Il problema della legittimazione del diritto penale Flashcards

1
Q

Il problema della legittimazione penale

A

Ossia qual è il motivo che giustifica, dal punto di vista
giuridico, il potere dello Stato, di punire l’autore di un reato.

Lo Stato ha il dovere di garantire le
condizioni di una pacifica convivenza all’interno della comunità sociale.

Lo Stato viene attribuito al potere politico dai cittadini che volontariamente si spogliano di una porzione della loro libertà naturale donandolo allo Stato
affinché questi possa governare, garantendo una pacifica convivenza anche attraverso il più
duro degli strumenti ovvero, la punizione del reo.

Tuttavia, non è la soluzione del problema e, dal punto di vista culturale, non lo è mai stato per una serie di ragioni.

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2
Q

Non è la soluzione per una serie di ragioni:

La prima ragione

A

Consiste nel fatto che la pena non è il l’unico strumento di cui lo Stato può disporre per impedire la criminalità sociale;

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3
Q

Non è la soluzione per una serie di ragioni:

La seconda ragione

A

Consiste nel fatto che la pena è tra le diverse tipologie di sanzioni giuridiche sicuramente più afflittiva.

Innanzitutto in termini di maggiore sofferenza
fisica e psichica cagionata al reo, ma è più afflittiva anche in termini di limitazione dei diritti del
reo

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4
Q

L’esigenza di una giustificazione

A

Anche quando lo Stato era concepito come Stato assoluto era comunque avvertita l’esigenza
da parte dei pensatori.

L’esigenza di una giustificazione della punizione è
sempre stata avvertita sia nell’ambito della filosofia morale che nell’ambito della filosofia
politica antica e moderna.

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5
Q

Giustificazione della pena si concretizza

A

La giustificazione della pena acquisisce una
centralità e una concretezza maggiore nella riflessione giuridica contemporanea che è chiamata
a interrogarsi sui limiti morali e giuridici del potere dello Stato all’interno di ordinamenti
costituzionali che, a differenza dello Stato assoluto, sono costruite attorno all’idea del primato
della persona.

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6
Q

Stato di diritto

A

Con Stato di diritto ci si riferisce ad un
ordinamento giuridico che sottopone anche il potere politico a dei limiti stabili dal diritto a
partire dalla più importante garanzia formale dei diritti del cittadino, ovvero la divisione dei
poteri e dal principio di legalità.

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7
Q

Un’arma a doppio taglio

A

La pena secondo una nota definizione, da parte di un pensatore, penalista austriaco un’arma a doppio taglio nel senso che cerca di rispondere ad un male attraverso un’altro male, ovvero sia quello della pena.

Nella misura in cui la pena è nella sua materialità inflizione di un male, di una sofferenza al reo, la pena
ha bisogno di una giustificazione morale e giuridica.

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8
Q

Teoria della pena

A

Qual è il motivo che legittima lo Stato a reagire alla violazione delle regole del patto sociale,
proprio con pena?

Sono principalmente due le risposte che contribuiscono a definire la cosiddetta Teoria della pena:

  • Teoria della retribuzione: si punisce perché si è peccato
  • Teoria della prevenzione: si punisce affinchè il reo non torni a commettere un reato.
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9
Q

Teoria della pena:

Teoria della retribuzione

A

La pena è la “giusta” retribuzione di un male commesso, la quale deve compensare la “colpevolezza” del reo, considerato quale soggetto morale capace di scelte libere e responsabili.

Si tratta di un reo che ha scelto liberamente, volontariamente di violare la legge penale.

L’origine della teoria della retribuzione può essere ricondotta alla legge del taglione (occhio per occhio, dente per dente).

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10
Q

Teoria della retribuzione:

L’idea della teoria

A

L’idea retributiva della pena è attraverso un criterio distributivo che è quello della proporzione tra il male cagionato dal reato e il male inflitto con la pena.

Cioè arriva da un idea della vendetta e chiedere soddisfazione attraverso la teoria retributiva.

Per loro la pena ha una giustificazione metafisica, cioè la punizione del reo risponderebbe a quell’esigenza naturale di giustizia, per la quale al bene deve seguire un bene e al male deve seguire un male.

Un’idea di giustizia assoluta, autosufficiente

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11
Q

Teoria della retribuzione:

Retribuzione morale

A

Secondo Immanuel Kant “la retribuzione esprime un bisogno etico-sociale primigenio di
giustizia distributiva”

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12
Q

Teoria della retribuzione:

Retribuzione giuridica

A

Secondo Hegel, si parla di una retribuzione giuridica secondo cui “La pena è una forma di retribuzione che serve alla riaffermazione simbolica del precetto violato”

Una versione meno eticizzante rispetto alla teoria della
retribuzione morale e afferma la necessità di un nesso di CONSEQUENZIALITÀ tra il reato e la pena.

