Lezione 32 Flashcards
(6 cards)
Quale di questi film si conclude con una lunga sequenza nella quale oggetti inanimati prendono il posto dei protagonisti del film?
L’eclisse (Michelangelo Antonioni, 1962)
8 e ½ (Federico Fellini, 1963)
I quattrocento colpi (Les quatre cents coups, François Truffaut, 1959)
Hiroshima mon amour (Alain Resnais, 1959)
L’eclisse (Michelangelo Antonioni, 1962)
Quale di questi film presenta frequenti rotture rispetto al montaggio classico, dal momento che in una celebre sequenza non rispetta i raccordi di direzione?
La dolce vita (Federico Fellini, 1960)
Ladri di biciclette (Vittorio De Sica, 1948)
L’avventura (Michelangelo Antonioni, 1960).
Due o tre cose che so di lei (Deux ou trois choses que je sais d’elle, Jean-Luc Godard, 1966)
L’avventura (Michelangelo Antonioni, 1960).
Quale tra questi film di Michelangelo Antonioni si conclude con una lunga sequenza priva dei protagonisti del film e composta da inquadrature spesso prive
di figure umane?
L’avventura
L’eclisse
La notte
Il deserto rosso
L’eclisse
Quale tra le seguenti NON è una delle caratteristiche distintive del cinema moderno?
Una dissociazione tra immagine e sonoro
Un forte enfasi sulla soggettività e tendenze autoriflessive
Una grammatica narrativa fondata sulla connessione causale degli avvenimenti
Un rapporto più libero con il montaggi
Una grammatica narrativa fondata sulla connessione causale degli avvenimenti
Di quale aspetto del cinema moderno è esemplificativa, secondo le videolezioni, questa inquadratura di Hiroshima mon amour (Alain Resnais, 1959)?
Della dimensione narrativa, che contempla un frequente ricorso alla digressione
Della dimensione autoriflessiva, in quanto il film è autobiografico e la situazione qui presentata fa riferimento ai ricordi del regista
Della soggettività svincolata da soggetti, in quanto si tratta di un’inquadratura in soggettiva che non viene mai attribuita a un personaggio
Della dimensione ritmico formale, perché è montata insieme ad altre inquadrature simili senza che però vi siano chiari legami narrativi
Della dimensione ritmico formale, perché è montata insieme ad altre inquadrature simili senza che però vi siano chiari legami narrativi
Elencate, illustrandole, le caratteristiche del cinema moderno
Le caratteristiche principali sono:
*
Tendenza alla digressione: A differenza del cinema classico basato su una connessione causale, il cinema moderno privilegia l’accostamento di sequenze relativamente autonome. Queste sequenze possono soffermarsi su fatti apparentemente senza importanza o rappresentare digressioni che non contribuiscono direttamente allo sviluppo narrativo principale, facendo percepire le opere come una sequenza di blocchi narrativi. Esempi citati includono pause non essenziali (Ladri di biciclette) o strutture a episodi autonomi (La dolce vita).
*
Attenzione alla dimensione ritmico-formale che sovrasta quella narrativa: Questa caratteristica implica una rottura dei meccanismi narrativi causali e della grammatica del montaggio analitico. Si manifesta in un rapporto molto più libero con il montaggio (piani sequenza lunghi o estrema frammentazione). Spesso si verifica una dissociazione tra immagine e sonoro, dove il legame tra ciò che si vede e ciò che si sente può essere indefinito o concettuale piuttosto che narrativo. La sequenza iniziale di Hiroshima mon amour, basata sulla dissociazione immagine-sonoro, è un esempio di questa dimensione ritmico-formale.
*
Soggettività (spesso svincolata da soggetti umani): La soggettività diventa più centrale. Può manifestarsi tramite elementi autobiografici nel racconto (I quattrocento colpi) o attraverso uno stile visivo che si adegua all’interiorità dei personaggi (Il deserto rosso). A livello visivo, l’inquadratura cessa di essere antropocentrica, e l’immagine può concentrarsi su oggetti, luoghi o figure non protagoniste, come nel finale de L’eclisse. Hiroshima mon amour è anch’esso menzionato in relazione alla soggettività.
*
Autoriflessività: Il film riflette su se stesso o sul processo di creazione cinematografica. Può essere esplicita, come nell’autobiografismo (I 400 colpi) o nella rappresentazione dell’alter ego del regista (8 ½), oppure meno esplicita ma funzionale a ricordare allo spettatore di essere di fronte a un film (come il personaggio che guarda in macchina in Fino all’ultimo respiro).