Processo tributario: Impugnazioni Flashcards
(32 cards)
Impugnazione
Il termine entro il quale va impugnata dalla parte soccombente la sentenza della Corte di giustizia tributaria è di 60 giorni decorrente dalla sua notificazione ad istanza di parte. Questo è il termine breve che decorre se ed in quanto la sentenza sia stata notificata da una delle parti. Se la sentenza non viene notificata il termine per impugnare è di sei mesi che decorre dalla data di pubblicazione della sentenza termine lungo. In entrambi i casi va conteggiata la sospensione feriale dei termini. L’impugnazione delle sentenze può essere anche collettiva ossia proposta congiuntamente da più soggetti e/o cumulativa verso sentenze diverse, a condizione che sussistano elementi di connessione che sebbene solo oggettiva riflettono uno stretto collegamento esistente tra le pretese impositive.
Mezzi di impugnazione
Mezzi di impugnazione ordinaria: La consumazione dei mezzi ordinari comporta il passaggio in giudicato della sentenza
Mezzi di impugnazione straordinaria: Ciao sono esperibili anche contro sentenze passate in giudicato
Mezzi di impugnazione ordinaria:
- appello
- ricorso in cassazione
- revocazione ordinaria
Mezzi di impugnazione straordinaria:
- revocazione straordinaria
I Appello
L’appello delle sentenze delle Corte di giustizia e tributarie di primo grado è un mezzo di impugnazione devolutivo e a critica libera.
L’appello è rivolto ad ottenere il riesame della controversia nel merito . Il procedimento di appello si svolge dinanzi alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado competente per territorio secondo le norme che regolano il procedimento di primo grado in quanto compatibili .
Cosa deve contenere il ricorso in appello
Il ricorso in appello deve contenere le seguenti indicazioni:
- Corte di giustizia tributaria cui è diretto
- Appellante e le altre parti cui è proposto
- Gli estremi della sentenza impugnata
- L’esposizione sommaria dei fatti
- L’oggetto della domanda ossia i capi di sentenza di cui si chiede la riforma
- I motivi specifici di impugnazione ossia i vizi della sentenza impugnata per i quali se ne richiede la riforma
I motivi dell’appelli
I motivi di appello debbono essere specifici e deve contenere i motivi specifici dell’impugnazione.
L’articolo 53 riprende la formula dell’articolo 342 c pc che viene interpretato dalla giurisprudenza di legittimità nel senso che l’impugnazione deve individuare chiaramente le questioni punti contestati della sentenza impugnata e con essi i relativi motivi di dissenso.
L’appello non può ridursi ad una doglianza generica o una mera riproduzione delle precedenti difese dovendosi articolare in una puntuale censura della sentenza impugnata in una confutazione specifica delle relative argomentazioni . Ove l’atto di impugnazione non risponda ai requisiti stabiliti la conseguente sanzione è quella dell’inammissibilità dell’appello.
Inammissibile per difetto di specificità dei motivi l’atto di appello che si limiti a produrre le argomentazioni post a sostegno della domanda disattesa dal giudice di primo grado senza il minimo riferimento alle statuizioni di cui è chiesta la riforma e che non contenga quindi alcuna parte argomentativa tesa a contestare il percorso logico giuridico della sentenza impugnata.
Proposizione dell’appello
Il ricorso in appello si si propone nei confronti di tutte le parti che hanno partecipato al giudizio di primo grado e secondo le modalità previste per il ricorso in primo grado. Esso va notificato secondo le forme previste per quest’ultimo entro 60 giorni dalla notificazione della sentenza primo grado o in assenza di età la notificazione entro sei mesi dalla pubblicazione della sentenza.
Entro i successivi 30 giorni dalla notifica il ricorso in appello va depositato presso la segreteria della Corte di giustizia tributaria di secondo grado.
Una volta dichiarato inammissibile l’appello non può essere riproposto anche se non è decorso il termine per impugnare si parla di consumazione dell’impugnazione.
Proposizione di nuove domande in appello
In appello non sono consentite domande nuove e se proposte debbono essere dichiarate inammissibili d’ufficio. Non sono parimenti consentiti nuove eccezioni che non siano rilevabili anche d’ufficio. Il ricorrente in appello non può ampliare l’oggetto del processo rispetto al primo grado di giudizio. Il divieto dello ius novorum in appello preclude il mutamento degli elementi materiali dal fatto costitutivo della pretesa. Le domande sono nuove in quanto introducono un diverso petitum o una diversa causa petendi. Non si hanno domande la nuove laddove venga richiesta solo una diversa qualificazione giuridica del rapporto dedotto in giudizio purché essa non comporti l’allegazione di fatti nuovi. La Preclusione dell’articolo 57 ovvero che non sono consentite domande nuove non vale per le mere difese.
