ch14 Flashcards

(7 cards)

1
Q

La politica ambientale

A

pone come obiettivo la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti prodotti. La disciplina prevede delle azioni per intervenire nel processo produttivo e
per incentivare il riciclaggio. I rifiuti non recuperati devono essere smaltiti in condizioni di sicurezza. Il procedimento si compone di fasi:
1)Prevenzione.
2)Riciclaggio.
3)Recupero.
4)Smaltimento.
La prevenzione richiede il controllo delle prestazioni e dell’efficienza ambientale, le imprese dovranno provvedere a : introdurre SGA, modificare le tecnologie di processo per ridurre l’inquinamento, migliorare i sistemi di abbattimento delle emissioni, perseguire l’efficienza energetica, innovazione ambientale di prodotto attraverso il miglioramento delle prestazioni ambientali del prodotto. Il decreto legislativi 22/97 assegna un ruolo centrale alla Gestione Integrata dei Rifiuti, per cui il rifiuto deve essere gestito in modo da perseguire l’obiettivo di
riciclaggio e recupero.
Le strategie del riuso e del recupero si concentrano in 2 azioni: ottimizzare i sistemi di raccolta dei rifiuti che dovranno risultare efficaci e garantire lo sviluppo
del mercato del riuso e del recupero dei rifiuti. Con il decreto 22 /97, conosciuto con il nome di decreto Ronchi, la legge italiana ha iniziato a preoccuparsi della gestione dei rifiuti. Fino a quel momento lo smaltimento in discarica era la modalità più diffusa. Il decreto ronchi introduce una riforma animata dall’intervento di evidenziare i benefici del riciclo dei rifiuti.
Questo decreto ha avuto il merito di modificare e disciplinare i modelli di recupero e smaltimento dei rifiuti. Ciò ha segnato una svolta importante: incremento della raccolta differenziata, incentivare la riduzione della produzione dei rifiuti, incentivare la riduzione dello smaltimento in discarica ecc. con il decreto legislativo 152/2006 è stato istituito il TUA, con il quale sono stati definite le norme che regolano la disciplina ambientale. Questo decreto non
è un vero e proprio testo unico poiché non si occupa di tante altre discipline ambientali ed inoltre nemmeno per la forma è da definirsi un testo. Tratta però la questione dei rifiuti. Per riciclo si intende tutto l’insieme di strategie volte a recuperare i rifiuti per riutilizzarli evitando di smaltirli in altro modo. Il riciclo comprende il recupero di materiali che possono essere utilizzati in nuovi processi produttivi, recupero di energia attraverso la combustione dei rifiuti,
riutilizzo di materiali.
Per il simbolo universale del riciclo: la prima freccia indica la separazione alla sorgente (ovvero la raccolta differenziata), la seconda freccia simboleggia il
tracciamento del materiale (ad esempio le lattine vengono prelevate e compresse per essere vendute a una fonderia di alluminio), la terza freccia rappresenta la riammissione del nuovo prodotto sul mercato (il consumatore acquista una nuova lattina). Secondo il TUA le pubbliche amministrazioni devono: promuovere lo sviluppo di tecnologie pulite, immettere sul mercato prodotti concepiti in modo da non contribuire ad incrementare la quantità o la
nocività dei rifiuti, sviluppare tecniche appropriate per l’eliminazione di sostanze pericolose.
Qualsiasi sostanza o oggetto che rientri nelle categorie riportate nell’allegato A alla parte quarta del decreto e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o l’obbligo di disfarsi, è da considerare rifiuto. Nel decreto la raccolta è definita come l’operazione di prelievo, di cernita o di raggruppamento dei rifiuti per il loro trasporto. L’attività di recupero inizia con la fase di raccolta. Poi i prodotti vengono trasformati in materie secondarie e poi vengono immessi nel
circuito produttivo industriale. Il TUA ha definito il concetto di raccolta differenziata: per tipologia di prodotto, per due o più tipologie di prodotti, di tutte le frazioni di rifiuti. Lo smaltimento dei rifiuti è ogni operazione finalizzata a sottrarre una sostanza dal circuito economico o di raccolta. Deve essere effettuato in condizioni di sicurezza. Il recupero è
definito come tutte quelle operazioni che utilizzano i rifiuti per generare materie prime secondarie, combustibili o prodotti. In base all’origine si distinguono rifiuti urbani e speciali.
In base alla pericolosità si differiscono quelli pericolosi e non pericolosi. I rifiuti urbani si compongono di : rifiuti domestici, rifiuti non pericolosi, rifiuti che derivano dallo spazzamento delle strade, rifiuti giacenti sulle strade, rifiuti di spiagge e rive, rifiuti vegetali.
I rifiuti speciali si compongono di: rifiuti da attività agricole, rifiuti di attività commerciali ecc. la raccolta differenziata facilita il riciclo dei materiali. La selezione dei materiali da riciclare può essere eseguita meccanicamente o manualmente in base alla tipologia dell’impianto. Molti beni di consumo sono costruiti da combinazioni complesse, come autoveicoli e televisori. Le operazioni di trattamento per il recupero di tali materiali sarebbero facilitate se si prevedesse in fase di progettazione la separabilità delle diverse componenti. Carta e cartone si ricavano
dalla cellulosa o anche dal riciclo di carta e cartoni usati. I mezzi destinati a svuotare i contenitori della raccolta trasportano la carta da macero presso la piattaforma di selezione.
Quest’ultima è un luogo di raccolta dove gli operatori eliminano il materiale estraneo. La carta selezionata viene pressata e legata in grosse balle. La piattaforma traferisce il materiale cellulosico alla cartiera. Nelle cartiere si ricicla il macero proveniente dalla raccolta
differenziata. Gli impasti per i diversi strati del cartone sono avviati alla macchina continua dove si formano i fogli di carta. Carta e cartoncino sono avvolti in grandi bobine. Il consorzio che si occupa del recupero degli imballaggi di origine cellulosica è il consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base di cellulosa. In Italia il consorzio che si occupa del
riciclo del vetro è il consorzio recupero vetro. I prodotti di vetro vengono selezionati e ripuliti da elementi estranei in impianti progettati appositamente. Il vetro viene separato per il colore.
Il risparmio dell’alluminio determina un grande vantaggio che risiede nel risparmio energetico. I contenitori di alluminio vengono trasportati in impianti dedicati. I rifiuti vengono fusi per ricavare lingotti di alluminio puro. I lingotti sono poi lavorati per ottenere delle lamine per la produzione di nuovi contenitori. La plastica è ottenuta attraverso la raffinazione del petrolio.
L’esauribilità di questa risorsa e il suo alto costo di estrazione rendono necessario lo sforzo per aumentare l quota di plastica ottenuta mediante riciclaggio. I rifiuti inerti sono prodotti nel settore dell’edilizia, il loro riciclaggio riguarda la frazione lapidea, ossia quella composta da mattoni e calcestruzzi, sia i singoli materiali contenuti nei rifiuti come residui ferrosi o legnosi. Per i beni durevoli è possibile grazie alle nuove tecnologie recuperare la
quasi totalità dei materiali inquinanti o riciclabili contenuti. I rifiuti legnosi sono triturati e pressati in modo grossolano per essere condotti in modo pratico agli impianti di riciclaggio.
Un’ulteriore lavorazione permette di ottenere scaglie di legno. Gli scarti di produzione di tutte le fasi del processo di riciclaggio del legno possono essere recuperati attraverso la produzione di combustibile ed utilizzato negli impianti di termovalorizzazione. Le sostanze contenute nelle batterie di auto sono il piombo, la plastica e l’acido solforico. Queste sostanze possono essere riciclate. In Italia è stato istituito il cobat (consorzio obbligatorio batterie esauste) che di occupa di smaltire le batterie. Le pile scariche rientrano nella categoria dei rifiuti urbani pericolosi poiché i metalli pesanti contenuti potrebbero essere
dannosi per l’ambiente. L’olio lubrificante è altamente inquinante. Riversarlo nell’ambiente si rischia di distruggerlo, bruciandolo. Se l’olio usato viene raccolto in modo differenziato può servire per produrre basi lubrificanti rigenerate oppure può essere bruciato in forni speciali.
Per garantire il corretto smaltimento esiste il consorzio obbligatorio oli usati.

