Relazioni tra fenotipo e genotipo. Ereditabilita dei caratteri produttivi Flashcards

(75 cards)

1
Q

Quali sono le due principali categorie di variabili su cui agisce la selezione genetica?

A

Le variabili possono essere qualitative (descrivono categorie) e quantitative (misurabili numericamente).

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2
Q

Cosa sono le variabili qualitative nominali?

A

Sono categorie senza un ordine specifico, come il gruppo sanguigno o il colore degli occhi, che si escludono a vicenda.

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3
Q

Come agisce la selezione sulle variabili qualitative nominali?

A

Alcune categorie possono essere favorite, ad esempio, una resistenza a malattie legata al gruppo sanguigno.

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4
Q

Cosa sono le variabili qualitative ordinali?

A

Sono categorie con un ordine ma senza una misura precisa, come il grado di tossicità (basso, medio, alto).

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5
Q

Come influisce la selezione sulle variabili ordinali?

A

Un certo livello può essere favorito, ad esempio, un’aggressività media per massimizzare il successo riproduttivo.

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6
Q

Cosa sono le variabili quantitative discrete?

A

Sono numeri interi, come il numero di figli per coppia o il numero di macchie sul mantello.

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7
Q

Come agisce la selezione sulle variabili discrete?

A

Può favorire un numero ottimale, ad esempio, 3-4 figli per massimizzare la sopravvivenza.

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8
Q

Cosa sono le variabili quantitative continue?

A

Sono numeri reali con infiniti valori intermedi, come altezza e peso.

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9
Q

Come influisce la selezione sulle variabili continue?

A

Agisce su gradienti, ad esempio, favorendo un’altezza intermedia per bilanciare vantaggi e svantaggi.

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10
Q

Quali sono le caratteristiche dei caratteri qualitativi?

A

Variabilità discreta o discontinua.

Controllati da pochi geni.

Poco influenzati dall’ambiente.

Importanti per la differenziazione fenotipica tra razze.

Spesso hanno un’importanza economica indiretta (es. criteri per i libri genealogici).

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11
Q

Quali sono le caratteristiche dei caratteri quantitativi?

A

Variabilità continua.

Fortemente influenzati dall’ambiente.

Controllati da molti geni (modello infinitesimale).

Rilevanti per l’economia, divisi in:

Primari (es. quantità di latte, peso della carcassa).

Secondari (es. longevità, che riduce i costi di gestione).

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12
Q

Cos’è il modello infinitesimale?

A

Un modello teorico in cui:

Molti geni sparsi sui cromosomi controllano un carattere.

Il numero di geni non è noto (assunto infinito).

Ogni gene ha due alleli (uno aumenta, l’altro diminuisce il carattere).

Effetto degli alleli minimo (infinitesimo).

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13
Q

I caratteri quantitativi seguono una distribuzione normale?

A

Sì, hanno una distribuzione normale (gaussiana), ma possono essere classificati in categorie discrete tramite soglie (es. numero di nati).

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14
Q

Cosa sono i caratteri primari in zootecnia?

A

Sono quelli che fanno guadagnare direttamente, come la quantità di latte o il peso della carcassa.

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15
Q

Cosa sono i caratteri secondari in zootecnia?

A

Sono quelli che fanno risparmiare, come la longevità, che aumenta il numero di lattazioni o vitelli prodotti.

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16
Q

Perché i caratteri qualitativi contribuiscono alla differenziazione tra razze?

A

Perché sono meno influenzati dall’ambiente e dipendono da pochi geni, rendendo le differenze più evidenti.

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17
Q

Come si classificano i caratteri quantitativi in base all’importanza economica?

A

Primari: Generano reddito diretto (es. produzione di carne o latte).

Secondari: Riduzione dei costi di gestione (es. maggiore resistenza alle malattie).

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18
Q

Perché il modello infinitesimale è utile ma non realistico?

A

Perché assume infiniti geni con effetti minimi, mentre in realtà alcuni geni hanno effetti maggiori.

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19
Q

Come può una distribuzione continua generare classi discrete?

A

Definendo soglie nella distribuzione, ad esempio, classificando il numero di nati in categorie (basso, medio, alto).

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20
Q

Qual è un esempio di carattere quantitativo continuo?

A

L’altezza o il peso, che possono assumere qualsiasi valore in un intervallo.

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21
Q

Come viene valutata la morfologia negli animali?

A

La morfologia viene valutata indirettamente da esperti di razza attraverso:

Valutazione a punti (aderenza a un modello ideale).

Punteggio lineare (collocazione in una scala arbitraria).

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22
Q

In cosa consiste la valutazione a punti?

A

L’esperto assegna un punteggio basato su caratteristiche specifiche (es. lunghezza del vello), classificandole in categorie (es. 0-1: corto; 2-4: tendente al corto; 5: intermedio).