Solo per le eccezioni in senso stretto opera la preclusione dell’articolo 57 nel senso che la questione che non si risolve in un’eccezione in senso stretto può essere proposta senza decadenza e anche rilevato d’ufficio dal giudice anche in appello.
Disposizione di nuove prove in appello
L’articolo 58 prevede che il giudice non può disporre nuove prove in appello salvo che non le ritenga necessari ai fini della decisione o che la parte dimostri di non averle potute fornire nel precedente grado di giudizio per causa del non imputabile.
Lo stesso articolo 58 consente però alle parti di produrre nuovi documenti in appello punto e quindi legittima la produzione di nuovi documenti in appello a condizione che vengano depositati entro 20 giorni prima dell’udienza di trattazione.
Possono essere depositate in appello solo documenti che abbiano funzione di mero supporto probatorio delle pretese e considerazioni già svolte da una delle parti.
La Corte di giustizia tributaria di secondo grado è tenuta a rimettere al giudice di prime cure nei casi in cui:
La Corte di giustizia tributaria di secondo grado è tenuta a rimettere al giudice di prime cure nei casi in cui:
- Dichiara la competenza che è stata declinata o la giurisdizione che è stata negata dal primo giudice
- Riconosce che in primo grado il contraddittore non è stato regolarmente costituito o integrato
- La sentenza impugnata ha erroneamente dichiarato estinto il processo in sede di reclamo avverso il procedimento provvedimento presidenziale
- Riconosce non legittima la composizione del collegio di primo grado
- Manca la sottoscrizione della sentenza della Corte di giustizia tributaria di primo grado
La Corte di giustizia tributaria di secondo grado decide la controversia nel merito brevemente ordinando ove occorre la rinnovazione di atti nulli compiuti in primo grado.
La sentenza della Corte di giustizia tributaria di secondo grado si sostituisce a quella di primo grado sia che quest’ultima venga confermata oppure riformata . In taluni casi dove il procedimento di primo grado è affetto da vizi particolarmente gravi la corte tributaria di secondo grado è tenuta a rimettere la causa alla Corte di giustizia di primo grado che ha emesso la sentenza impugnata.
Controdeduzioni
Con l’atto di controdeduzione il resistente risponde all’appello confutandone gli argomenti e le tesi sia in punto di diritto che di fatto. Con le controdeduzioni devo devono essere riproposte le questioni e le eccezioni non accolte in primo grado che se non specificamente riproposte in appello si intendono rinunciate per il principio della devoluzione. Ciò significa che se l’appellato non vuole o non può appellare incidentalmente è comunque tenuto a riproporre le questioni che ha proposto in primo grado ma che non sono state accolte.
Con le controdeduzioni può essere proposto appello incidentale.
Proposizione di appello incidentale
Per proporre appello occorre la soccombenza ossia che la parte abbia visto respinto la sua richiesta da parte del giudice. E per proporre appello incidentale occorre che la sentenza abbia accolto solo in parte il ricorso(** cosiddetta soccombenza parziale pratica) oppure che pur a fronte dell’accoglimento integrale della domanda la parte sia rimasta soccombente su talune questioni (cosiddetta soccombenza teorica**).
In caso di soccombenza pratica la parte ha titolo per proporre anche appello principale in caso di soccombenza teorica può essere proposto solo l’appello incidentale.
Appello incidentale
L’appello incidentale deve contenere tutti i requisiti dell’appello principale e può riguardare ogni aspetto anche non connesso all’appello principale. L’appello incidentale non va notificato in quanto basta depositarlo insieme alle controdeduzioni. Questo deve essere proposto all’atto della costituzione in giudizio che deve essere tempestiva.
L’appello incidentale può essere tempestivo o tardivo.
E’ tempestivo l’appello incidentale proposto dal resistente entro i termini di impugnazione mentre è tardivo l’appello incidentale proposto oltre detti termini.
La parte cui è stato notificato un appello principale può proporre appello incidentale rispettando i 60 giorni dalla notifica dell’appello cosiddetto appello incidentale tardivo.
Appello incidentale tempestivo e tardivo
Mentre l’appello incidentale tempestivo rimane autonomo da quello principale e sopravvive ad un’eventuale dichiaratoria di inammissibilità di quest’ultimo, addirittura convertendosi in principale .
