi, sono tra i tumori congeniti
più comuni.
- I tumori a cellule germinali nella regione pineale mostrano una forte prevalenza nel sesso maschile, che non si osserva nelle lesioni soprasellari.

131
Q

istologia tumori a cellule germinali

A

ORIGINE CELLULE GERINALI IN SNC non è chiara; si può trattare di “residui” che rimangono nel SNC o può darsi che
migrino li da altri siti durante le fasi tardive dello sviluppo.
CARATTERISTICHE
- tumori a cellule germinali condividono molte caratteristiche con la loro controparte presente nelle gonadi.
- Contrariamente ai linfomi, tuttavia, non è raro il coinvolgimento secondario del SNC da parte di un tumore
germinale delle gonadi; quindi, prima di fare una diagnosi di tumore a cellule germinali primitivo, deve essere sempre esclusa la possibilità di una localizzazione primitiva extraencefalica.
CLASSIFICAIONE ISTOLOGICA identica a quella usata per il testicolo (Cap. 21), ma il tumore, istologicamente simile al seminoma del testicolo, nel SNC è indicato come germinoma.

132
Q

tumori dei nervi cranici e paraspinali, tipi piu’ frequenti

A

SCHWANNOMA

133
Q

schwannoma, caratteristiche

A

Lo Schwannoma che è una lesione benigna (il pz guarisce con l’operazione)
LOCALIZZAZIONE nell’85% dei casi troviamo nell’angolo cerebello-pontino e coinvolge anche l’VIII nervo cranico (vestibolococleare).

EPIDEMIOLOGIA Colpisce tutte le età e può essere asintomatico oppure legato ad una sintomatologia dovuta dalla localizzazione a livellonervoso (dolore radicolare).

MACROSCOPIA In genere è una lesione singola (talvolta multipla), capsulata, di aspetto gelatinoso
con superficie lucida e colorito giallognolo, di dimensioni variabili da pochi cm sino anche a 10 cm e
qualora diventasse molto grande potremmo trovare anche aree di necrosi ed emorragia dovuto
dall’aumento delle dimensioni.
ASPETTO MICROSCOPICO È composto da cellule di Schwann ben differenziate e presenta due pattern morfologici associati:
1. zone di tipo ANTONI A, aree compatte con cellule allungate che si dispongono parallelamente a
palizzata (i nuclei appaiono allineati parallelamente) intorno a del materiale esosinfilo con
formazione di corpi di Verocay
2. zone di tipo ANTONI B, con aree meno cellulate, con stroma molto più lasso, dove abbiamo cellule
con nuclei piccoli e rotondi e in genere i vasi hanno delle pareti moto ispessite.

SINTOMATOLOGIA
Asintomatici o dolore radicolare

134
Q

meningiomi, caratteristiche

A

DEFINIZIONE I meningiomi sono tumori prevalentemente benigni , non infrequenti, di origine mesenchimale
EPIDEMIOLOGIA adulti, soprattutto in vi vii decade, più colpite le donne,
LOCALIZZAZIONE spesso adesi alla dura madre, I meningiomi possono trovarsi lungo la
superficie esterna dell’encefalo così come all’interno del sistema ventricolare, Il meningioma può avere diverse localizzazioni, in sede intracranica, orbitaria, intraspinale, intraventricolare ed epidurale (rara).

ORIGINE origine mesenchimale, originano dalla cellula meningoteliale delliaracnoide.
FATTORI DI RISCHIO, precedente radioterapia, eseguita anche decenni prima, rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di meningiomi, gli ormoni sessuali e in modo particolare con i recettori del progesterone.
FATTORI EZIOLOGICI
1 radiazioni
2 Basse dosi: 35 mesi ( tinea capitis)
3 Dosi moderate: 26 mesi
4 Dosi alte: 19-24 mesi ( tumori primitivi )
5 Ormoni sessuali
MENINGIOMA, GENETICA
1 Delezione del cromosoma 22 atipico e anaplastico
2 Delezione del braccio corto del cromosoma 1
3 Perdita dei cromosomi 6, 10, 14 , 18,19

ALTRI TUMORI CHE POSSONO CRESCERE AVENDO COME BASE MENINGI Anche altri tumori quali le metastasi, i tumori fibrosi solitari e una varietà di sarcomi scarsamente differenziati possono crescere sotto forma di masse aventi come base la dura madre.
MORFOLOGIA
- masse abitualmente rotondeggianti con una base durale ben definita, talora lobulata, frequentemente infiltra la dura e talvolta le ossa del cranio determinando iperostosi,
- raramente infiltra infiltra le pareti arteriose, cute ed orbite. In genere non infiltra il tessuto cerebrale, però ci sono delle forme di meningioma atipico (considerati come grado II), rare, che possono infiltrare il parenchima cerebrale. Nel meningioma esiste anche la variante maligna anche se è più frequente la variante benigna.