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13
Q

Teoria della retribuzione:

La metafisicazione dello stato

A

La dottrina ha messo in evidenza i punti deboli di questa teoria alcuni dei quali di grande importanza.

La teoria retributiva, legittima la vendetta in quanto la pena viene considerata una forma di vendetta
razionalizzata e mette in evidenza una concezione metafisica dello Stato.
Che ha l’obbiettivo di affermare una idea di giustizia assoluta

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14
Q

Teoria della retribuzione:

Il problema

A

L’obbiettivo di affermare una idea di giustizia assoluta
è lontana dall’idea degli Stati che assumono una costituzione liberale cioè l’idea di Stato pluralista e non etico.

Inoltre la teoria della retribuzione postula una concezione dello Stato inteso come Stato
assoluto, che non risponde al principio di divisone dei poteri e al principio di legalità dell’azione dello Stato.

Non indica quali siano le regole morali la cui violazione costituisce reato, proprio per questo motivo si presta ad essere utilizzata come strumento di giustificazione di modelli del diritto fortemente impregnati di valori.

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15
Q

Teoria della retribuzione:

I principi legati

A

-Principio etico fondamentale:
secondo questa teoria, l’uomo non deve essere mai utilizzato come mezzo per la realizzazione di scopi altrui ma l’uomo è un fine in sé per l’azione dello Stato.

-Principio di personalità della responsabilità:
La pena può essere irrogata solamente nei confronti dell’oggetto che ha violato la legge.

-Principio di colpevolezza del reo:
La pena possa essere irrogata solamente nei confronti di un soggetto al quale possa essere mosso un rimprovero morale per una scelta libera e responsabile.

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16
Q

Teoria della pena:

Teoria della prevenzione

A

Secondo la teoria della prevenzione la giustizia della pena non può fondarsi su una mera
istanza morale, ma deve fondarsi anche su criteri ulteriori.

La pena è uno strumento di prevenzione di futuri comportamenti dannosi, criminosi.
Si pone un obiettivo del contenimento, non azzeramento della criminalità.

17
Q

Teoria della prevenzione:

L’idea e origini

A

Si trova origine nelle cosiddette teorie utilitaristiche filosofiche, che individuavano nell’utilità il criterio dell’azione morale.

Un’azione considerata legittima nella misura in cui fosse idonea a produrre un’utilità sociale.

18
Q

Teoria della prevenzione:

Principali esponente

A

Jeremy Bentham secondo cui “è
utile ciò che ha come conseguenza la più grande felicità del maggior numero di persone”.

Si basa sul concetto di punire tutti anche rischiando di distruggere l’umanità.

La teoria utilitaristica del diritto penale non trova più in se stessa un fondamento autosufficiente ma si
giustifica solo se si rileva uno strumento socialmente utile.

19
Q

Teoria della prevenzione:

Due varianti alla teoria della prevenzione

A

Esistono due varianti alla teoria della prevenzione:

  • Teoria della prevenzione generale
  • Teoria della prevenzione speciale
20
Q

Teoria della prevenzione generale

A

Secondo tale teoria, la pena ha carattere strumentale e
serve a impedire che i consociati delinquano. Dunque questa teoria giustifica la pena nel momento della minaccia.

Ha due tipi di strategie:

  • La prevenzione generale negativa o deterrenza
  • La prevenzione generale positiva
21
Q

Strategie della prevenzione generale:

La prevenzione generale negativa o deterrenza

A

Fondata dal pensatore tedesco Anselm von

Feuerbach, secondo cui il diritto penale riesce a contenere il crimine attraverso l’intimidazione

22
Q

Strategie della prevenzione generale:

La prevenzione generale positiva

A

Diffusa durante l’età moderna e secondo la quale
abbiamo una persuasione culturale che porta a pensare che delinquere è un male.

Non viene utilizzata solo con una funzione deterrente ma anche come elemento di socializzazione è funziona come una giustificazione accessoria che si aggiunge alla giustificazione fornita dalla teoria della
deterrenza.

23
Q

Teoria della prevenzione:

Teoria della prevenzione speciale

A

La teoria della prevenzione speciale non guarda ai consociati, ma al singolo reo che ha già
commesso il reato e si interessa della pena come strumento che serve ad impedire che il
cittadino che ha commesso il reato torni a delinquere nuovamente in futuro.

