La patologia dermatologica Flashcards
(28 cards)
RF per lo sviluppo di melanoma
Il principale è CSD, associato a mutazione di BRAF, comune e testata in tutti i melanomi e che porta ad attivazione pathway MAPK
Ttuttavia, BRAF V600E non è associata a fotoesposizione, ma è bersaglio di target therapy
Mutazione di mutazione di BAV-1 è caratteristica ed esclusiva di melanoma epitelioide (60-70%)
Diagnosi di melanoma
Gold standard è istopatologia, ma frequenti FP e FN
A IHC valutati:
1) Vimentina: costituente catene intermedie di cellule mesenchimali
2) S100: positività citoplasmatica e nucleare, anche in maggior parte di melanociti tumorali
3) HMB45: Ab cui target è Ag Pmel17 espresso in 50-70% dei melanomi, ma scarsa Sn in melanomi desmoplastici o a cellule fusate di Reed; raramente crossreattività con tumori non-melanocitari
4) MELAN-A: espresso sia da melanociti sani che neoplastici
5) Sox10: positività nucleare, anche in cellule di Schwann
Normalmente, negatività per CK, neurofilamenti e GFAP
Morfologia di normale epidermide
Epidermide ha papille contenenti:
1) Cheratinociti: cellule pigmentate contenenti melanina
2) Melanociti: piccole cellule chiare situate in profondità
3) Melanofagi: macrofagi che degradano melanina in eccesso
Occasionalmente, cheratinociti discheratosici (chiari) in strati più superficiali che, se fossero melanociti, sarebbero atipia possibile indice di malignità
Morfologia dei nevi benigni
Proliferazioni benigne di melanociti, articolate in tre fasi:
1) Giunzionale: limitato a epidermide
2) Composto: in epidermide e derma
3) Dermico: limitato a derma
In nevi, melanociti in nidi situati in strati anche superficiali e contenenti melanociti più pigmentati
Fondamentale per determinare la benignità di una lesione è la maturazione, ovvero riduzione di dimensioni e perdita di melanina andando in profondità
Principali tipologie dei nevi benigni e loro caratteristiche
1) Nevo melanocitario congenito
2) Nevo blu: scuri, insorti in giovane età, con potenziale evolutivo; melanina è sia in melanociti che in melanofagi e la crescita del nevo è associata a fibrosi.
3) Nevo di Spitz: non molto pigmentati, comparsi in giovane età e a rapida crescita. Contiene cellule atipiche, nidi grandi e confluenti e corpi di Kamino (globuli eosinofili di filamenti a H&E).
4) Nevo a cellule fusate di Reed: nevo molto pigmentato e insorto sempre in giovani, composto da cellule fusate; considerato variante spitzoide
Tipologie di lesioni precursori di melanoma
1) Nevo displastico
2) Displasia melanocitaria
Caratteristiche del nevo displastico
Precancerosi non-obbligata a crescita soprattutto giunzionale e con cellule profonde di dimensioni minori e prive di pigmento
Si hanno pigmentazione irregolare, accentuazione di festonature papillari e fibrosi dermica
Comparsa può essere associata a sindrome da nevo displastico, malattia a trasmissione autosomica dominante da mutazione di CDKN2A
Se rilevato, follow-up semestrale con mappatura dei nei
Caratteristiche della displasia melanocitaria
Asimmetria, ipercellularità, teche e nidi irregolari, melanociti in strati più superficiali, infiammazione e fibrosi subepiteliale
Epidemiologia dei melanomi
Aumento di incidenza e riduzione mortalità per maggiori diagnosi in fasi precoci, ma anche lesioni sottili necessitano di follow-up in quanto comunque correlate a certa mortalità
Aspetto macroscopico dei melanomi
Lesioni disomogenee a pigmentazione irregolare, anche con satellitosi (metastasi epidermiche in prossimità)
Aree grigiastre sono fibrosi, indice di regressione, possibile poiché, per via dell’elevato carico mutazionale il melanoma può esprimere Ag che lo rendono bersaglio del SI
Possibili metastasi a distanza con burnout del tumore primario
Criteri di malignità ABCDE per melanoma
- A: asimmetria
- B: bordi irregolari
- C: colori (2+ colori invece di uno solo)
- D: diametro >6 mm
- E: evoluzione nel tempo (cambio di forma, colore, dimensioni o altro)
Criteri istologici di malignità per melanoma
1) Asimmetria