135
Q

clinica meningioma

A

ESTENSIONE Non è rara l’estensione nell’osso soprastante.

CRESCITA, tumori a lenta crescita

CARATTERISTICHE
- superficie della massa è solitamente incapsulata datessuto fibroso sottile che può presentare un aspetto bozzoluto o polipoide.
ULTERIORE MODELLO DI CRESCITA Un altro modello di crescita è quello a placca, in cui il tumore si diffonde in forma laminare lungo la superficie della dura madre.

A CHE COSA SI ASSOCIA FORMA A PLACCA associa comunemente a
trasformazioni reattive iperostotiche nell’osso soprastante.
TIPI DI LESIONI POSSIBILI possono essere dure e fibrose oppure finemente sabbiose, o estremamente calcifiche con corpi psammomatosi.
Non sono presenti aspetti macroscopici di necrosi o emorragie estese.

RISCHIO DI RECIDIVA La maggioranza dei meningiomi ha un rischio relativamente basso di recidiva o di crescita aggressiva, per cui vengono considerati di grado OMS I su IV.
VARIANTI ISTOLOGICHE ED IMPORTANZA
- diverse varianti istologiche, con nessun significato prognostico.
- variante sinciziale (meningotelialel, così denominata per gli aggregati vorticoidi di cellule che presentano
un’organizzazione compatta senza membrane cellularivisibili;
- la variante fibroblastica, con cellule allungate e abbondante deposizione di collagene tra esse;
- variante transizionale,che condivide caratteristiche del tipo sinciziale e fibroblastico;
- psammomatosa, con numerosi corpi psammomatosi, che si formano apparentemente dalla calcificazione
dei nidi sinciziali delle cellule meningoteliali
- secretoria, con goccioline intracitoplasmatiche PAS-positive e lumi intracellulari alla microscopia
elettronica;
- microcistica, con un aspetto lasso e spugnoso.
CARATTERISTICHE TIPICHE MENINGIOMI Nei meningiomi sono comuni la degenerazione xantomatosa, la metaplasia (spesso ossea) e un moderato pleomorfismo nucleare.
PREDITTORE COMPORTAMENTO BIOLOGICO Tra queste lesioni, I’indice di proliferazione ha dimostrato di essere un predittore del comportamento biologico.

CLINICA segni e sintomi neurologici da compressione Cefalea e crisi epilettiche, si accompagna anche ad edema
RADIOLOGIA Radiograficamente: isodensi con edema peritumorale intenso calcificazioni
TERAPIA, in genere chiurugica

136
Q

eningiomi con alto indice di proliferazione e/o invasione cerebrale, grado

A
  • GRADO 1 quelli che hanno crescita agressiva ma basso rischio di recidiva e di questi ne esistono
    tantissimi tipi: meningioma psammomatoso, il menigioma angiomatoso, il meningioma
    meningoteliale, meningioma fibroso, meningioma microcistico, meningioma secretorio,
    meningioma infiammatorio e meningioma metaplasico;
  • GRADO 2, con maggiore capacità aggressiva e recidive più frequenti e sono il meningioma
    cordoide, il meningioma a cellule chiare e il meningioma atipico;
  • GRADO 3, cui appartiene il sottotipo anaplastico e sono considerati maligni per l’elevato grado di
    anaplasia e l’elevato indice di proliferazione

I più frequenti sono quelli di GRADO 1 e sono il meningoteliale, il fibroso e il transizionale (un misto tra meningoteliale e fibroso). Il meningoteliale presenta cellule meningoendoteliali ben differenziate, disposte un po’ a vortice, ci può essere del pigmento e poi i nuclei talvolta presentano degli inclusi (corpicciuoli eosinofili). Nel tipo fibroso la crescita è diversa, più lineare.

