Lezione 63 Flashcards

(4 cards)

1
Q

Quale di queste affermazioni NON spiega il perché, a partire dagli anni Settanta e Ottanta, l’apporto finanziario della televisione sia indispensabile per il
cinema europeo?
Perché la presenza del marchio di un network televisivo europeo di prestigio si rivela un elemento indispensabile per favorire la circolazione dei film europei al di fuori
delle nazioni che li hanno prodotti
Perché di fronte a un progressivo calo degli spettatori in sala, i passaggi televisivi diventeranno una fonte di introiti sempre più importante per l’industria cinematografica
Perché molti governi europei obbligano le televisioni a finanziare la produzione cinematografica nazionale, come forma di risarcimento per aver saturato il mercato
trasmettendo troppi film nel proprio palinsesto
Perché alcuni network, come in Italia Rai e Fininvest, cominciano a produrre in proprio prodotti cinematografici da presentare in anteprima sulle proprie reti

A

Perché la presenza del marchio di un network televisivo europeo di prestigio si rivela un elemento indispensabile per favorire la circolazione dei film europei al di fuori
delle nazioni che li hanno prodotti

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2
Q

Quale regista della Nouvelle Vague ha lavorato in Italia ad alcuni film prodotti dalla Rai, e li ha firmati insieme al cosiddetto “Collettivo Dziga Vertov”?
Eric Romhmer
Jacques Rivette
François Truffaut
Jean-Luc Godard

A

Jean-Luc Godard

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3
Q

A partire da quale periodo la Rai inizia a considerare i film come a un prodotto culturale, e a non trattarlo più come un tappabuchi per sanare eventuali vuoti
di programmazione?
A partire dagli anni Novanta, per poter competere con le prime pay TV che programmano soprattutto film in lungometraggio
Dagli anni Sessanta, per via del mutato atteggiamento del pubblico nei confronti del cinema di qualità
A partire dalla fine degli anni Settanta, quando il colore permette di trasmettere anche i film più recenti rispettandone la qualità dell’immagine
A partire dalla metà degli anni Ottanta, quando la Rai inizia a ingag

A

Dagli anni Sessanta, per via del mutato atteggiamento del pubblico nei confronti del cinema di qualità

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4
Q

Parlate del rapporto tra la Rai e la produzione cinematografica negli anni Sessanta e Settanta

A

Negli anni Sessanta e Settanta, il rapporto tra la Rai e il cinema italiano ha subito una trasformazione significativa, passando da una iniziale diffidenza a un legame molto stretto, soprattutto a livello delle strutture produttive. Dopo la metà degli anni Sessanta, nonostante il successo del cinema italiano, molte case di produzione maggiori affrontano una crisi.
La Rai compie allora un passo importante: non si limita più ad acquistare e trasmettere film, ma inizia anche a produrli. Questa decisione era motivata dalla volontà di fornire prodotti di qualità graditi agli spettatori e conformi agli standard dell’azienda, e di ottenere prestigio sia in Italia che in Europa.
Le prime produzioni Rai erano spesso concepite come “TV movie”, come Francesco D’Assisi (1966) di Liliana Cavani. Tuttavia, la Rai ha anche prodotto film di registi già affermati o grandi maestri come Bernardo Bertolucci (La strategia del ragno, 1970) e Federico Fellini (I clowns, 1970).
Le produzioni Rai hanno rappresentato una nuova linfa per il cinema italiano e hanno portato a importanti riconoscimenti internazionali, come le Palme d’Oro a Cannes per Padre padrone (fratelli Taviani) nel 1977 e L’albero degli zoccoli (Ermanno Olmi) nel 1978.
Negli anni Settanta, la Rai ha esteso questa politica anche a autori internazionali delle “nouvelle vagues”, spesso per ragioni economiche. È il caso di registi come Glauber Rocha e Miklòs Jancsò, e in particolare di Jean-Luc Godard, che ha realizzato per la Rai due film, Vento dell’est e Lotte in Italia, insieme al “Collettivo Dziga Vertov”. Questa apertura a film anche in contrasto con la politica aziendale era legata alla ricerca di prestigio internazionale e alla competizione con altre TV di stato europee attive nei festival.

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