ch1 Flashcards

(11 cards)

1
Q

Che cos’è l’ambiente

A

L’idea di ambiente è un concetto recente. A partire dagli anni Ottanta la sua definizione comincia a svilupparsi nel modo in cui la intendiamo oggi. L’ambiente è un concetto metagiuridico descrittivo di una pluralità di fenomeni diversi tra loro.

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2
Q

Prima della costituzione

A

Nel 1877 con la legge 3917 si parlò di tutela boschiva e poi successivamente di tutela alla pesca. Il un momento di forte sviluppo dell’impresa italiana il
governo Crispi si introdusse in concetto di imprese salubri. Nel 1913 vennero fondate due istituzioni: lega per la protezione dei monumenti naturali e comitato nazionale per la difesa del paesaggio. Costituzione: nel 1922 grazie al movimento di Nitti vennero approvate due leggi: legge 778 finalizzata alla tutela delle bellezze naturali e la legge 1497 volta alla
protezione delle bellezze naturali. I risultati più importanti furono l’istituzione del parco nazionale dell’Abruzzo e del Gran Paradiso. Nel dopoguerra il bene giuridico ambiente trova un rilievo nella costituzione con gli articoli 9 e 32.

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3
Q

La legge 615/66

A

Con questa legge si proseguirono le proposte di tutela ambientale, in particolare riguardo l’inquinamento atmosferico, con la previsione di contenimento delle emissioni. Essa ha segnato la nascita della consapevolezza da parte delle istruzioni di un grave problema di degrado che colpiva l’ambiente. Il Ministero dell’ambiente: nacque nel
1986. Prese il via la pubblicazione periodica dei rapporti Ambiente Italia realizzati dall’Istituto
Ambiente Italia e dei rapporti ecomafia. Nel 1989 venne emanata la legge 183 intitolata norme per il riassetto organizzativo per la difesa del suolo

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4
Q

Dalla legge Galli al decreto Ronchi

A

Tra il 1992 e1994 vennero emanate due importanti leggi, ovvero la 257 che mise al bando una delle sostanze più pericolose ovvero l’amianto e la legge
36 nota come legge Galli che si occupò delle acque pubbliche. Nel 1997 il decreto Ronchi mirò ad un’ampia riforma nel settore rifiuti volta alla tutela ambientale e alla promozione della raccolta differenziata e al riciclo. Solo con il passare del tempo venne elaborata una concezione di ambiente più ampia che nel 2001 venne recepita in costituzione all’articolo 117 tramite la riforma del titolo V.

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5
Q

Ambiente nella riforma titolo V

A

La riforma ha il merito di aver inserito nel nuovo articolo 117 la parola ambiente. Tra le materie assegnate allo stato vengono specificate la tutela
ambientale dell’ecosistema e dei beni culturali. La materia ambientale rappresenta competenza esclusiva statale ma anche legislazione concorrente tra stato e regione.

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6
Q

La tutela dell’ecosistema

A

L’articolo due della costituzione definisce l’ambiente come diritto inviolabile dell’uomo. L’articolo tre trova un legame tra dignità sociale dei cittadini e il compito
della Repubblica di rimuovere gli ostacoli allo sviluppo della persona umana, mentre con l’articolo 32 questo diritto viene raggiunto con la tutela alla salute. Spetta allo stato stabilire uno standard adeguato e uniforme di tutela secondo l’articolo 117, mentre spetta alle regioni nell’ambito delle loro competenze la possibilità di stabilire i livelli di tutela più elevati.

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7
Q

Valore costituzionale

A

Il bene ambiente ha un valore costituzionale primario a cui deve essere garantita tutela. Tuttavia, la costituzione italiana prima della riforma del titolo V non menzionava in alcun modo l’ambiente tra i principi fondamentali.

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8
Q

La svolta

A

Il primo punto di svolta nella considerazione di ambiente come autonomo bene di rilievo costituzionale arrivo attraverso le pronunce della Corte di cassazione secondo l’articolo 2, 3, 9 e 32. La tutela del paesaggio all’articolo 9 bene interpretata come tutela ecologica e la tutela alla salute dell’articolo 32 venne interpretata come tutela dell’ambiente in cui l’uomo vive. La Corte costituzionale ha riconosciuto la potestà legislativa alle regioni in tema ambientale, in quanto materia trasversale e a riconosciuto la valenza statale, unitaria di tale materia con la possibilità di differenziazione regionale

