Relazioni tra fenotipo e genotipo. Ereditabilita dei caratteri produttivi Flashcards
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Quali sono le due principali categorie di variabili su cui agisce la selezione genetica?
Le variabili possono essere qualitative (descrivono categorie) e quantitative (misurabili numericamente).
Cosa sono le variabili qualitative nominali?
Sono categorie senza un ordine specifico, come il gruppo sanguigno o il colore degli occhi, che si escludono a vicenda.
Come agisce la selezione sulle variabili qualitative nominali?
Alcune categorie possono essere favorite, ad esempio, una resistenza a malattie legata al gruppo sanguigno.
Cosa sono le variabili qualitative ordinali?
Sono categorie con un ordine ma senza una misura precisa, come il grado di tossicità (basso, medio, alto).
Come influisce la selezione sulle variabili ordinali?
Un certo livello può essere favorito, ad esempio, un’aggressività media per massimizzare il successo riproduttivo.
Cosa sono le variabili quantitative discrete?
Sono numeri interi, come il numero di figli per coppia o il numero di macchie sul mantello.
Come agisce la selezione sulle variabili discrete?
Può favorire un numero ottimale, ad esempio, 3-4 figli per massimizzare la sopravvivenza.
Cosa sono le variabili quantitative continue?
Sono numeri reali con infiniti valori intermedi, come altezza e peso.
Come influisce la selezione sulle variabili continue?
Agisce su gradienti, ad esempio, favorendo un’altezza intermedia per bilanciare vantaggi e svantaggi.
Quali sono le caratteristiche dei caratteri qualitativi?
Variabilità discreta o discontinua.
Controllati da pochi geni.
Poco influenzati dall’ambiente.
Importanti per la differenziazione fenotipica tra razze.
Spesso hanno un’importanza economica indiretta (es. criteri per i libri genealogici).
Quali sono le caratteristiche dei caratteri quantitativi?
Variabilità continua.
Fortemente influenzati dall’ambiente.
Controllati da molti geni (modello infinitesimale).
Rilevanti per l’economia, divisi in:
Primari (es. quantità di latte, peso della carcassa).
Secondari (es. longevità, che riduce i costi di gestione).
Cos’è il modello infinitesimale?
Un modello teorico in cui:
Molti geni sparsi sui cromosomi controllano un carattere.
Il numero di geni non è noto (assunto infinito).
Ogni gene ha due alleli (uno aumenta, l’altro diminuisce il carattere).
Effetto degli alleli minimo (infinitesimo).
I caratteri quantitativi seguono una distribuzione normale?
Sì, hanno una distribuzione normale (gaussiana), ma possono essere classificati in categorie discrete tramite soglie (es. numero di nati).
Cosa sono i caratteri primari in zootecnia?
Sono quelli che fanno guadagnare direttamente, come la quantità di latte o il peso della carcassa.
Cosa sono i caratteri secondari in zootecnia?
Sono quelli che fanno risparmiare, come la longevità, che aumenta il numero di lattazioni o vitelli prodotti.
Perché i caratteri qualitativi contribuiscono alla differenziazione tra razze?
Perché sono meno influenzati dall’ambiente e dipendono da pochi geni, rendendo le differenze più evidenti.
Come si classificano i caratteri quantitativi in base all’importanza economica?
Primari: Generano reddito diretto (es. produzione di carne o latte).
Secondari: Riduzione dei costi di gestione (es. maggiore resistenza alle malattie).
Perché il modello infinitesimale è utile ma non realistico?
Perché assume infiniti geni con effetti minimi, mentre in realtà alcuni geni hanno effetti maggiori.
Come può una distribuzione continua generare classi discrete?
Definendo soglie nella distribuzione, ad esempio, classificando il numero di nati in categorie (basso, medio, alto).
Qual è un esempio di carattere quantitativo continuo?
L’altezza o il peso, che possono assumere qualsiasi valore in un intervallo.
Come viene valutata la morfologia negli animali?
La morfologia viene valutata indirettamente da esperti di razza attraverso:
Valutazione a punti (aderenza a un modello ideale).
Punteggio lineare (collocazione in una scala arbitraria).
In cosa consiste la valutazione a punti?
L’esperto assegna un punteggio basato su caratteristiche specifiche (es. lunghezza del vello), classificandole in categorie (es. 0-1: corto; 2-4: tendente al corto; 5: intermedio).
Che ruolo ha l’esperto di razza nella valutazione morfologica?
Osserva il fenotipo (P) dell’animale, esprime un giudizio di merito e decide se promuoverlo a riproduttore o scartarlo.
Come funziona la valutazione lineare?
L’esperto inserisce il fenotipo in una scala per tratti specifici (es. lombo, groppa, mammella) e assegna un punteggio finale basato su pesi prestabiliti.