137
Q

prognosi meningioma

A

dipende da quanto viene eredicato e l’eradicazione chirurgica ovviamente dipende sempre da dove sia localizzata la lesione, ovviamente più è facile aggredirlo più è facile eradicarlo, dipende anche da quanto coinvolge le strutture vitali, dipende dal grado per cui qualora fosse un grado I sarebbe tranquillo lo asporto e si guarisce completamente, invece qualora fosse un grado III la situazione cambia. Inoltre si è visto che vi può essere una correlazione con la perdita dei recettori progestinici.

138
Q

meningiomi atipici

A

DEFINIZIONE lesioni ad alto grado di recidiva e a crescita locale più aggressiva,
TERAPIA possono richiedere trattamento radioterapico in aggiunta alla chirurgia.
DIFFERENZA MENINGIOMI BASSO GRADO Essi si distinguono dai meningiomi di basso grado
in base alla presenza o di un indice mitotico di quattro o più mitosi per 10 campi ad alto ingrandimento, o di almeno tre
caratteristiche atipiche (cellularità aumentata, piccole cellule con un alto rapporto nucleo/citoplasma, nucleoli prominenti,
crescita disordinata o necrosi). Anche alcune varianti istologiche di meningioma (a cellule chiare e cordoidi) sono
considerate di grado Il su IV per il loro comportamento più aggressivo

139
Q

meningiomi anaplastici

A

DEFINIZIONE Il meningioma anaplastico (maligno) (grado OMS Ill su IV) è un tumore altamente aggressivo con l’aspetto di un sarcoma di grado elevato, ma che conserva alcune evidenze istologiche i derivazione meningoteliale. L’indice mitotico è spesso estremamente elevato (>20 mitosi per 10 campi ad alto
ingrandimento).
TENDENZA A RECIDIVARE Sia il meningioma papillare (con cellule pleomorfe disposte intorno ad assi fibrovascolaril sia il meningioma rabdoide (con lamine di cellule tumorali a citoplasma eosinofilo, ialino, contenente filamenti intermedi) hanno una tale tendenza a recidivare che vengono considerati come
tumori di grado OMS Ill su IV.

INFILTRAZIONI CEREBRALI Mentre la maggior parte dei meningiomi è facilmente separabile dal parenchima cerebrale, anche se può provocarne la dislocazione, alcuni tumori infiltrano il cervello. Questo può accadere sia con ampi margini sia con singole cellule. La presenza di invasione cerebrale è associata a un maggiore della lesione.

IMMUNOFENOTIPO l meningiomi, contrariamente ad altre neoplasie che originano da questa regione, sono comunemente immunoreattivi per l’antigene epiteliale di membrana, in maniera inversamente proporzionale al grado.
La positività alla cheratina è limitata alle lesioni con caratteri secretori e tali tumori sono anche positivi per l’antigene carcinoembrìonario.

GENETICA MOLECOLARE La più comune anomalia citogenetica è la perdita del cromosoma 22, soprattutto del braccio lungo (22q). Le delezioni comprendono la regione 22qI2 che ospita il gene NF2, il quale codifica per la proteina merlina; come prevedibile, i meningiomi sono una lesione di comune riscontro nell’ambito della neurofibromatosi di tipo 2 (NF2)(si veda oltre). Dei meningiomi fibroblastici, transizionali e psammomatosi sporadici, il 50-60% mostra mutazioni del gene NF2; la maggior parte di queste mutazioni porta ali’assenza di una proteina merlina funzionale.
MUTAZIONI DI GRADO PIU’ ELEVATO I meningiomi di grado più elevato solitamente accumulano anche altre alterazioni genetiche; diversi studi hanno anche sostenuto l’esistenza di un locus sul cromosoma 22 distinto da quello di NF2, in grado di contribuire allo sviluppo di meningiomi.

CARATTERISTICHE CLINICHE I meningiomi sono abitualmente lesioni a lento accrescimento che si presentano sia con sintomi vaghi e non localizzati sia con segni focali riferibili alla compressione della sottostante massa cerebrale.
SEDI DI INTERESSAMENTO PIU’ COMUNI, Le sedi di interessamento più comuni comprendono il versante parasagittale della convessità cerebrale, la dura sulla convessità laterale, l’ala dello sfenoide, la doccia olfattoria,
la sella turcica e il forame magno.
EPIDEMIOLOGIA Sono rari in età pediatrica e generalmente mostrano una moderata prevalenza nel sesso femminile
(3:2), benché tale rapporto salga a 10:1 nei meningiomi spinali, che sono comunemente di tipo psammomatoso.