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2
Q

Elemento di legislazione ambientale:
Fonti normative:

A

1)Normativa internazionale.
2)Norme comunitarie (regolamenti e direttive).
3)Carta costituzionale.
4)Legge e atti ad essa equiparati.

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3
Q

Cosa si intende per ambiente? È possibile individuare parametri fissi cui le norme fanno riferimento? La produzione normativa interpreta il concetto di ambiente in maniera tale da poter identificare un unico oggetto di tutela?

A

Quando parliamo di ambiente ci troviamo dinanzi ad un concetto indeterminato in astratto. Con il decreto legislativo 152/2006 nasce il TUA e rintracciamo all’interno dell’ordinamento una definizione positiva di ambiente, inteso come un sistema di relazioni fra fattori antropici, naturalistici, climatici, culturali, economici, in conseguenza dell’attuazione sul territorio di piani nelle diverse fasi della loro realizzazione.
Nel 1948 il legislatore non aveva previsto una espressa definizione di ambiente, limitandosi ad indicare due articoli, 9 e 32. Vigeva l’assenza di un diretto riferimento all’ambiente nella sua totalità, nel caso del paesaggio la dottrina ha inquadrato l’interpretazione in un’ottica utilitaristica il cui scopo era da rinvenire nella funzione di tutela estetica del bene. Anche nel caso della salute non era possibile individuare un preciso riferimento per la connessione con l’ambiente, essendo prevalente una visione sanitaria. La visione di massimo Giannini del 1973 di ambiente segue una prospettiva: naturalistica, contenutistica e urbanistica.

