k pancreas Flashcards

1
Q

definizione

A

L’adenocarcinoma duttale è un tumore epiteliale maligno. E’ una neoplasia maligna a derivazione dall’epitelio dei dotti pancreatici, con prognosi altamente sfavorevole.

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2
Q

epidemiologia e prognosi

A
  • Incidenza del k pancreatico è relativamente ridotta,
  • La sua importanza clinica è data dall’importantissima mortalità associata.
  • Leggera prevalenza in sesso maschile,
  • Neoplasia è rara prima dei 45 aa, l’80% dei casi è compreso tra 60 ed 80 aa, con età media di 70.
  • Quarta principale causa di morte per cancro
  • Tasso di sopravvivenza a 5aa inferiore al 5%
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3
Q

classificazione tumori del pancreas esocrino

A

TUMORI BENIGNI,
- cistoadenoma sieroso
- cistoadenoma mucinoso
- adenoma mucinoso intraduttale papillare
- teratoma maturo,
TUMORE AD INCERTO POTENZIALE MALIGNO,
- tumore mucinoso cistico con displasia moderata,
- tumore mucinoso intraduttale papillare con displasia moderata,
- tumore solido pseudopapillare

MALIGNI,
- adenocarcinoma duttale,
- cistoadenocarcinoma sieroso,
- cistoadenocarcinoma mucinoso
- carcinoma mucinoso intraduttale papillare,
- carcinoma a cellule acinari
- pancreatoblastoma
- carcinoma solido pseudopapillare

TUMORI NON EPITELIALI
TUMORI SECONDARI

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4
Q

PRECURSORI K PANCREATICO

A

, neoplasia intraepiteliale pancreatica

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5
Q

PROGRESSIONE

A
  • N. intraepiteliale pancreatica,
  • Adenoma
  • K. Invasivo
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6
Q

EZIOLOGIA E GENESI

A

presenta eziologia sconosciuta si formerebbe a partire da lesioni preinvasive. definite NEOPLASIE PANCREATICHE INTRAEPITELIALI (PanIN). Tra i fattori ambientali, l’unico il cui ruolo patogenetico sia riconosciuto nella genesi della patologia è il fumo di sigaretta, probabili anche influenze dietetiche, un alimentazione ricca di grassi animali rappresenta un fattore favorente, mentre una dieta ricca di vegetali e frutta innesca un fattore protettivo,
Ulteriore fattore di rischio riconosciuto è rappresentato dalla pancreatite cronica, fattore di rischio riconosciuto in tutte le forme ma in particolare nelle rare forme a base genetico ereditaria il cui rischio è stimato al 40% a 70 aa. In queste forme, la precoce insorgenza della pancreatite e di conseguenza la lunga durata della malattia possono contribuire all’aumentato rischio di insorgenza della neoplasia.
Il diabete, pur essendo frequentemente associato al k del pancreas non ha un ruolo causale nell’insorgenza della neoplasia.

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7
Q

ALTERAZIONI GENICHE COINVOLTE

A

riscontrate con relativa frequenza nell’adenok del pancreas, KRAS è l’oncogene più frequentemente alterato, nel 90% dei casi, con mutazioni puntiformi che riducono drasticamente attività GTPasica intrinseca nelle proteine RAS e comportano la produzione di una proteina attivata costituzionalmente attivata che attraverso diverse vie di trasduzione del segnale e conduce attivazione di fattori trascrizionali nucleari promuovendo la mitosi.
CDKN2A, uno dei regolatori chiave del ciclo cellulare, il gene oncosoppressore più frequentemente inattivato
KRAS e CDKN2A , la loro associazione è considerata la più frequente impronta molecolare del carcinoma pancreatico, eccezionale in altri tumori umani
TP53 alterato nel 50 60% dei casi, con soppressione delle sue attività di arresto del ciclo cellulare e di innesco dell’apoptosi in presenza di DNA danneggiato .
DPC4 , conosciuto anche come SMAD4, un altro gene oncosoppressore inattivato nel 55% dei casi. Esso codifica per una proteina cellulare, con funzioni di soppressione della crescita cellulare ed induzione dell’apoptosi, solo raramente inattivato in altri tipi di tumori. Infine, numerosi altri geni inclusi AKT2, HER 2 neu, BRCA2 sono alterati nel carcinoma pancreatico con frequenze più basse.

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8
Q

CONCLUSIONI PATOGENETICHE

A

Da quanto sopra riportato è evidente come il carcinoma del pancreas sia il risultato di un accumulo di svariate alterazioni genetiche, il numero delle quali è in diretto rapporto con la gravità della prognosi. Le alterazioni possono comparire anche nelle lesioni tumorali preinvasive, nella quale è stata presentata evidenza per un modello di progressione nello sviluppo della neoplasia analogo a quello da tempo descritto per il carcinoma del grosso intestino.