MACROSCOPIA Le lesioni sono tipicamente solitarie ma, quando presenti in siti multipli, soprattutto in associazione con i neurinomi dell’acustico o con i tumori gliali, dovrebbe essere presa in considerazione una diagnosi di NF2. Studi
di clonalità indicano che le lesioni multiple co

CLONALITA’ ED ORIGINE n molta più probabilità rappresentano una disseminazione da un singolo tumore piuttosto
che tumori distinti. Spesso i meningiomi esprimono i recettori per il progesterone e possono crescere più rapidamente durante la gravidanza

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tumori metastatici snc,

A

EPIDEMIOLOGIA Le lesioni metastatiche, soprattutto da carcinomi, rappresentano da circa un quarto sino alla metà dei tumori intracranici nei pazienti ospedalizzati.
LOCALIZZAZIONI PIU’ COMUNI Le cinque localizzazioni primitive più comuni sono il polmone, la mammella, la cute (melanoma), il rene e il tratto gastrointestinale, rappresentando circa l’80% di tutte le metastasi.
TUMORI CON ELEVATA CAPACITà METASTASI ENCEFALICHE Alcuni tumori rari (ad es. coriocarcinoma) hanno un”alta probabilità di metastatizzare all”encefalo, mentre altri, più frequenti (ad es. carcinoma prostatico), non hanno questa tendenza anche se infiltrano l’osso adiacente e la dura. Anche le meningi sono sedi frequentemente interessate da metastasi.

PRESENTAZIONE CCLINICA TUMORE METASTATICO I tumori metastatici si presentano clinicamente come masse che possono occasionalmente essere la prima manifestazione della neoplasia che li ha generati

TERAPIA. In generale, nelle metastasi cerebrali solitarie, a seguito di trattamenti localizzati, vi è un beneficio sulla qualità di vita. Le metastasi allo spazio epidurale o sottodurale possono provocare compressione del midollo spinale, richiedendo un trattamento dlemergenza.

MORFOLOGIA metastasi intraparenchimali formano masse chiaramente demarcate, spesso a livello della giunzione tra
sostanza grigia e sostanza bianca e solitamente sono circondate da un’area edematosa
LINITI TRA TUMORE E PARENCHIMA CEREBRALE. ll limite tra il tumore e il parenchima cerebrale è microscopicamente ben definito; il melanoma è un tumore che non sempre segue questa regola.

Noduli tumorali, spesso con aree di necrosi centrale, sono ircondati da gliosi reattiva. La carcinomatosi meningea, con
noduli tumorali che costellano la superficie encefalica, il midollo spinale e le radici nervose intradurali, si associa in particolar modo al carcinoma del polmone e della mammella.

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tumori della regione sellare, craniofaringioma

A

DEFINIZIONE Il craniofaringioma è un tumore epiteliale benigno parzialmente cistico(GRADO I),
ORIGINEprobabilmente derivato dalla tasca di Rathke (per intrappolamento di alcune cellule al suo interno durante lo sviluppo embrionale).
EPIDEMIOLOGIA , No predilezione di sesso, Colpisce in genere bambini e giovani. Nonostante la sua benignità, il problema di questo tumore risiede nel fatto che per la loro localizzazione anatomica presenta un’escissione molto difficoltosa, per cui è molto facile che non si riesca a eliminarlo del tutto e va incontro a recidiva.

VARIANTI È presente in due varianti, ADAMANTINOMATOSA e PAPILLARE.
GRADO Grado I sec. WHO 4,6%
SINTOMATOLOGIA . Causano disturbi della vista, aumento della pressione intracranica. carenze endocrine,disturbi della personalita’, aumento pressione intracranica

MACROSCOPIA
La variante adamantinomatosa ricorda i tumori di origine odontogena, si presenta come massa solidacistica (nelle formazioni cistiche è contenuto un liquido scuro simil olio di motore), lobulata che può presentare calcificazioni e raccolte di colesterolo.
La variante papillare si presenta come una massa solida e ben circoscritta, raramente cistica.

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craniofaringioma, micro

A

La variante adamantinomatosa presenta cellule epiteliali squamose che si organizzano in lobuli e
trabecole circondate da cellule epiteliali colonnari disposte a palizzata. Può presentare flogosi
granulomatosa di accompagnamento.
La variante papillare presenta cellule epiteliali squamose ben differenziate organizzate in papille.