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23
Q

Che ruolo ha l’esperto di razza nella valutazione morfologica?

A

Osserva il fenotipo (P) dell’animale, esprime un giudizio di merito e decide se promuoverlo a riproduttore o scartarlo.

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24
Q

Come funziona la valutazione lineare?

A

L’esperto inserisce il fenotipo in una scala per tratti specifici (es. lombo, groppa, mammella) e assegna un punteggio finale basato su pesi prestabiliti.

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25
Quali sono i criteri principali nella valutazione lineare di una vacca?
Forza e capacità produttiva: 25%. Groppa: 10%. Arti e piedi: 25%. Mammella: 40% (equilibrio, lunghezza/diametro/direzione dei capezzoli).
26
Qual è il modello genetico di base per il fenotipo?
Il fenotipo (P) è la somma degli effetti del genotipo (G) e dell’ambiente (E): P = G + E Oppure, per un individuo i: Pi = μ + Gi + Ei Dove: μ = media generale di tutti i fenotipi osservabili. Gi = deviazione genetica dell’individuo i dalla media. Ei = deviazione ambientale dell’individuo i dalla media.
27
Cosa rappresentano G ed E nella formula del fenotipo?
G (genotipo): somma degli effetti di tutti i geni e delle loro interazioni. E (ambiente): insieme di fattori esterni che influenzano il fenotipo.
28
Quali elementi della formula dei fenotipi sono misurabili?
Solo Pi (fenotipo osservato). μ è una costante, mentre G ed E sono variabili (positive o negative rispetto a μ).
29
Perché la media di Gi ed Ei è zero?
Perché rappresentano deviazioni dalla media generale μ, che si bilanciano tra valori positivi e negativi.
30
Come si stimano i valori di G a partire da P?
Analizzando i fenotipi e risolvendo l’equazione del modello genetico per calcolare le varianze e covarianze di G ed E.
31
Cos’è la covarianza in genetica?
Misura quanto due variabili cambiano insieme: Se positiva, all’aumentare di una variabile, aumenta anche l’altra. Se negativa, all’aumentare di una, l’altra diminuisce. Se zero, non c’è relazione lineare.
32
Come si calcola la covarianza?
Per due variabili X e Y: Si sottrae il valore medio di X a ogni osservazione Xi. Si fa lo stesso per Y. Si moltiplicano queste deviazioni per ogni soggetto. Si divide la somma dei prodotti per il numero di osservazioni. Formula: Cov(X,Y) = Σ[(Xi - μX) × (Yi - μY)] / N Dove: Xi, Yi = valori delle variabili per l’individuo i. μX, μY = medie delle variabili. N = numero di osservazioni.
33
Come si standardizza la covarianza?
Tramite la correlazione, che riduce la covarianza a un valore compreso tra -1 e 1.
34
Perché è importante stimare G nella selezione genetica?
Perché G (non direttamente osservabile) determina il potenziale genetico dell’animale, mentre P include anche effetti ambientali casuali.
35
Quali sono i limiti della valutazione morfologica?
Dipende dall’esperto (soggettività) e non misura direttamente i geni, ma solo il fenotipo influenzato da ambiente e genetica.
36
Cos'è la varianza in statistica?
La varianza misura la dispersione di una variabile attorno alla sua media.
37
Qual è la varianza di una costante?
Una costante ha varianza zero, perché non varia.
38
Cosa succede alla varianza se una variabile viene moltiplicata per una costante c?
Se moltiplichi una variabile per c, la varianza viene scalata di c2
39
Cos'è la covarianza?
La covarianza misura la relazione lineare tra due variabili.
40
Qual è la covarianza tra una costante e una variabile?
Una costante ha covarianza zero con qualsiasi variabile.
41
. Come influisce una costante sulla covarianza?
Le costanti scalano la covarianza in modo moltiplicativo
42
Come si calcola la varianza di una somma di variabili?
La varianza di una somma include sia le varianze singole che la covarianza
43
Cos'è la media in statistica?
La media è una misura della tendenza centrale dei dati. μ = media della popolazione. xˉ = media campionaria.
44
Cos'è la mediana?
La mediana è il valore che divide le osservazioni in due parti uguali: il 50% dei dati è inferiore, il 50% è superiore.
45
Cos'è la devianza?
La devianza quantifica la dispersione totale dei dati attorno alla loro media, calcolata come somma dei quadrati degli scarti
46
Qual è la differenza tra devianza e varianza?
La devianza è la somma degli scarti al quadrato, mentre la varianza è la devianza divisa per il numero di osservazioni.
47
Cos'è la correlazione?