2) Crescita non circoscritta
3) Tendenza a confluire in nidi
4) Melanociti intraepidermici con crescita pagetoide
5) Scarsa maturazione procedendo in profondità
6) Distribuzione della melanina variabile
7) Melanociti in spazi linfovascolari
8) Criteri citologici: pleomorfismo nucleare, nucleoli evidenti e in numero variabile, mitosi profonde e atipiche, aumento di apoptosi
Fattori prognostici negativi per melanoma
1) Crescita verticale: tale se mitosi o apoptosi sotto giunzione dermoepidermica, ma difficile da determinare; non differenza prognostica se crescita verso alto o basso
2) Aumentato spessore totale (stadiazione secondo Breslow)
3) Ulcerazioni: associate a invasione microvascolare
4) Alto indice mitotico
5) Volume nucleare aumentato
6) Satellitosi e metastasi
7) Età avanzata
Stadiazione secondo Breslow del melanoma
- Tis: intraepidermico (lentigo maligna)
- T1: <1mm (Ia se <0.8mm, Ib se 0.8-1mm o ulcerazione)
- T2: 1-2mm (IIa se assente ulcerazione, IIb se ulcerazione)
- T3: 2-4mm (IIIa se assente ulcerazione, IIIb se ulcerazione)
- T4: >4mm (IVa se assente ulcerazione, IVb se ulcerazione)
A partire da T1b necessario analisi del linfonodo sentinella
Sedi di metastatizzazione del melanoma
Spiccato tropismo per SNC
Se in linfonodi o altri tessuti riscontrata anche solo una cellula, considerata come metastasi
Tuttavia, possibili nevi intralinfonodali
Fattori prognostici positivi per melanoma
1) Sesso femminile
2) Sviluppo di vitiligine (indice di reazione immunitaria verso melanociti)
3) Possibile target therapy (es. BRAFi) o immunoterapia
Fattori prognostici controversi per melanoma
1) Istotipo
2) Nevo coesistente
3) Infiltrato linfocitario
4) Regressione (indice di risposte immune, ma può dare sottostima della stadiazione)
Macroclassificazione morfologica-patrogenetica di melanomi
1) Melanomi originati in zone fotoesposte
2) Melanomi originati in zone non-fotoesposte
Tipologie e caratteristiche dei melanomi originati in zone fotoesposte
1) Melanoma a diffusione superficiale (low CSD): prima fase di crescita radiale e seconda fase di crescita verticale (metastatizzazione)
2) Lentigo maligna melanoma (high CSD): inizialmente lesione con lungo periodo di crescita in situ, poi crescita e infiltrazione; frequentemente diagnosticate quando ancora in crescita radiale, dove rimosse
3) Melanoma desmoplastico: abbondante fibrosi
Tipologie e caratteristiche dei melanomi originati in zone non-fotoesposte
1) Melanoma di Spitz: raro in under-35, ha lenta crescita
2) Melanoma acrale
3) Melanoma mucosale
4) Melanomi dei nevi congeniti: probabilità di evoluzione proporzionale a dimensioni (nevi di grandi dimensioni considerati lesioni precursori)
5) Melanomi dei nevi blu
6) Melanomi uveali
Caratteristiche dei carcinomi basocellulari
Rari in under-40, comparsi in aree fotoesposte (es. volto) e lenta crescita
Mai metastatizzazione (tranne sottotipo baso-squamoso), ma infiltrazione (anche fino ad osso), difficile da radicalizzare e spesso recidivante
Formato da cellule basaloidi (cubo-ovoidali a palizzata con aumentato rapporto nucleo/citoplasma)
Se iperpigmentato, DDS con melanoma
Caratteristiche dei carcinomi squamocellulari
Metastatizzazione tardiva in organi periferici, soprattutto se del volto, e crescita infiltrativa (a volte anche esofitica)
Presenti mammellonature, occasionalmente ulcerate, abbondante cheratina e cheratinociti atipici con aspetto basaloide non conservato
Criteri di stadiazione dei carcinomi squamocellulari
1) Spessore e dimensioni totali
2) Infiltrazione linfovascolare
3) Infiltrazione perineurale
Varianti dei carcinomi squamocellulari e loro caratteristiche
1) Malattia di Bowden (carcinoma squamocellulare in situ): cellule atipiche fino alla superficie dell’epitelio (monster cells)
2) A cellule fusiformi: aspetto sarcomatoide
3) Acantolitica: esfoliazione dello strato intermedio, dando a tessuto aspetto simile a ghiandole
4) Verrucosa: simile a verruche, con crescita esofitica a papille
5) Linfoepitelioma: infiltrato linfocitario abbondante