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9
Q

Articolo 9 e aree protette

A

L’articolo nuovo è stato modificato nel 2022, con l’aggiunta della tutela ambientale, alla biodiversità e agli ecosistemi anche nell’interesse delle nuove
generazioni. Lo stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali. Queste tutele vanno aggiunte alle tutele riconosciute anche nel precedente articolo 9, le quali trattavano della tutela del paesaggio, dei beni culturali e la promozione dello sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. La tutela del paesaggio consiste nella regolazione degli interventi. I beni
culturali devono non solo essere preservati ma anche valorizzati. Anche per l’ambiente lo stato non si ferma al riconoscimento del valore dei beni ambientali ma prevede anche la valorizzazione degli stessi. Prima della legge 778 la tutela del paesaggio era improntata su una concezione estetizzante che identificava il paesaggio con il panorama. Per cui non si tutelava ciò che era nel paesaggio ma solo la conservazione del visibile. La legge 1497 ha spostato il fulcro tematico sull’ambiente naturale da preservare comprendendo altri elementi naturalistici. Oggi paesaggio designa una determinata parte di territorio il cui carattere deriva
da fattori naturali e umani. Le attività umane sono importanti agenti di trasformazione del paesaggio. Le aree protette, quali parchi, sono chiamati a svolgere un ruolo importante in quanto custodi di un patrimonio paesistico di eccezionale rilevanza. L’obiettivo è quello di conservare e valorizzare le emergenze naturalistiche oggetto di tutela e migliorare la qualità del territorio su cui queste insistono. La costituzione proclama la libertà della cultura in tutte le sue forme. L’attività di ricerca è indispensabile per rinnovare i contenuti dell’insegnamento.
L’intervento della Repubblica deve ricercare un equilibrio compatibile con la libertà della cultura e della ricerca, evitando che queste siano soggette a direttive e in posizioni politiche o si sviluppino sganciate dal contesto della società.

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10
Q

I pilastri costituzionali

A

Il fondamento costituzionale dell’ambiente sono definiti a partire dagli articoli 2, 9 e 32. L’articolo 32 configura il diritto alla salute come un diritto della
personalità, è un diritto concesso a tutti e per questo tutelato. Il combinato disposto dagli articoli due e 9 consente di ricostruire una tutela di tipo oggettivo del paesaggio. Per paesaggio si intende l’espressione di valori estetico culturali relativi alle bellezze naturali e
paesistiche, secondo una concezione più ampia si tratta della tutela della forma del paese.
L’articolo 9 offre una copertura costituzionale a tutto ciò che attiene alla forma del paese e all’interno di questa si trovano diverse discipline, tra cui quella ambientale paesistica e dei beni culturali. Alcuni individuano una direttiva utilizzabile in materia ambientale anche negli articoli 44, 41 e 42 attinenti all’iniziativa economica privata e alla proprietà privata.

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11
Q

Riforma titolo V

A

il riconoscimento delle autonomie locali e della loro importanza è sancito già tra i principali fondamentali della costituzione. Tra le materie previste dall’articolo 117 non compariva l’ambiente e comunque la nozione di ambiente non era familiare nella Carta
costituzionale del 1948.
Nonostante l’elenco di cui all’articolo 117 non contenesse riferimenti all’ambiente, si potevano comunque riscontrare altre materie che con l’ambiente avevano un rapporto molto stretto come l’urbanistica e i lavori pubblici di interesse regionali , la pesca, l’agricoltura e le foreste. Tant’è che alcuni studiosi sostengono che la mancata menzione derivasse dalla circostanza che l’ambiente non andava considerata una nuova materia, ma aspetto trasversale alle altre materie

Negli anni 90 si è assistito a un nuovo processo di riforma che ha avuto avvio con la legge Bassanini attraverso la quale il Parlamento ha delegato il governo ad emanare una serie di decreti avente come obiettivo la riforma dell’intero sistema della pubblica amministrazione e il conferimento di funzioni e compiti alle regioni e gli enti locali. Tra i punti cardine in Italia di riforma vi è l’inversione del criterio di attribuzione delle competenze tra Stato e Regioni. La legge in questione, infatti, rovescia il tradizionale modello di ripartizione: invece di individuare in quali materie le regioni hanno competenza legislativa, elenca le materie che restano di esclusiva competenza dello Stato espandendo notevolmente le potenziali possibilità di intervento delle regioni in tutti gli altri settori non previsti dalla legge.

La legge costituzionale numero 3 del 18 ottobre 2001 ha modificato il titolo V della parte seconda della Costituzione. Tra le novità introdotte, la riforma costituzionalizza il principio di sussidiarietà e conferma il nuovo criterio di ripartizione delle competenze.
Esiste, infine, la possibilità di ampliare la sfera di intervento di ciascuna singola Regione con un apposito provvedimento legislativo

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