La correlazione standardizza la covarianza tra -1 e 1, indicando una relazione lineare tra due variabili: 1: relazione positiva perfetta. -1: relazione negativa perfetta. 0: nessuna relazione lineare.
48
Qual è la differenza tra correlazione e regressione?
La correlazione misura un'associazione senza causalità. La regressione assume una variabile dipendente (y) e una indipendente (x).
49
Perché le osservazioni su animali possono avere covarianza diversa da zero?
Perché animali parenti o osservazioni ripetute sullo stesso animale mostrano somiglianze genetiche o ambientali.
50
Cos'è una matrice di varianza-covarianza?
Una matrice dove: Elementi diagonali = varianze delle variabili. Elementi non diagonali = covarianze tra coppie di variabili.
51
Perché spesso G (genetica) ed E (ambiente) non sono correlati?
Perché il genotipo e l'ambiente sono assegnati casualmente agli animali.
52
Quando si ha una covarianza positiva tra G ed E?
Quando animali con genotipo migliore ricevono anche un ambiente migliore (es. trattamenti preferenziali in allevamento).
53
Cosa succede se la covarianza tra G ed E viene ignorata?
Le stime di G risultano sopravvalutate, riducendo l'efficacia della selezione.
54
Cos'è il trattamento preferenziale in allevamento?
Quando animali con fenotipo migliore (e quindi spesso genotipo migliore) ricevono condizioni ambientali avvantaggiate.
55
Come influisce il trattamento preferenziale sulla selezione genetica?
Genera una sovrastima del valore genetico (G) se non correttamente considerata nei modelli statistici.
56
Cos'è l'ereditabilità (h²)?
L'ereditabilità misura la facilità con cui i genitori trasmettono un determinato fenotipo alla progenie. Si calcola come: Formula: h² = σ²G / σ²P Dove: σ²G = varianza genetica σ²P = varianza fenotipica
57
Qual è l'intervallo di valori possibili per h²?
L'ereditabilità assume valori compresi tra 0 e 1 (o 0% e 100%).
58
Cosa indica un valore di h² basso (0-0.2)?
Indica che la variabilità fenotipica è principalmente dovuta a fattori ambientali, rendendo la selezione lenta e difficile.
59
Cosa indica un valore di h² alto (>0.5)?
Indica che le variazioni fenotipiche sono principalmente spiegate dalla genetica, rendendo la selezione efficace.
60
Quali caratteri hanno solitamente alta ereditabilità?
Caratteri morfologici come sviluppo muscolare e incremento ponderale.
61
Come si selezionano caratteri con h² intermedia (0.2-0.5)?
Si raccomanda di misurare accuratamente il fenotipo del candidato e dei suoi parenti, ad esempio attraverso prove di progenie.
62
Cos'è una prova di progenie?
È un test in cui si valutano numerose figlie di un toro per stimare il genotipo del padre (es. produzione di latte).
63
Quali caratteri hanno bassa ereditabilità?
Caratteri legati alla riproduzione, come numero di nati per parto o successo all'inseminazione.
64
Come si calcola la correlazione tra fenotipo e genotipo?
È la radice quadrata dell'ereditabilità: Formula: r(P,G) = √h²
65
Quali metodi si usano per stimare h²?
Analisi della varianza tra gruppi di mezzi fratelli. Regressione fenotipica tra parenti.
66
Cosa rappresenta μ (mi) nel modello genetico?
È la media generale della popolazione o la media attesa in specifiche condizioni ambientali (μi).
67
Come si scompone l'effetto genetico (G)?
Formula: G = A + D + I Dove: A = effetti additivi (trasmessi alla progenie) D = effetti di dominanza I = effetti di interazione (epistasi)
68
Quali effetti genetici sono rilevanti per la selezione?
Solo gli effetti additivi (A), perché sono gli unici trasmessi alla progenie.
69
Cosa sono i fattori ambientali fissi?
Fattori con effetto prevedibile (es. condizioni di allevamento), inclusi in μi. Non contribuiscono alla varianza fenotipica.
70
Cosa sono i fattori ambientali casuali?
Fattori imprevedibili (es. eventi casuali), inclusi nella componente E (ambiente).
71
Come si riduce V(E) nel modello?
Spostando più fattori ambientali da E a μi, aumentando così l'ereditabilità stimata.
72
Qual è lo scopo della selezione genetica?
Aumentare la frequenza di alleli favorevoli, spostando la media fenotipica della popolazione.
73
Cosa succede alla variabilità genetica con la selezione?
La selezione riduce la variabilità genetica nei loci coinvolti, fissando gli alleli ottimali.
74
Perché gli effetti di dominanza/interazione sono meno importanti?
Perché non sono trasmessi alla progenie e hanno magnitudine piccola per i caratteri quantitativi.
75
Come si corregge il fenotipo per i fattori ambientali fissi?
Formula: X = G + E Dove X è il fenotipo corretto, ma in pratica μi non è mai nota perfettamente.