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4
Q

Il bene giuridico ambiente nella costituzione

A

Nel 1979 la giurisprudenza connette la tutela del diritto all’ambiente salubre alla proprietà e si supera il diritto di proprietà come punto di riferimento della tutela ambientale. L’interpretazione costituzionale era orientata sul concetto di ambiente come connesso all’articolo 2. Più tardi si arriverà a considerare l’ambiente come patrimonio ambientale come valore cui la costituzione ha conferito spiccato rilievo. L’opera di riconoscimento dell’ambiente quale oggetto di tutela procederà attraverso le norme
contenute negli articoli 9, 32, 41 e 42. Così, nel 1987 n 641 l’ambiente fu indicato come bene immateriale unitario.

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5
Q

Il percorso comunitario

A

verso la fine degli anni 70 viene maturato dalla Corte di Giustizia interesse per l’ambiente. La sentenza di Cassis de Dijion inserisce tra le sentenze imperative
che fungono da giustificazione alla restrizione della libera circolazione delle merci, la protezione della salute pubblica. Con il trattato di Maastricht nel 1992 il concetto di tutela ambientale ottiene dignità politica. Il trattato di Amsterdam nel 1997 ha promosso un elevato livello di protezione dell’ambiente e il miglioramento di quest’ultimo. La carta di Nizza del
2000 ha sancito la carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

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6
Q

Principi sui caratteri fondamentali dell’ambiente

A

1)Antropocentrismo: L’uomo gestisce e si rapporta con tutte le componenti del globo. La produzione di norme giuridiche fa parte dell’attività umana.
2)Unitarietà: Il principio non deve essere interpretato come possibilità di ricostruzione unitaria del concetto di ambiente, ma tende a mettere a risalto il valore dello stesso. L’unitarietà è dinamica e non statica.
3)Primarietà: Ogni principio deve integrarsi con altri della stessa specie. L’art. 117 definisce che la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della costituzione. Sono materie di legislazione concorrente: tutela alla salute, alimentazione, valorizzazione dei beni culturali e ambientali. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali,
riservata alla legislazione dello Stato.
4)Economicità: Incentrato su una prospettiva economica dei costi da sostenere per ogni azione che interagisce con l’ambiente. È possibile raggiungere questo obiettivo attraverso la produzione normativa, tassazioni, sussidi e l’estensione dell’operatività della responsabilità civile.

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7
Q

Principi:

A

1)Precauzione: (Strumento di gestione dei rischi cui è possibile far ricorso in caso di incertezza scientifica in merito ad un rischio presunto per la salute umana o per l’ambiente), articoli 191. La normativa di riferimento è fondata sui principi sulla produzione del diritto ambientale e il principio dell’azione ambientale, sono basati sui principi di prevenzione, correzione e chi inquina paga. Vengono sanciti nel TUA. Le implicazioni derivanti dal principio
di precauzione sono: analisi del rischio, creazione di una responsabilità di governance (ovvero partecipazione collettiva al fine di giungere ad una vera e propria amministrazione del rischio condivisa), esistenza di un rischio specifico e non di mero rischio ipotetico, necessità della misura (ovvero del contesto spazio temporale di riferimento), individuazione delle situazioni di pericolo.
2)Principio di bilanciamento: Finalizzato a comporre i diversi interessi, di pari livello, che concorrono con quello di tutela dell’ambiente. Il caso ILVA: gli impianti siderurgici della società costituiscono stabilimenti di interesse strategico nazionale. La sentenza della Corte costituzionale contiene prescrizioni volte ad assicurare la prosecuzione dell’attività produttiva dello stabilimento siderurgico a norma dell’articolo 1, 3. Il diritto alla salute ha un
carattere preminente. Viene richiesto un bilanciamento tra principi e diritti fondamentali,
senza pretese di assolutezza per nessuno di essi. Il punto di equilibrio deve essere valutato secondo criteri di proporzionalità e di ragionevolezza, tali da non consentire un sacrificio del loro nucleo essenziale.
3)Principio chi inquina paga: Una società che provoca un danno ambientale ne è responsabile e deve farsi carico di intraprendere le necessarie azioni di prevenzione e riparazione. La definizione comprende lo scarico di inquinanti nell’aria, nelle acque. Se il danno si è già verificato l’azienda deve informare le autorità. L’azienda deve sostenere i costi
per la prevenzione e correzione, salvo in alcune situazioni, ad esempio se il danno è stato causato da terzi, nonostante le opportune misure di sicurezza. Le pronunce trovano sintesi nel concetto di sviluppo sostenibile. Importante è il rapporto “our common future” definito presso la commissione Bruntland, il quale definisce che il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.

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