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9
Q

MODELLO DI ALTERAIZONI

A

nelle fasi precoci della lesione preinvasiva si manifesta alterazioni di kras, che si associa ad accorciamento dei telomeri. Nella fase intermedia si verifica inattivazione di CDKN2A, nella fase tardiva immediatamente precedente lo sviluppo del carcinoma invasivo avvengono le inattivazioni dei geni oncosoppressori TP53, DPC4, BRCA

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10
Q

CC, ALTERAZIONE

A
  • Accorciamento telomeri
  • Accumulo progressivo alterazioni cromosomiche
  • Sviluppo k invasivo,
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11
Q

ONCOGENI PIU’ FREQUENTI

A
  • Kras, attivazione costitutiva kras
  • Cdkn2a, inattivazione oncosoppressore,
  • Smad4, ruolo trasduzione segnale recettoriale di membrana
  • Tp53, inattivato nel 70 75%
  • Anomalie metilazione del dna
  • Via segnalazione, via hedgehod, brca2
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12
Q

EPIDEMIOLOGIA

A
  • 80% casi pz 60 80 yo
    • più frequenti in neri
  • ## Rappresenta circa il 90% di tutti i tumori del pancreas, colpisce prevalentemente a 60-70 anni e mostra leggera predilezione per il sesso maschile.
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13
Q

fattori di rischio

A
  • Ambientali, fumo di sigaretta, alimentazione ricca di grassi
  • Patogenesi, diabete mellito e pancreatite cronica,
  • Numerosi sono i fattori di rischio identificati, tra cui il fumo di sigaretta, l’esposizione ad amine aromatiche, una dieta ricca di grassi, l’abuso alcolico e la pancreatite cronica ereditaria.
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14
Q

fattori di rischio genetici

A

Importanti sono anche i fattori genetici con numerose le alterazioni individuate, le principali riguardano K-RAS e CDKN2A (osservate anche nelle PanIN, la mutazione di K-RAS rappresenterebbe il “primo colpo”, seguita dalla mutazione di CDKN2A e successivamente da altre coinvolgenti vari geni oncosoppressori ed oncogeni); un 10% dei casi si sviluppa in pazienti geneticamente predisposti e si osservano spesso nel contesti di diverse sindromi e condizioni
ereditarie, tra cui la Sindrome di Lynch di tipo II (HNPCC, carcinoma colon-rettale ereditario non poliposico), carcinoma ereditario della mammella e dell’ovaio (mutazione di BRCA2), la sindrome di Peutz-jeghers, la sindrome del nevo displastico e, già citata, la pancreatite ereditaria.
-

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15
Q

origine,

A
  • 60% testa ghiandola
  • 15% corpo
  • 5% coda
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16
Q

diffusione

A

tutto organo o diffuso,

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17
Q

manifestazioni

A
  • Masse scarsamente delimitate
  • Consistenza dura,
  • Aspetto stellato
  • Colore bianco grigiastro,
18
Q

COMPOSIZIONE ADENOK DUTTALE

A

composto da elementi ghiandolari mucosecernenti con caratteri simili alle strutture duttali pancreatiche normali.

19
Q

ISTOLOGIA

A
  • Gran parte adenok duttali,
  • Formazione di ghiandole,
  • Secrezione mucina
20
Q

LOCALIZZAZIONE,

A

L’adenocarcinoma duttale si localizza nei 2/3 dei casi nella testa del pancreas e in 1/3 dei casi nel corpo o nella coda, raro il coinvolgimento dell’intero organo.

21
Q

DIMENSIONI

A

In base alle due diverse localizzazioni variano le dimensioni che può raggiungere la neoplasia, generalmente i tumori della testa sono più piccoli (diamtero 2-3 cm) rispetto a quelli di corpo e coda (diametro 5-7cm). La differenza tra dimensioni tra testa e corpo coda, è verosimilmente legata alla diagnosi piu’ tardiva delle localizzazione di corpo coda, nelle quali la sintomatologia è frequentemente assente o aspecifica

22
Q

MACROSCOPIA

A

Solitamente si presenta solido, con margini infiltrativi, di consistenza duro-lignea e colorito bianco giallastro, a limiti sfumati nei confronti del circostante parenchima pancreatico. Se si localizza alla testa essa presenta spesso infiltrazione del segmento intrapancreatico del coledoco o del dotto di Wirsung, stenosandoli e determinandone dilatazione a monte spesso marcata