Secondo tale teoria la pena serve ad impedire.

24
Q

Teoria della prevenzione speciale:

Varianti teorici nella storia

A

La teoria più risalente è la cosiddetta teoria:

  • Emenda
  • La teoria della rieducazione o risocializzazione
  • La teoria della neutralizzazione
  • La teoria dell’intimidazione
25
Q

Varianti teorici della prevenzione speciale:

Emenda

A

Ossia la pena riuscirebbe a distogliere il reo dalla reiterazione di comportamenti
criminali in quanto è in grado di stimolare un ripensamento del reo del proprio sistema
morale. Tale teoria punta al recupero morale interiore del reo.

Era questa un’idea tipica dello Stato assoluto.

26
Q

Varianti teorici della prevenzione speciale:

La teoria della rieducazione o risocializzazione

A

Secondo questa concezione il reo viene lasciato libero di definire il proprio sistema di valori purché
il suo comportamento sia in linea con le esigenze fondamentali della vita sociale.

Questa teoria serve dunque per rendere compatibile il sistema morale del reo con il sistema
morale costituzionale.

27
Q

Varianti teorici della prevenzione speciale:

La teoria della neutralizzazione

A

Basata sulla segregazione carceraria del reo, che
impedisce materialmente la commissione di nuovi reati all’interno della comunità di persone
libere.

Tale metodo è naturale ma allo stesso tempo primitivo e irrispettoso della dignità dell’essere umano.

28
Q

Varianti teorici della prevenzione speciale:

La teoria dell’intimidazione

A

Si basa sull’efficacia dissuasiva della condanna e

dell’esecuzione della pena sulla psiche del reo che “delinquere non paga”.

29
Q

Teoria della prevenzione:

Punti deboli

A

Le teorie preventive nell’indicare una plausibile giustificazione della pena definisco anche il
limite della medesima.
Tale limite ricade nella utilità stessa della pena.

Che può essere gestito in maniera fluida e anche in maniera non rispettosa degli interessi e delle libertà del cittadino.

𝘈𝘥 𝘦𝘴𝘦𝘮𝘱𝘪𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘭𝘪𝘮𝘪𝘵𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘦𝘴𝘤𝘭𝘶𝘥𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘶𝘯𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘦𝘴𝘦𝘮𝘱𝘭𝘢𝘳𝘪 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘭𝘢 𝘥𝘶𝘳𝘢𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘦𝘯𝘢 𝘴𝘪𝘢
𝘮𝘢𝘯𝘪𝘧𝘦𝘴𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘴𝘱𝘳𝘰𝘱𝘰𝘳𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘵𝘢 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘨𝘳𝘢𝘷𝘪𝘵à 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘪𝘭𝘭𝘦𝘤𝘪𝘵𝘰 𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘲𝘶𝘪𝘯𝘥𝘪 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘯𝘰 𝘢𝘥 𝘶𝘯𝘢
𝘴𝘵𝘳𝘶𝘮𝘦𝘯𝘵𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘳𝘦𝘰.

Non esclude che il giudice possa attribuire una pena sproporzionata alla gravità del fatto commesso nei confronti del singolo reo per dare un messaggio all’intera comunità.

30
Q

Teoria della prevenzione:

Punti deboli sui valori

A

Questa teoria potrebbe entrare in contrasto con i valori liberali dell’ordinamento politico.

𝘈𝘥 𝘦𝘴𝘦𝘮𝘱𝘪𝘰 𝘴𝘦 𝘭𝘢 𝘱𝘦𝘯𝘢 𝘥𝘦𝘷𝘦 𝘵𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘳𝘪𝘦𝘥𝘶𝘤𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘳𝘦𝘰 𝘪𝘯 𝘭𝘪𝘯𝘦𝘢 𝘥𝘪 𝘱𝘳𝘪𝘯𝘤𝘪𝘱𝘪𝘰 𝘭𝘢 𝘱𝘦𝘯𝘢 𝘱𝘰𝘵𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘥𝘶𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰 𝘯𝘦𝘤𝘦𝘴𝘴𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘢𝘭𝘭’𝘦𝘧𝘧𝘦𝘵𝘵𝘪𝘷𝘢 𝘳𝘪𝘦𝘥𝘶𝘤𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵’𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘰.

La prevenzione speciale è compatibile con punizioni di durata indeterminata e inoltre, proprio per il fatto di volere aspirare al recupero del reo attraverso la sua rieducazione, rischia si ammettere pratiche di omologazione culturale o, persino, degli interventi di modificazione fisica del reo