L’appello tardivo è dipendente se l’appello principale viene dichiarato inammissibile cade anche quello incidentale tardivo
Mera riproposizione e appello incidentale
Vi è poi una profonda differenza tra mera riproposizione, che si fa con il semplice atto di controdeduzione, ed appello incidentale .
Occorre proporre appello incidentale e non basta la mera riproposizione in tutti i casi in cui l’eccezione di merito o di rito è stata rigettata, esplicitamente oppure implicitamente. A fronte di una decisione di rigetto non basta la riproposizione ma occorre l’appello che censuri la sentenza. Il rigetto è:
esplicito quando il giudice si pronuncia sulla questione respingendo espressamente la tesi di parte
implicito quando il giudice pur non pronunciandosi sulla questione, adotta una soluzione con essa assolutamente incompatibile, logicamente o giuridicamente.
Tutela cautelare in appello
E’ la c.d riscossione in pendenza di giudizio.
La tutela cautelare è esperibile anche in appello oltre a permettere la sospensione in appello. LA sospensione può essere richiesta tanto sulla sentenza impugnata se sussistono gravi e fondati motivi quanto sull’oggetto del processo, se dall’esecuzione dello stesso può derivargli un danno grave ed irreparabile.
E’ possibile tanto la sospensione dell’atto quanto della sentenza. La sospensione della sentenza è prevista essenzialmente per l’ente impositore.
Invece la sospensione dell’esecuzione dell’atto impugnato è chiaramente riservata al solo contribuente/parte privata e serve a bloccare la riscossione in pendenza di giudizio.
L’istanza di tutela cautelare. sia della sentenza che dell’atto, esige la puntuale dimostrazione di entrambi i presupposti del fumus bonus iuris e del periculum in mora.
II Giudizio in Cassazione (riforma 130/2022)
Presso la Corte di cassazione è istituita una sezione civile incaricata di trattare in maniera esclusiva le
controversie in materia tributaria. In tale ambito, il primo presidente adotta provvedimenti organizzativi finalizzati a stabilizzare gli orientamenti di legittimità e ad agevolare la rapida definizione dei procedimenti pendenti presso la stessa sezione.
Procedimento in cassazione
Il procedimento in Cassazione avverso le sentenze tributarie è regolato dalle norme del codice di procedura civile in quanto compatibili.
Le controversie in materia di tributi, erariali e locali nonché in materia di sanzioni amministrative sono di competenza di una sezione dedicata la sezione quinta all’interno della Corte di Cassazione, che rimane unica.
Il ricorso in Cassazione si propone mediante notifica di un ricorso, da effettuare secondo le regole ordinarie della notifica degli atti civili e non in ragione delle peculiari modalità previste per il processo tributario di merito.
Il ricorso può essere notificato via pec. La notifica va fatta presso il difensore in appello.
Nel processo tributario se la controparte è l’agenzia delle entrate, che nel giudizio di merito sta in giudizio con propri funzionari, il ricorso va notificata all’agenzia stessa. In Cassazione, l’agenzia è rappresentata e difesa dall’avvocatura di Stato per cui tramite presenta l’eventuale corso e presso cui va notificato il controricorso.
Cosa deve contenere il ricorso in cassazione
Il ricorso deve contenere le indicazioni prescritte all’articolo 366 c pc a pena di inammissibilità:
- L’indicazione delle parti
- Indicazione della sentenza o decisione impugnata
- Esposizione sommaria dei fatti della causa
- I motivi per i quali si chiede la Cassazione , con l’indicazione delle norme di diritto su cui si fondano
- Indicazione della procura, se conferita con atto separato e, nel caso di ammissione al gratuito patrocinio, del relativo decreto
- La specifica indicazione degli atti processuali, dei documenti e dei contratti o accordi collettivi sui quali il ricorso si fonda
Redazione del ricorso: esposizione sommaria dei fatti e principio di autosufficienza
La redazione del ricorso in Cassazione si deve tenere a due fondamentali direttive:
esposizione sommaria dei fatti
principio di autosufficienza
Esposizione somma dei fatti: La descrizione nel ricorso dei fatti sia di quelle sostanziali ovvero le reciproche pretese delle parti sia di quelle processuali ovvero quanto accaduto nel corso del giudizio, le domande ed eccezioni formulate dalle parti ecc Dev’essere chiara ed esauriente, ancorché non analitica o particolareggiata. Lo scopo è quello di consentire alla Corte di Cassazione di percepire con immediatezza il fatto sostanziale e lo svolgimento del fatto processuale in modo da acquisire l’indispensabile conoscenza sia pure sommaria, del processo, utile per procedere lettura dei motivi di ricorso in maniera da comprenderne prontamente il senso.