23
Q

microscopia

A

Il carcinoma del pancreas nella variante classica risulta costituito da strutture ghiandolari , il cui grado di differenziazione può variare da ghiandole ben strutturate con abbondante produzione di muco a cordoni e nidi solidi con lumi ghiandolari e produzione di muco variamente scomparsi, rivestite da EPITELIO DUTTALE che infiltrano il parenchima sano circostante accompagnandosi ad abbondante reazione desmoplastica (responsabile della consistenza duro-lignea). Si associa di regola desmoplasia, intensa proliferazione fibroblastica con formazione di abbondante stroma fibroso che spiega aumentata consistenza della neoplasia.
Alla diagnosi sono frequenti infiltrazione neoplastica perineurale e peripancreatica e le metastasi linfonodali peripancreatiche. Evoluzione successiva può includere invasione dello spazio retroperitoneale con intrappolamento delle strutture nervose e vasali presenti e possibile infiltrazione degli organi adiacenti, quali milza, stomaco, colon, surrene.

24
Q

metastasi

A

Fegato è comunemente sede di metastasi, mentre le metastasi a distanza interessano principalmente i polmoni e le ossa

25
Q

organizzazione strutturale

A

L’organizzazione strutturale può essere variabile, con strutture tubulari, cribriformi, papillari, cordoni, ecc e varia anche in rapporto al grado di differenziazione della neoplasia.

26
Q

forme, classificazione

A

Riconosciamo:
- Forme ben differenziate (GRADO 1) con strutture ghiandolari ben definite, con capacità mucoscernente;
- Forme moderatamente ben differenziate (GRADO 2) in cui possiamo apprezzare ancora strutture ghiandolari, con attività secernente che può essere presente;
- Forme scarsamente differenziate (GRAD0 3) dove è evidente il disordine architetturale, con cellule neoplastiche organizzate in cordoni e strutture pleomorfe.

Riconosciamo diverse varianti istologiche in cui la componente adenocarcinomatosa duttale risulta associata a differenti strutture istologiche (significato prevalentemente descrittivo ma i caratteri clinici e la prognosi sono sostanzialmente gli stessi).

27
Q

forme principali

A

Le principali sono 6:
* carcinoma mucinoso non-cistico, con prevalente architettura papillare e massiccia produzione di muco

  • carcinoma adenosquamoso, in cui la componente adenocarcinomatosa risulta associata ad aree di differenziazione squamosa e frequentemente anche ad aree simil-sarcomatose
  • carcinoma anaplastico, con architettura variabile e presenza di CELLULE GIGANTI PLEOMORFE
  • carcinoma a cellule chiare, composto da CELLULE CHIARE PLEOMORFE (ricche in glicogeno)
  • carcinoma misto duttale-endocrino, con cellule endocrine che devono rappresentare almeno 1/3 della massa neoplastica frammiste alle cellule duttali
  • carcinoma con caratteri istologici di tipo midollare, con crescita espansiva e spiccato infiltrato infiammatorio
28
Q

CARATTERI IMMUNOISTOCHIMICI ADENOK DUTTALE

A

L’adenocarcinoma duttale risulta prevalentemente positivo per CEA (antigene carcinoembrionale), CA 19-9 (antigene carboidratico), DUPAN2 (antigene pancreatico monoclonale di tipo 2), per CK7,8,18,19 e per MUC1 (mucina 1). I marcatori tumorali principali sono rappresentati da CA 19 9 , DUPAN2, E CEA, nessuno di questi è tuttavia specifico per il carcinoma del pancreas.

29
Q

CARATTERISTICHE K IN TESTA DEL PANCREAS

A
  • Altamente invasivo
  • Innesca aumento reazione fibrotica
  • Ostruzione tratto distale coledoco
  • Marcata dilatazione albero bronchiale
30
Q

CARATTERISTICHE K CORPO E CODA,

A
  • Non interessano sistema biliare
  • Silenti per molto tempo
  • Possono essere ampiamente disseminate
  • Crescita lungo i nervi
  • Invasione vasi sanguigni e retroperitorneali
31
Q

STRUTTURE CHE POSSONO ESSERE INFILTRATE DA K PANCREAS

A
  • Milza
  • Surrene
  • Colon trasverso
  • Stomaco
  • Linfonodi peri? Gastrici, mesentere, omentali, porto epatici
32
Q

LOCALIZZAZIONE METASTASI, K PANCREAS

A
  • Fegato
  • Polmone
33
Q

MICROSCOPIA IN DIFFERENTI LOCALIZZAZIONI

A
  • Non c’è differenza tra k testa e coda
  • Adenok scarsamente o moderatamente differenziato
  • Strutture tubulari abortive o nidi solidi,
  • Pattern crescita marcatamente infiltrante
  • Gh maligne scarsamente definite, rivestite da cellule epiteliali pleomorfe, cubiche, colonnari,
  • Intensa reazione desmoplastica,
34
Q