Principio di autosufficienza: Secondo questo principio occorre riportare all’interno del corpo del ricorso gli atti e i documenti ivi richiamati. Lo scopo di tale principio è quello di mettere in condizione la Cassazione di verificare la fondatezza della doglianza sulla base del solo ricorso senza necessità di fare rinvio o di dover accedere a fonti esterne adesso. Il ricorso deve essere autosufficiente e tale da consentire al giudice di decidere senza bisogno di consultare i fascicoli.
Sottoscrizione del ricorso
Il ricorso, a pena di inammissibilità, deve essere sottoscritto da un avvocato Iscritto nell’apposito albo, munito di procura speciale, ossia riferita al particolare giudizio di legittimità punto la procura deve essere speciale, nel senso che deve risultare conferita specificatamente per l’impugnazione in Cassazione di una data sentenza.
Il giudizio in Cassazione è infatti un giudizio a critica vincolata, nel senso che la censura della sentenza del secondo grado può essere condotto solo alla stregua di uno dei motivi specificatamente individuati:
- Motivi attinenti alla giurisdizione
- Violazione delle norme sulla competenza, quando non è prescritto il regolamento di competenza
- Violazione o falsa applicazione delle norme di diritto e dei contratti e accordi collettivi nazionali di lavoro
- Nullità della sentenza o del procedimento
- Omesso esame di un fatto decisivo per il giudizio che è stato oggetto di discussione tra le parti
Nel giudizio di Cassazione le sentenze possono essere impugnate solamente alla stregua di taluno dei predetti motivi.
Deposito del ricorso e relativi atti
Successivamente alla notifica, il ricorso deve essere depositato presso la cancelleria della Corte entro 20 giorni dall’ultima notificazione delle parti punto a pena di improcedibilità. Congiuntamente al ricorso va depositato:
copia autentica della sentenza con la relazione di notificazione se vi è stata.
la procura speciale, se conferita con atto separato
l’istanza presentata alla segreteria della Corte, che ha pronunciato la sentenza impugnata, di trasmissione del fascicolo d’ufficio alla Cancelleria della corte, munita di visto.
Ricorso
Per il giudizio in Cassazione vale la regola della consumazione del potere di impugnare sicché se il ricorso è dichiarato inammissibile o improcedibile non può essere più riproposto anche se non è ancora ascoltato il termine.
Se per una qualunque ragione il primo ricorso non viene depositato nei termini può essere notificato un secondo ricorso sempre che l’improcedibilità del primo ricorso non sia stata già dichiarata.
Controricorso
La parte contro la quale è stato presentato ricorso può contraddire presentando controricorso. Il controricorso va notificato al ricorrente presso il suo difensore entro 20 giorni dalla scadenza del termine stabilito il deposito del ricorso, ossia 40 giorni dalla notifica del ricorso. Circa il contenuto del controricorso è importante l’enunciazione dei motivi di diritto su cui il controricorso si fonda nonché le deduzioni giuridiche contrarie al ricorso. Il controricorso va depositato nella cancelleria della Corte entro 20 giorni dalla notificazione. Insieme al controricorso può essere promosso anche un ricorso incidentale, ovviamente se ed in quanto vi sia stata soccombenza parziale.
Per resistere al ricorso incidentale, il ricorrente principale può a sua volta notificare quindi depositare un controricorso. Dal momento che la Cassazione è giudice di legittimità e non del merito in linea di principio si pronuncia sulla legittimità e correttezza della sentenza di appello per rimettere ad altro giudice di rifare la pronuncia nel merito della causa.
Sentenze della Cassazione
Le sentenze della Cassazione possono essere di rigetto del ricorso o di accoglimento e dal caso di accoglimento senza rinvio oppure con rinvio.
Accoglimento senza rinvio: La Cassazione conduce sia la fase rescindente ovvero eliminatoria della sentenza, sia quella rescissoria ovvero di determinazione della decisione sostitutiva in questo caso quindi la Corte pronuncia anche nel merito della vicenda.
Accoglimento con rinvio: La Cassazione decide invece con rinvio, si limita a cassare la sentenza demandando al giudice del rinvio la sua sostituzione con una nuova decisione di merito, la Corte pronuncia solo sulla legittimità della sentenza di appello non anche sul merito della causa su cui deciderà il giudice del rinvio.