FISIOPATOLOGIA

A

la frequente infiltrazione del coledoco da parte dei carcinomi della testa pancreatica determina un ittero ostruttivo ingravescente e persistente, mentre l’ostruzione dei dotti pancreatici determina pancreatite cronica ostruttiva dei territori drenati da dotti infiltrati con fibrosi e atrofia acinare. L’infiltrazione neurale peripancreatica, principalmente a carico dei rami dei plessi celiaco e mesenterico superiore, responsabile del dolore. Infine, l’elaborazione tumorale di fattori procoagulanti e o ad azione aggregante piastrinica è responsabile della tromboflebite migrante.

35
Q

SINTOMATOLOGIA

A

Il carcinoma del pancreas in molti pz rimane silente a lungo, in particolare nelle localizzazioni corpo coda. Tale scarsità di sintomi contribuisce certamente all’avanzato stadio di molte neoplasie al momento della diagnosi,
L’ittero è un sintomo tipico e relativamente precoce nelle localizzazioni della testa pancreatica. Che porta ad una diagnosi più precoce rispetto alle neoplasie del corpo coda, pur non consentendo vantaggi dal punto di vista prognostico.
Quando diviene sintomatico, il sintomo principale è rappresentato dal dolore addominale “a barra” situtato nella porzione alta dell’addome, spesso con irradiazione lombare, dovuto all’infiltrazione dei rami nervosi dei plessi celiaco e mesenterico; con l’avanzare della malattia possono comparire astenia, dispepsia, anoressia e calo ponderale, ittero ostruttivo (segno frequente in quanto la maggior parte dei casi si sviluppa nella testa del pancreas e crescendo tende a stenosare il coledoco).
Tromboflebite migrante spontanea si osserva in circa il 10% dei pz, pur non essendo specifica per il k pancreatico. E’ chiamata segno di trosseau, che si autodiagnostico k del pancreas e che ne morì.

36
Q

CARATTERISTICHE CLINICHE

A
  • Silenti fino a quando non è presente invasione strutture adiacenti
  • Dolore, primo sintomo, se compare generalmente patologia non curabile
  • Ittero ostruttivo
  • Calo ponderale
  • Anoressia
  • Malessere generale
  • Astenia,
  • Tromboflebite migrante, 10% diffusione fattori
37
Q

PROGNOSI E MORTALITA’ ASSOCIATA

A

Presenta mortalità molto elevata, è la quarta causa di morte per neoplasia,

38
Q

DECORSO

A

Il k del pancreas invasivo è preceduto dalla comparsa di precursori intraduttali, che sono spesso riscontrati anche nel parenchima adiacente il k. Sono stati evidenziati precursori intraduttali definiti PanIN, dei quali sono stati identificati tre gradi, contraddistinti da un progressivo aumento della proliferazione epiteliale duttale e delle atipie architetturali e citologiche. I gradi progressivi sono associati a progressivo accumulo di alterazioni genetiche così da corroborare la tesi di un modello di progressione del carcinoma pancreatico, sovente in uno stadio avanzato al momento della diagnosi per cui la resecabilità chirurgica è inferiore al 10%. La prognosi è quasi universalmente infausta con sopravvivenza ad un anno inferiore al 20% e a 5 aa inferiore al 5%
- Tipicamente breve ed aggressivo
- Meno del 20% tumori del pancreas è operabile a diagnosi
- Nel momento della diagnosi presenta metastasi, invasione vasi e nervi

39
Q

DECORSO ED ANDAMENTO

A

Si tratta di un tumore aggressivo che presenta decorso silente, restando a lungo asintomatico e per
questo spesso diagnosticato in ritardo quando sono ormai presenti metastasi.

40
Q

DIAGNOSI

A
  • Aumento antigene carcioembrionario
  • Antigene ca 19 9
  • Ecoendoscopia,
  • Tc
41
Q

PROGNOSI

A

L’adenocarcinoma duttale ha una prognosi pessima (a 5 anni del 5%), con sopravvivenza mediana intorno alle 16 settimane.

42
Q

METASTASI, VIA DI METASTATIZZAZIONE E DOVE

A

Può dare metastasi per contiguita a tessuti circostanti (DUODENO, MILZA, RETROPERITONEO, RENE), per via linfatica e per via ematica (principalmente al FEGATO); cruciale individuarlo quando presenta ancora esclusivamente localizzazione intrapancreatica anche se sono operabili solo il 15-20% dei pazienti mentre i restanti casi vengono trattati con chemio e radioterapia senza risultati soddisfacenti.